martedì 19 luglio 2022

Nietzsche. La nascita della tragedia. Sommario prima parte.


Postfazione.

 Tentativo di un’autocritica del 1886

L’autore fa un’abiura delle formule schopenhauriane e kantiane del suo scritto giovanile. Soprattutto non crede più che la tragedia insegni la rassegnazione e fornisca una consolazione metafisica.

Rimangono valide invece due intuizioni.

 In Ecce homo[1] il filosofo le rivendica “ innovazioni decisive: intanto la comprensione del fenomeno dionisiaco fra i Greci-il libro ne dà la prima psicologia, vedendo in esso la radice una di tutta l’arte greca.

L’altra è la comprensione del socratismo: Socrate come strumento della disgregazione greca, riconosciuto per la prima volta come tipico décadent. “Razionalità” contro istinto. La “razionalità” a ogni costo come violenza pericolosa che mina la vita!”[2].

Inoltre la giustificazione estetica della vita

 

La nascita della tragedia del 1872

I Capitolo

Apollineo e Dionisiaco.

Apollineo: sogno, principium individuationis, volontà di potenza personale e politica, conosci te stesso, nulla di troppo, scultura, architettura, immagini dell’epos.  

Dionisiaco: ebbrezza, sentimento dell’unità, musica.

Apollo impone la misura anche in maniera rigida; Dioniso la spezza e manda la gente in strada a tamburellare ditirambi (cfr. il Maggiore Barbara di Bernard Shaw del 1905).

L’inno alla gioia di Beethoven e le parole di Schiller evocano il dionisiaco. (Nona sinfonia, quarto movimento)

 

II capitolo

Dioniso viene dall’Asia, ma là il suo culto era un orrendo miscuglio di crudeltà e voluttà., Quando giunge in Grecia, diventa fenomeno artistico.

 

III capitolo

Il mondo olimpico di Apollo è preceduto dalla sapienza silenica.

Excursus sulla sapienza silenica:  Erodoto, Teognide, Bacchilide, Sofocle, Euripide, Leopardi, Menandro, Lucrezio, Cicerone, Seneca, Petronio, T.S. Eliot

Nel canto dei morti dell’Odissea (XI) c’è il rovesciamento della sapienza silenica. L’indice dei libri e dei passi proibiti nella Repubblica di Platone.

 

IV Capitolo

La sapienza silenica e l’apollineo riscontrabili pure nella Trasfigurazione di Raffaello. Il titanico e il barbarico compaiono anche nelle varie gigantomachie: dalle metope del Partendone, al fregio dell’altare di Pergamo, e nella centauro-lapitomachia del maestro di Olimpia dove del resto compare anche Apollo che li domina e impone l’ordine

Nella civiltà greca abbiamo dunque diverse fasi. Queste trovano la sintesi nella tragedia greca.

 

V Capitolo

Omero e Archiloco: i due archetipi della poesia greca. L’artista non può essere soggettivo

 

VI Capitolo

Il linguaggio teso della lirica. ( cfr. Leopardi su Pindaro)

 

VII Capitolo

La tragedia nasce dal coro. Interpretazioni del coro. Schlegel, Schiller, Leopardi, Manzoni. L’arte ci salva dalla buddistica negazione della volontà. Trasforma l’atroce in sublime e il grottesco in comico.

 

VIII Capitolo

Il satiro è il simbolo dell’onnipotenza sessuale della natura. Degenerazione del satiro è il pastore falso e agghindato della poesia ellenistica e latina.

Il drammaturgo quando scrive, si immedesima in altre persone.

Cfr. Leopardi che non apprezza né approva tale spersonalizzazione del poeta.

 

IX Capitolo

La chiarezza delle figure apollinee sono macchie luminose che ci appaiono dopo che abbiamo guardato nel fondo terribile della natura dove c’è un’orrenda notte.

Edipo è l’eroe della passività (nell’Edipo a Colono). Invece quando agiva ha sconvolto la natura confondendo le generazioni.

Prometeo invece è l’eroe dell’attività. Il suo è un peccato attivo e pure rivendicato dallo stesso Titano.

 

X Capitolo

Dioniso è un dio che lotta e soffre il dolore dell’individuazione. Nonno di Panopoli (V sec. Dionisiache)  racconta che fu fatto a pezzi dai Titani.

Del resto Dioniso ha la doppia natura di un demone crudele e selvaggio (le Baccanti di Euripide) e di un dio mite e dolce (Iliade VI) Nelle Rane è addirittura un buffone e un vigliacco. Varietà dei personaggi nei miti.

L’individuazione è dolorosa e l’arte ci dà la speranza di una ripristinata unità. Nel Prometeo liberato infatti la cultura titanica viene riportata dal Tartaro alla luce. Come nelle Eumenidi.

Con Eschilo il mito si risolleva dalla pretesa di renderlo storico e di ucciderlo. Ma poi arrivò il sacrilego Euripide

Pesaro 19 luglio 2022 ore 11, 40

p. s

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[1] Del 1888.

[2] F. Nietzsche, Ecce homo, La nascita della tragedia,  p.  49.

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