giovedì 1 agosto 2024

Ifigenia CXLIX. Trionfi ancora effimeri dell’Amore e della Giustizia.


 

Dissi senza preamboli: “Ciao, sono gianni. Ho deciso: ti amo e voglio restare con te, se è ancora possibile”

“Ne sei sicuro?” domandò con legittima diffidenza.

“Sì, non ho più alcun dubbio, li ho risolti tutti. Ho compreso che il tuo errore equivale al mio. Siamo pari. Non voglio fare a te quello che tu non hai fatto a me. Soffrendo ho capito e sono diventato meno stupido, meno immorale. Tu mi conosci e sai che quando affermo una cosa non la rinnego. Io ti amo: ti sono grato di avermi aiutato a comprendere quanto non capivo dai libri, non profondamente, nonostante tutte le citazioni mnemoniche. Voglio stare con te fino a quando tu mi vorrai.

“Sì, sento che sei convinto. Ne sono felice. Ti amo tanto anche io”.

“Questa sera andremo a cena sul monte delle formiche dove festeggeremo il tuo compleanno e faremo progetti per il nostro bene comune.

A proposito: ricordi che ho promesso di sposarti quando vorrai, appena avrai scalato quella salita in bicicletta? Poi andremo a fare il viaggio di nozze in Grecia; torneremo a Delfi a pregare, questa volta pedalando.

 

Osserva bene la parte finale della salita questa sera: gli ultimi due chilometri, dopo Ca’ Pippo sono i più duri, sopra il 10%, forse fino al 15. Analizza le difficoltà e renditi conto che puoi superarle: se ce la farai, non ti fermerà più nessuno sulla strada per quanto impervia dell’arte. Se vorrai, metterò la mia esperienza ciclistica a tua disposizione”.

“Bene-rispose con allegria- dalla nostra Volkswagen studierò la salita con attenzione e in primavera l’affronterò in bicicletta con la determinazione di salire fino al santuario. Tu mi seguirai, consiglierai e incoraggerai. Io arriverò in cima, entrerò nella chiesa, là ci darem la mano e, se vorrai, ci sposeremo. Poi il viaggio di nozze a Delfi e magari saliremo fino alle due cime del Parnaso”.

 

Dette queste parole, cambiò tono e aggiunse: “Gianni, adesso io devo fare le mie solite cose: andrò a lezione di danza, poi mi laverò e mi farò bella per te. Voglio piacerti più che mai: mi pettinerò, profumerò, mi vestirò con cura particolare, dedicata tutta a te. Sarò pronta dalle sette. Vieni a prendermi. Mi mancherai tanto nel frattempo. Ora Sono davvero tanto felice”.

“Anche io. Mi piaci moltissimo amore e mi piacerai sempre di più. Sento anche da qui, al telefono, il profumo della tua carne e antivedo già il tuo stile di donna bella e fine. Ciao. A presto”

Non mi spiaceva che continuasse a frequentare le lezioni di danza. Dopo avere trovato il santo criterio della Giustizia, ero sicuro di me stesso e del nostro vicendevole amore.

Nell’attesa dell’apoteosi serale e notturna preparai una lezione sulla Giustizia per i miei scolari.

 

Raccolsi diverse citazioni.

Eccole:

“A se stesso prepara il male chi lo appronta a un altro, e il cattivo progetto è pessimo per chi lo ha progettato  (Esiodo, Opere e giorni, vv. 265-266)

“Prima o poi ma sempre arriva giustizia” (Solone, Elegia alle Muse, v. 8)

Non c'è difesa per l'uomo che, proteso a sazietà di ricchezza, ha preso a calci il grande altare della Giustizia (Eschilo, Agamennone,  vv. 381-384).

“La colpa non rimane nascosta, ma invia una luce di bagliore sinistro” (Eschilo, Agamennone, vv. 387-390)

“Non sfugge alla pena l’ingiusto: è come il bronzo cattivo che sottoposto alla prova dei colpi diventa nero e si riempie di buchi; non raggiunge lo scopo sperato: è come un fanciullo che insegue un uccello che vola” (Eschilo, Agamennone, vv. 391-394)

“Rispetta l'altare della Giustizia,/e non disprezzarlo con piede ateo/guardando al lucro: infatti segue il castigo "(Eschilo, Eumenidi, 539-541).

“Non seminare nei solchi dell’ingiustizia per non raccogliere sette volte tanto” (Antico testamento, Siracide, 7)

“Bisogna guardarsi dal commettere ingiustizia, più che dal subirla, e si deve porre ogni cura non a parere bensì a essere buoni” (Platone, Gorgia, 527b)

Dopo averle recitate e illustrate con i loro autori, avrei insegnato la declinazione della parola divkh.

Avevo fatto quello che dovevo a me stesso, a Ifigenia e ai miei scolari.

L’amore per la mia donna era armonizzato con quello per il lavoro.

 

Pesaro primo agosto 2024 ore 9, 23 giovanni ghiselli.

p. s

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