domenica 24 luglio 2022

Euripide Supplici. Quarta e ultima parte.


 

Entra un Messaggero che annuncia la vittoria di Teseo.

Il messo ha visto la battaglia dalla porta di Elettra. Scontri di carri e scontri di cavalieri. La schiera dei tebani è fatta di uomini nati dai denti del drago-lovco"  d  j ojdovntwn o{feo" ejxhndrwmevno" (703) ejxandrovomai-

Tremenda lottatrice era deino;" palaisth;" h\n-

Teseo grida contrapponendo ta; Pavllado" la città di Pallade allo sterro;n dovru spartw'n tovd  j ajndrw'n (711-712) la tremenda lancia dei terrigeni nati dalla semina dei denti.

Teseo mette in fuga i Tebani ma non permette ai suoi di distruggere la città. E’ un capo valoroso nel pericolo deinoi'sivn  ejstin a[lkimo", però misei' q  j uJbristh;n laovn (727-728) è ostile alla violenza del volgo.

Adrasto commenta notando che prima loro, gli Argivi, poi i Tebani si erano erano montata la testa: Creonte come un povero che ha in mano ricchezze acquistate da poco diveniva tracotante-labw;n pevnh" w]"  ajrtivplouta crhvmata,-u[briz  j (742-743) e nella tracotanza andò in rovina. Male fanno le città che potendo lasciarsi alle spalle le sciagura con la parola ragionata, dia; lovgou kavmyai kakav (748) eliminano la faccenda con la guerra.

Teseo si è occupato dei morti senza sentirsi umiliato dall’umile affaccendarsi poiché non c’è niente di umiliante nelle disgrazie le quali colpiscono a turno gli umani (tajllhvlwn kakav, 768)

Adrasto commenta che solo um bene non è recuperabile: la vita.

Non è possibile riprendere la vita mortale quale spesa perduta, mentre ci sono mezzi per acquisire denaro crhmavtwn d’ eisi;n povroi- 776-777   

 

E’ quanto dice Achille nel IX canto dell’Iliade : niente ha lo stesso valore della vita: “ouj ga;r ejmoi; yuch`~ ajntavxion (v. 401): non le ricchezze di Ilio prima della guerra, non quanto racchiude la soglia di pietra del tempio di Apollo.

Buoi e grassi montoni si possono rapire, i tripodi si possono comprare e pure bionde criniere di cavalli, ma la vita di un uomo (ajndro;~ de; yuchv) non la puoi rapire né afferrare perché torni indietro, quando ha superato la chiostra dei denti (405-408).

 

 

Le madri argive dei caduti a Tebe deplorano le proprie nozze: oh se l’antico padre Crono mi avesse lasciata senza nozze fino ad oggi ! - tiv ga;r m’ e[dei paivdwn; che bisogno avevo infatti di figli? Credevo che avrei sofferto un dolore straordinario se fossi rimasta senza vincoli matrimoniali, ma vedo il male con tutta chiarezza la vera sciagura ora che sono privata dei figli (786-793).

Seguono lamentazioni sui morti da parte delle donne argive supplici e di Adrasto, il capo superstite dell’esercito argivo.

Lasciata la casa di Edipo, canta il coro, è venuta da noi l’Erinni che è causa di molto pianto- aJ poluvstono" jErinuv" 835-836)

Teseo chiede al capo dei Sette, Adrasto, come andò la battaglia perduta da loro

Adrasto è felice di poter celebrare chi gli è caro

Parte da Capaneo che era ricco ma per niente superbo della sua ricchezza-h{kista d  j o{lbw/ gau'ro" h\n (862). Non aveva maggior presunzione di un povero. Evitava chiunque si gonfiasse troppo di orgoglio per la tavola disprezzando quanto bastava. Infatti diceva che il fare bene non sta nel riempimento del ventre al quale basta la giusta misura. Era un amico vero degli amici assenti e presenti, e di questi non è grande il numero.

 

Ripeto gli ultimi versi aggiungendo alcuni particolari

Il Coro vede nell’esito della battaglia un giudizio divino: ejgw; qeou;" nomivzw (731-732)

 

Adrasto nota la mutevolezza della sorte e l’nsipienza degli uomini. Gli Argivi respinsero l’accordo che Eteocle mevtria qevlonto" (740) per amore di moderazione proponeva.

.

La truppa argiva è stata sepolta per ordine di Teseo alle pendici del Citerone sul versante dell’Attica.

Teseo poi si è occupato dei Sette: ne ha preparato i letti di morte. E’ il messaggero che fa il racconto ad Adrasto e commenta che non è vergognoso darsi cura dei mali che colpiscono a turno gli umani.

Le donne del coro, le madri dei Sette caduti a Tebe,  rimpiangono la condizione di essere senza nozze e senza figli: “tiv gavr m j e[dei paivdwn; 789. Mi sbagliavo pensando che sarebbe stato pavqo" perissovn eij gavmwn ajpezuvghn (Supplici, 791) una sofferenza eccessiva se fossi rimasta priva del vincolo matrimomiale, ma ora che ho perso i figli carissimi tevknwn filtavtwn sterei'sa (792), vedo chiaramente dove è il male

Segue il compianto sui morti di Adrasto e delle madri: l’Erinni suscitatrice di pianto ha lasciato la casa di Edipo ed è venuta da noi-aJ poluvstono"  jErinuv" (835-836)

 

Teseo chiede notizia sui Sette. Euripide polemizzando con Eschilo fa dire ad Adrasto che non scenderà nei particolari dei duelli.

Poi, sempre in polemica con Eschilo, Capaneo viene descritto come un moderato: molto ricco ma h{kista d’ o[lbw/ gau'ro" h\n (862) per niente orgoglioso della sua ricchezza, non aveva maggior presunzione di un povero, evitando anzi chi si inorgogliva troppo per la propria tavola disdegnando il bastevole-tajrkount j ajtivzwn (865). Il bene non sta nella ghiottoneria del ventre diceva- ouj ga;r   ejn gastro;" bora'/ to; crhsto;n ei\nai - mevtria d j ejxarkei'n e[fh ( 865-866), ma nell’accontentarsi della quantità moderata.

 

Capaneo era sincero. Affabile, mai aggressivo.

 

Ora proseguo

 

In questa tragedia leggiamo l'espressione di un incondizionato ottimismo pedagogico, forse per il fatto che si stava preparando la pur malsicura pace di Nicia: Adrasto fa l'elogio funebre dei sette caduti nella guerra contro Tebe poi, rivolgendosi direttamente a Teseo, il Pericle in vesti eroiche, conclude:"Non ti stupire dopo quanto ho detto, Teseo, che questi abbiano avuto il coraggio di morire davanti alle torri. Infatti essere educati non ignobilmente comporta il senso dell'onore: e ogni uomo che ha esercitato la virtù si vergogna di diventare vile.

Il coraggio è insegnabile (eujandriva didaktovn ), se è vero che il bambino impara a dire e ad ascoltare quello di cui non ha cognizione. E quello che uno abbia imparato, suole conservarlo fino alla vecchiaia. Così educate bene i vostri figli"( Supplici, vv.909-917). 

 

  Ancora sui Sette comandanti assalitori di Tebe

Eteoclo era povero ma ottenne grandi onori. E non accettò mai denari per non lasciarsi condizionare

Ippomedonte abitava in campagna dando esperienze dure alla sua natura, e gioiva di volgersi alla virilità. Si dava alla caccia, tirava con l’arco volendo offrire alla città un corpo utile- povlei parascei'n sw'ma crhvsimon qevlwn-.887.

Splendidissimo era Partenopeo, il figlio di Atalanta cacciatrice.

  Virgilio suggerisce: “ seu quis Olympicae miratus praemia palmae- pascit equos, seu quis fortis ad aratra iuvencos- corpora praecipue matrum legat,  (Georgiche, III, 49-51) scelga soprattutto i corpi delle madri. Per gli animali. Vale anche per gli uomini.

 Partenopeo nacque in Arcadia ma fu allevato ad Argo dove non fu fastidioso né odioso a nessuno-come devono fare gli stranieri meteci, gli immigrati (892).

Segue l’elogio di Tideo, un altro immigrato ad Argo: non brillava per eloquenza ma era uno straordinario sofista nelle armi.

 

Teseo ricorda l’indovino Anfiarao che gli dei onorano avendolo rapito vivo con la quadriga negli antri sotterranei- “qeoi; zw'nt j ajnarpavsante"  ej" mucou;" cqonov"-926 e commemora pure Polinice che fu suo ospite ad Atene.

 

Nei Sette a Tebe di Eschilo, Anfiarao esecra la guerra fratricida e come indovino sa che morirà. Il suo scudo è privo di insegne sh'ma d’ oujk ejph'n kuvklw/ (591). Infatti non vuole apparire ottimo ma esserlo ( ouj ga;r dokei'n a[ristoς ajll j ei\nai qevlei, 592) Raccoglie frutti dal solco profondo della mente da dove germogliano saggi consigli.

 

Nei Sette a Tebe di Eschilo, anche  Eteocle, dopo il messo, fa l’elogio di Anfiarao che tuttavia sarà coinvolto nella rovina della stolta masnada con la quale si è dovuto imbrancare per colpa della moglie Erifile che poi il loro figlio Alcmeone ucciderà come ricorda Dante nel Purgatorio tra gli esempi di superbia punita: “mostrava ancor lo duro pavimento-come Almeòn a sua madre fe’ caro-parer lo sventurato adornamento”  (XII, 49-51 da Stazio e da Ovidio). Contro Anfiarao che non si avventerà alla porta viene disposto Lastene (620)

 

Anfiarao sparirà in una buca: “Infatti nei terrori soprannaturali fuggono anche i figli degli dèi” (Pindaro, Nemea IX, 63-64).

Adrasto, il capo della spedizione, nella sesta Olimpica  di Pindaro esclama:"Mi manca l'occhio dell'esercito, l'indovino sagace e il prode guerriero"(18-20).

 

Adrasto chiede di porre fine alle guerre.-smikro;n to; crh'ma tou' bivou (952), piccola cosa è il bene della vita e bisognerebbe viverla nel modo più sereno, non tra gli affanni.

La corifea dice che si aggira come una nuvola spinta dai venti di bufera.

Sono rimasta a[pai" a[tekno" e quindi ghravskw dustanovtatw" invecchio sistuata nella posizione più difficile.

Grondano le lacrime come spesso in Euripide.

uJpoleleimmevna davkrua- 971- rimangono solo le lacrime

 

Evadne

Evadne, la moglie di Capaneo si trova su una rupe che sovrasta il rogo del marito

Evadne dice tuvca dev moi-xunavptei podo;" ajllagav"-il destino si accorda con i miei passi. Mi getterò da questa rupe nel fuoco per la gloria- eujkleiva" cavrin  (1015). Nella vampa ardente  mescolerò il mio corpo con quello del mio sposo ponendo vicina la carne alla carne- crw'ta crwti; pevla" qemevna (1021).

Arriva Ifi il padre di Evadne e di Eteoclo. Chiede della figlia che è sparita da casa.

Risponde Evadne stessa che si trova sopra la pira di Capaneo, in alto come un uccello-o[rni" ti" wjsei; Kapanevw" uJpe;r pura'" (1046). Alleggerisco il disgraziato fardello, padre.

Evadne aggiunge che si è vestita per la gloria. Si è fatta bella per un gesto inaudito. Arrivo kallivniko" (1059). Sono vittoriosa su tutte le donne guardate dal sole. Grazie alla mia virtù. Morendo giacerò con il mio sposo.

Al padre sembra che la figlia pronunci un ai[nigma saqrovn (1064) un enigma malsano

Il padre vorrebbe impedire il suicidio della figlia ma non può farlo.

Il vecchio Ifi deplora il fatto che non si possa essere giovani e vecchi due volte nevoi- d;i;" kaiv gevronte"  1084-1085, in maniera di poter rimediare agli errori.

Da giovane volevo dei figli ma ora ho capito quale ostaggio ho dato in mano al destino. A casa troverò stanze vuote e la mia vita desolata: per un padre vecchio non c’è niente di più bello di una figlia- patri; d j oujde;n h{dion- gevronti qugatrov" 1101-1102) I maschi hanno le anime più grandi ma meno dolci per gli atti affettuosi. Portatemi a casa dove morirò al buio consumando il mio corpo nei digiuni - ajsitivai" 1105-

Devono  andare in malora morendo e togliersi dai piedi dei giovani quelli che non possono essere più utili alla terra-ou}"  crh'n, ejpeida;n mhde;n wjfelw'si gh'n,-qanovnta"  e[rrein kajkpodw;n ei\nai nevoi"  1111-1112.

I figli dei morti portano alle nonne, le madri dei caduti  spodou' te plh'qo" ojlivgon ajnti; swmvtwn (1130), mucchi di cenere in cambio dei corpi.

Le madri orbate dei figli si domandano dove sono finite le doglie e la gioia del parto? (pou' loceumavtwn cavri"; 1137). E dove le cure a loro dedicate di giorno e di notte, e dove i baci?

I nipoti rispondono beba'sin, oujkevt eijsivn, sono andati via, non ci sono più.

Il Coro delle madri aggiunge che ora li possiede l’aria svaniti nella cenere del fuoco- puro;" tetakovta" spodw'/ -thvkw lat. tabes-

I caduti sono giunti a volo nell’Ade. I figli  vogliono vendicare i padri accorrendo sulle acque dell’Asòpo, il fiume della Beozia, alla testa dei Danaidi (gli Argivi) contro i Tebani.

Teseo dice agli Argivi che  devono ricordare con gratitudine il piacere ricevuto dagli Ateniesi. Dovranno tramandare ai figli dei figli la memoria di quanto hanno ottenuto da loro.

Adrasto risponde : “gennai'a ga;r- paqovnte" uJma'" ajntidra'n ojfeivlomen  (1178-1179), abbiamo ricevuto azioni nobili e dobbiamo contraccambiarle. E’ l’alleanza tra Argo e Atene iniziata già nel 461 dopo l’ostracismo di Cimone.

Infine compare Atena.

 La dea ex machina consiglia a Teseo di fare giurare ad Adrasto che mai gli Argivi dovranno portare guerra contro Atene, anzi dovranno difenderla se attaccata.

Nel 420 venne stipulata l’alleanza difensiva di Atene con Argo, Mantinea e l’Elide (Musti, Storia greca,  p. 422).

Atena poi prescrive un sacrificio di tre pecore sul tripode delfico che Eracle aveva fatto collocare da Teseo presso l’altare di Delfi

Agli orfani argivi predice che da grandi distruggeranno jIsmhnou' povlin, la città sull’Ismeno, Tebe, vendicando l’uccisione dei padri.

 Egialeo,  figlio di Adrasto, e Diomede Tidìde saranno i capi dell’esercito che marcerà contro Tebe e distruggerà la città.

Compirete una grande impresa e sarete chiamati Epigoni.-e[jkgonoi

Tebe è la città odiata dagli Ateniesi e messa in cattiva luce in diverse tragedie (cfr. l’ Edipo a Colono di Sofocle)

Teseo ringrazia Atena: su; ga;r m j ajnorqoi'" , w{ste mh;   jjxamartavnein (1228), tu infatti mi indirizzi , in modo da non commettere errori  

Il Coro invita Adrasto a giurare.

Pesaro 24 luglio 2022 ore 17, 14

p. s

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