venerdì 22 luglio 2022

Euripide Supplici . Seconda parte


 

Adrasto dunque chiede  un aiuto a Teseo, re di Atene e paradigma mitico di Pericle. Lo elogia  dicendogli  che  regge una polis la quale prova pietà per gli infelici e per giunta Atene ha in lui una guida giovane e capace-kai; neanivan-e[cei se; poimevn  j ejsqlovn ( Supplici, vv.190-191) e, ne deduce, è per mancanza di questo che molte città vanno in rovina: sono bisognose e prive di un capo -ou| creiva/ povlei"-pollai; diwvlont j, ejndeei'" strathlavtou (191-192).

 

Un capo  giovane dunque sì, ma non un bambino, né scelto da bambini ancora inclini al paese dei balocchi dove la scuola non esiste e non si studia mai. 

Aggiungo Machiavelli : “E tutto procede dalla debolezza de’ capi” (Il principe XXVI).

 

Da noi i più deboli sono i più beceri che strillano e minacciano di più.

  Poi Dante:"la mala condotta/ è la cagion che il mondo ha fatto reo" (Purgatorio XVI,103-104).

Infatti noi Italiani non siamo pessimi, anzi.

Torno al  Principe del Segretario fiorentino e chiudo: “et in Italia non manca materia da introdurvi ogni forma. Qui è virtù grande nelle membra, quando la non mancassi ne’ capi”  (XXVI).

 

Quindi Teseo esprime un ottimismo sostanziale:"disse una volta un tale[1] che il male/tra gli uomini prevale sul bene;/ebbene io ho un'opinione contraria a questi,/ credo il bene per gli uomini prevale sul male pleivw ta; crhsta; tw'n kakw'n ei\nai brotoi'"- - ;/se non fosse così non vivremmo nella luce./Approvo chi tra gli dèi diede un ordine/alla vita da confusa e bestiale ,/prima di tutto infondendoci l'intelligenza (ejnqei;" suvnesin[2]), poi/dandoci la lingua come messaggera della parola…"(vv. 196-204). "Tale protesta contro il pessimismo scaturisce proprio dal cuore del poeta, perché non è minimamente richiesta dal contesto della tragedia. Le Supplici furono in verità scritte da Euripide in uno stato d'animo di particolare letizia, al tempo della pace di Nicia"[3].

Questa “tregua malsicura” stipulata nel 421 tuttavia suscitò delle speranze.

Anche la costruzione di case è approvata e pure la navigazione perché potessimo avere scambi dei prodotti di cui la terra è priva 209-210.

 

Cfr. invece la Medea di Seneca (II e III coro) e Orazio (Odi, I, 3)  dove la navigazione viene esecrata perché crea confusione mettendo a contatto popoli che dovevano restare separati. Inoltre tende a strumentalizzare la natura per trarne avidamente ogni genere di profitto.

La cultura pragmatica, senza carità, strumentalizza tutto. L'audacia dei navigatori è eccessiva e colpevole: audax nimium (Seneca, Medea, 301)ausus Tiphis (318).

 La navigazione ha unito quello che doveva restare separato guastando i candida…saecula dei padri. E' la stessa u{bri" di Serse il quale, secondo Eschilo, tentò di trattenere con vincoli la sacra corrente dell'Ellesponto e di unificare ciò che deve restare diviso[4]. 

 Bene dissaepti foedera mundi/ traxit in unum Thessala pinus,/iussitque pati verbera pontum/partemque metus fieri nostri/mare sepositum ( Medea, vv. 335-339), la nave tessala unificò le parti del cosmo  separate da un recinto di leggi, e ordinò che il ponto patisse le frustate dei remi; e che il mare lontano divenisse parte della nostra paura

 

Teseo biasima Adrasto che ha seguito l’oracolo di Febo e ha maritato le figlie con due stranieri feroci- Tideo e Polinice- come se fosse stato dio a predisporlo. Ma noi a volte ci crediamo più sapienti dei celesti (dokou'men ei\nai daimovnwn sofwvteroi-218).

Hai mescolato i giusti con gli ingiusti, mentre bisognerebbe acquistare per le famiglie dei cari dal carattere buono-crh'n (…) eujdaimonou'nta"  d  j ej" dovmou" kta'sqai fivlou" (225)

A volte il dio, considerando comuni le sorti, ha contagiato e mandato in rovina con le pene del malato anche chi malato non era e non aveva commesso ingiustizia.

Tu non hai dato retta ai responsi di Anfiarao lasciandoti fuorviare dai giovani-nevoi" paracqeiv" (paravgw-232) che alimentano le guerre per brama di potere o di ricchezze. Teseo gli dice che non vuole allearsi con un fuorviato che ha sbagliato

Il Coro spinge il re ateniese all’indulgenza

Adrasto sembra rassegnato

Il Coro delle Supplici di Euripide ricorda a Etra la sua nascita argiva: quale  figlia di Pitteo, figlio di Pelope.

Le  fa notare che gli animali si rifugiano nelle rupi, gli schiavi presso gli altari e  una città battuta dalla tempesta povli" ceimasqei'sa si rintana in un’altra (269).

Del resto non è possibile  essere felice fino alla fine

-oujk e[stin dia; tevlou" eujdaimonou'n- (Euripide, Supplici, 270)

Etra piange e Teseo la conforta: i lamenti delle supplici hanno turbato anche lui.

Quindi dà la parola alla madre -wJ" pollav g j ejsti; kajpo; qhleiw'n sofav- 294  anche dalle donne possono venire molti suggerimenti saggi.

 

 

Etra dunque  intercede in favore delle donne argive le quali hanno perduto i figli in guerra e ne chiedono la sepoltura che Creonte il tiranno di Tebe vuole impedire.  Dice al figlio  che di certo rimarrebbe zitta e silenziosa se non fosse un dovere essere coraggioso in favore di quelli che subiscono ingiustizia- eij me;n mh; ajdikoumevnoi" ejcrh'n-tolmhro;n ei\nai,  kavrt j a]n ei\con hJsuvcw" (304-305). L’ho sempre fatto e continuerò a farlo anche io.

Non vedi la tua patria? si potenzia proprio nelle difficoltà- sh; patriv" ; ejn ga;r povnoisin au[xetai (323)

Le città tranquille che fanno  cose nell’ombra, vedono anche delle ombre mentre sono piene di diffidenza.- aiJ d  j h[sucoi skoteina; pravssousi povlei"- skoteina; kai; blevpousi eujlabouvmenai (324-325) 

Ora le cose vanno bene ai Cadmei (i Tebani) ma sono certo che lo stesso popolo farà lanci diversi con i dadi-a[lla blhvmat j ejn kuvboi" balei'n-(330). Il dio infatti sovverte sempre ogni cosa- oJ ga;r qeo;" pavnt j ajnastrevfei pavlin (Supplici, 331).

 

Cfr. quanto dice Solone a Creso: “Quello allora disse:"O Creso, tu fai domande sulle vicende umane a me che so che il divino è tutto invidioso e perturbatore-fqonerovn te kai; taracw`de~” (Erodoto, Storie, I, 32, 1)

 

Teseo in seguito alle parole della madre riconosce la propria identità di kolasth;" tw'n kakw'n (341) punitore dei malvagi.

 

Quindi il re rispettoso del popolo ricorda alla madre che ha dato il potere al popolo   liberando questa città con il dare  diritto di voto uguale per tutti (kai; ga;r katevsths j aujto;n ej" monarcivan- ejleuqerwvsa" th;nd  j ijsovyhfon povlin, 352-353)

 

Tucidide usa questa espressione ( " ejgivgnetov te lovgw/ me;n dhmokrativa, e[rgw/ de; uJpo; tou' prwvtou ajndro;" ajrchv", II, 65, 9)

Era a paole una democrazia, ma di fatto il  potere era gestito dal primo cittadino.

La democrazia ateniese del tempo di Pericle, nel discorso epitafico di Aspasia riferito da Socrate nel Menesseno  di Platone è un’aristocrazia con il consenso della massa: “met j eujdoxiva~ plhvqou~ ajristokrativa” (238d).

 

Teseo dunque si muove verso la massa dei cittadini -ej" plh'qo" ajstw'n ei\mi. E’ certo di convincerli riguardo al suo progetto di aiutare i supplicipeivsa" tavde- (355)

Quindi radunerà giovani scelti e tornerà in assetto di guerra per poi imporre a Creonte la restituzione dei cadaveri.

Farà quanto gli ha chiesto la madre.

Infatti-dice- è disgraziato quello tra i figli che non rende ai genitori i servizi ricevuti- toi' tekou'si ga;r- duvsthno" o{sti" mh; ajntidouleuvei tevknwn (361-362).

Pesaro 22 luglio 2022 ore 18, 17

giovanni ghiselli

p. s.

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 "A quanto sembra fu principalmente Prodico di Ceo a sostenere l'opinione che nel mondo e nella vita umana predomina il male",  M. Pohlenz, L'uomo greco, p. 165.

[2] Abbiamo visto che nell'Oreste, scritta in un  anno meno fausto (408) è proprio l'intelligenza  che rende malato il protagonista (v. 396)

[3] M. Pohlenz, L'uomo greco, p. 166.

[4] Eschilo,  Persiani, vv. 745-750.

 

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