mercoledì 13 luglio 2022

Elogio di Rainer Werner Fassbinder (1945-1982).


 

Un’opera letteraria o un film che non contengano storia e politica sono soggettivi e immeritevoli di attenzione.

Ieri sera ho rivisto dopo oltre 40 anni Il matrimonio di Maria Braun (1978) di R. W. Fassbinder. Ne ho capito assai di più rispetto a quando ero giovane e molto meno preparato di ora a capire. Il film mostra la situazione della Germania alla fine della II guerra mondiale e negli anni successivi.

Il regista mostra la necessità, per sopravvivere, della spietatezza e del trafficare, anche vendendo il proprio corpo,  negli anni del “miracolo economico” tedesco tanto decantato da loro quanto da noi quello italiano. Una spietatezza efferata che oltretutto non procura la sopravvivenza poiché il film finisce con uno scoppio mortale che uccide la bella Maria e il marito.

 La mancata cura del prossimo, dei valori umani e umanistici, porta necessariamente a non curarsi  nemmeno della propria persona. Se dimentichi di essere uomo, muori dilaniato dall’ordigno della tua stessa disumanità.

Tale è il significato più vero del film.

Fassbinder aveva già mostrato la spietatezza delle convenzioni nella Germania di fine Ottocento nel film  Effi Briest del 1974.

Ma allora rimanevano per lo meno certi riguardi per la forma, per un vero o presunto onore, insomma per la decenza.

La seconda guerra mondiale con le sue ecatombi, non di centinai di buoi, ma di soldati e civili a decine di milioni, ha “sdoganato” come orrendamente si dice ora, ogni efferatezza più brutale e bestiale.

In questi giorni stiamo correndo il medesimo rischio mentre ci sommergono di menzogne. Uno scrittore e un regista geniali sono capaci di analizzare il passato e di antivedere il futuro con uno spirito critico che la propaganda del potere cerca di ottundere, negare e criminalizzare contando sul conformismo e l’ignoranza del popolo considerato “bue”. Non credo che nella parte maggiore sia tale, visto che la maggioranza degli Italiani, disgustata, non va a votare.

Non ho mai cessato di rimpiangere Fassbinder poiché già negli anni Settanta ne vedevo la bellezza e ne intuivo la grandezza. Ora lo capisco meglio e mi manca.

Per fortuna i suoi film restano e resteranno

Molto brava anche la sua attrice Hanna Schygulla, una donna fortemente espressiva

Pesaro 13 luglio 2022 ore 9, 31

giovanni ghiselli

p. s.

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