Lucano |
Il quotidiano “la Repubblica” di
oggi, 3 giugno 2020, presenta un elenco dei negazionisti della pandemia:
“Leghisti, ex 5 stelle integralisti e no vax. Ecco chi sostiene che il virus
non c’è” (pagina 4)
Il catalogo è questo: “la galassia
negazionista a 5 stelle. Le connessioni con la lega. Integralisti cattolici.
Rossobruni”. Questi ultimi possono ricordare ai miei coetanei i nazi-maosti
della nostra gioventù.
In cima a tale lista variopinta
trovo Diego Fusaro: “Tra i cantori della cospirazione non poteva mancare Digo
Fusaro. Studioso di Carlo Marx ma sempre più legato all’estrema destra, no vax
convinto e ospite fisso sul blog di Beppe Grillo, è tra quelli che sostengono
che ‘il noto araldo del turbocapitalismo no - border’ Bill Gates abbia ordito
una trama mondiale per diffondere il virus e ora vendere al pianeta il
vaccino”.
Questa pagina fa vedere in
fotografia alcuni volti compreso quello di Fusaro presentato con questa
didascalia: “Diego Fusaro. Opinionista, sedicente filosofo, ostile al
“turbocapitalismo”.
Condivido l’ostilità al capitalismo
turbo o no, ma per dare una spiegazione a questo negazionismo, secondo me
delirante, cito pochi versi del poeta latino Lucano che visse nell’età di
Nerone. Nel suo poema Pharsalia che
contraddice l’entusiasmo del precedente augusteo Virgilio per “le magnifiche
sorti e progressive” dell’impero romano, il nipote di Seneca dunque scrive che Cesare,
salpato Pompeo per la Grecia nell’estate del 49, era rimasto padrone di Roma e
badava a consolidare il suo potere. Quest’uomo dall’ambizione smisurata sapeva
che le cause delle ire e le fasi culminanti del favore popolare vengono
attirati dai prezzi delle del mercato - gnarus irarum causas et summă
favoris - annonā momentă trahi - (Pharsalia III,
56 - 57
Di fatto solo la fame rende libere
le città che si rivoltano senza timore quando viene a mancare il cibo. Sicché,
quando i potenti nutrono il volgo ozioso e gli riempiono la pancia ne comprano
il consenso: la plebe digiuna non conosce la paura nescit plebes ieiuna
timere” (III, 56 - 58), perciò si ribella.
Questo verso chiave a parer mio
spiega le gazzarre nelle piazze affollate più e meglio delle elucubrazioni di
Fusaro e degli altri negazionisti. La propaganda di certa destra fa in modo che
in Italia si aggiri lo spettro della carestia al punto che il timore della fame
superi quello del virus e spinga la gente a imprecare contro questo governo
presentato come affamatore. La plebes di
fatto non è ancora ieiuna, ma
aizzata da certi agitatori, invece di temere la minaccia davvero incombente del
virus, ha paura del digiuno suggerito e prospettato, quindi il terrore della
fame la spinge a situazioni davvero pericolose senza averne alcun timore.
Se dovesse accadere quanto temono i
virologi seri, come Galli e Grisanti, e tali assembramenti dovessero incrementare
il contagio, e poi, conseguentemente, si dovesse chiudere tutto di nuovo,
allora la fame paventata diverrebbe un fatto reale e il popolo se la
prenderebbe con l’attuale governo.
Ne succederebbe un vuoto dove
potrebbero inserirsi altri personaggi, meno preparati, credo, e meno capaci di
prendersi cura del bene pubblico. Questo è probabilmente il calcolo di chi ora
nega il virus. Lo fa perché è scontento di essere escluso dal potere.
Io penso questo. Chiedo a chi la
pensa diversamente di non volermi male. Io ne voglio soltanto al virus e scrivo
per isolarlo e farlo fuori prima che sia lui a uccidere altre decine di
migliaia di persone dopo la strage gà perpetrata.
giovanni ghiselli
p.s. il blog è arrivato a 974076
letture da ogni parte del mondo. Più di mille al giorno da quando scrivo di
pandemia e di amore.
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