venerdì 21 ottobre 2022

Discorsi contrapposti

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Il maschilismo
 considera la paternità prevalente sulla maternità.
Nell’Oreste di Euripide il protagonista eponimo accusato dal nonno Tindaro, il padre di Clitennestra, di avere ucciso empiamene la madre
 ammette di essere ajnovsio~, empio appunto, perché ha ucciso la donna che lo ha messo al mondo; del resto dice di essere stato o{sio~ timwrw`n patriv (547), pio vendicando il padre. In ogni caso ha rispetto dei capelli bianchi del nonno.
Però gli dice: “ path;r me;n ejfuteusevn me, il padre mi ha generato; sh; d j e[tikte pai`~ 552, tua figlia invece mi partoriva. La donna è come un campo arato a[roura che ha prende to; sperm j  il seme da un altro.
 Senza il padre, un figlio non potrebbe mai nascere.  La donna si limita a tirare su i figli.
Mi vergogno di chiamare madre Clitennestra, pur sapendo che mentre dico male di lei dico male di me stesso, comunque continuerò
a[kouson wJ~  a[pasan   JEllavd  j wjfelw` (565), ascolta come giovo a tutta la Grecia.  Se le donne ammazzeranno i mariti e poi andranno a caccia della pietà dei figli  mastoi`~ (568) con  le mammelle esibite, e  riceveranno venia, tali omicidi dilagheranno. Io ho posto fine a questa usanza”.
Nelle Coefore di Eschilo  Clitennestra  mostra appunto il seno a Oreste per indurlo a compassione:" ejpivsce", w\ pai', tovnde d j ai[desai, tevknon,-mastovn"(Coefore , v. 896-897), fermati, figlio, abbi rispetto di questo seno, creatura
Apollo nelle successive Eumenidi ripete più o meno gli argomenti di Oreste per  difendere il matricida che verrà assolto anche con l’aiuto di Atena.
 
Voglio citare, in contrapposizione all’ antifemminismo di Eschilo, qualche riga dell'Ulisse  di Joyce che elogia l’amore della madre:" Se non fosse stato per lei la maratona del mondo lo avrebbe schiacciato sotto i piedi, spiaccicata lumaca senza vertebre. Lei aveva amato quel debole sangue acquoso trasfuso dal proprio (…) Amor matris , genitivo soggettivo e oggettivo, questa è forse l'unica cosa vera nella vita. La paternità forse è una finzione legale. Chi è il padre di un qualsiasi figlio perché qualsiasi figlio debba amarlo o viceversa (...) Il figlio nascituro guasta la bellezza: nato, porta dolore, separa l'affetto, accresce le preoccupazioni. E' un maschio: la sua crescita è il declinare del padre, la sua giovinezza l'invidia del padre, il suo amico il nemico del padre (...) Che cosa mai li congiunge in natura? Un istante di cieca foia"[1].
 
Spero che il nuovo governo non elimini del tutto la parresia già molto ridotta dal precedente.
Credo che i dissoi; lovgoi favoriscano lo spirito critico


Bologna 21 ottobre 2022 ore 19, 35
giovanni ghiselli

p. s.
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[1]Ulisse , p 38  e p. 284.

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