Ecuba - Francesca Benedetti, Plautus Festival |
Aspetti di pietas autentica. Contro l’insepoltura (Odisseo nell’Aiace) e contro i sacrifici
umani (l’Ecuba di Euripide, le Troiane di Seneca).
Contro la pena di morte.
Chi ha voluto uccidere Saddam Hussein non è migliore di lui.
E' vero che
la disumanità di Enea ricorda quella di Achille nell'Iliade[1],
ma, volendo rappresentare un personaggio pio, sarebbe stato più congruo
utilizzare come modello l'Odisseo
dell'Aiace di Sofocle, quando l'Itacese suggerisce ad
Agamennone di non lasciare il suicida spietatamente insepolto (v. 1333), poiché
così facendo distruggerebbe le leggi degli dèi[2] (vv.
1343 - 1344). Infatti, se fu nobile odiare ( "misei'n kalovn" v.1347) Aiace nel pieno della
sua forza, e lui, Odisseo, allora lo ha fatto (e[gwg j ejmivsoun, v. 1347) sarebbe un successo
indegno (v. 1349) oltraggiare il cadavere di un uomo che è stato un nemico
(" ejcqrov"") sì, però valoroso ("gennai'o"", v. 1355).
Ma non è
facile che un tiranno abbia pietà, replica Agamennone: “Tov toi
tuvrannon eujsebei'n ouj rav/dion” (v. 1350). Nel caso specifico si tratta
Di quella
pietà che impedisce di manifestare gioia per la morte di un nemico.
Il figlio di
Laerte lo aveva già messo in rilievo nell'Odissea, quando la sua nutrice
Euriclea aveva urlato la sua felicità per la morte dei proci. Le aveva ordinato
di non esultare poiché non è pietà ("oujc oJsivh") far festa sugli uomini
uccisi (XXII, 411 - 412) [3].
Contro i
sacrifici umani si esprime umanamente, ancor prima che umanisticamente[4],
la vecchia regina troiana nell'Ecuba di
Euripide che accusa la disumanità dei demagoghi rappresentati da
Odisseo: "Forse il dovere li spinse a immolare un essere
umano/presso una tomba, dove sarebbe più giusto ammazzare un bue?(vv. 254 - 261).
Poco più avanti Ecuba supplica Odisseo di non ammazzare la figlia Polissena con
un verso che è un'alta espressione di umanesimo in favore della vita:"mhde; ktavnhte:
tw'n teqnhkovtwn a{li" " (v. 278), non
ammazzatela: ce ne sono stati abbastanza di morti.
Anche l’assassina Clitennestra, alla fine dell’Agamennone ha orrore
del sangue: a Egisto che vorrebbe uccidere ancora, o essere ucciso, dice: “mhdamw'~, w\
fivltat j ajndrw'n, - a[lla dravswmen kakav. - ajlla; kai; tavd j ejxamh'sai - polla;
duvsthnon qevro~: - phmonh'~ dj a{li~ g j: u{parce - mhdevn: hJ/matwvmeqa” (vv. 1653 - 1658), no, per niente, carissimo tra gli uomini, non facciamo
altri mali. Anche questi sarebbero molti da mietere, misera messe. Basta
sciagure. Non cominciare nulla: siamo coperti di sangue.
Il sangue che copre il corpo umano impressiona anche il militare indurito.
Nelle Troiane di Seneca Agamennone prende
una posizione analoga contro lo spietato Pirro che esige il sacrificio di
Polissena:"Quidquid eversae potest/superesse Troiae, maneat: exactum
satis/poenarum et ultra est. Regia ut virgo occidat/tumuloque donum detur et cineres riget/et facinus
atrox caedis ut thalamos vocent,/non patiar. In me culpa cunctorum redit:/qui non vetat peccare, cum possit, iubet " (vv.285 - 291), tutto ciò che può sopravvivere di Troia sconvolta,
rimanga: è stato fatto pagare abbastanza in fatto di pene e anche troppo. Non
sopporterò che la ragazza figlia della regina muoia, e la sua vita sia donata a
una tomba, e spruzzi di sangue le ceneri, e chiamino cerimonia nuziale il
crimine atroce di un assassinio: la colpa di tutti i misfatti ricade su me: chi
non impedisce un delitto, quando può, è come se lo avesse ordinato.
Se deve essere fatto un sacrificio in onore di Achille, continua il dux,
"caedantur greges/fluatque nulli flebilis matri cruor "
(vv. 296 - 297), si ammazzino animali del gregge e scorra il sangue che non
faccia piangere nessuna madre umana.
Eppure c’è ancora chi considera la pena di morte un atto di giustizia e
plaude ai bombardamenti sulle abitazioni umane in nome della democrazia.
Chi ha voluto uccidere a sangue freddo Saddam Gheddafi e altri dittatori,
pure colpevoli, non è migliore di loro. Da comunista e umanista qual sono, non
ho mai approvato alcuna condanna a morte: nemmeno quella di Mussolini e dei
gerarchi nazisti. Forse perché sono un comunista eretico.
giovanni ghiselli.
[2] Questo principio è il motivo della contesa tra Antigone e Creonte
nell’Antigone di Sofocle e nelle successive.
[3] Il divieto di gioire per la morte del nemico è un tabù antico secondo
Freud il quale in Totem
e tabù indica alcune culture primitive che ne conservano manifestazioni
evidenti :"nell'isola di Timor..viene eseguita una danza, accompagnata da
un canto in cui si piange il nemico abbattuto e si chiede il suo
perdono"(p.58).
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