Anche
oggi diamo un’occhiata, da kritikoiv ossia
capaci di giudicare, al solito quotidiano che ci
tiene informati.
“La
frontiera degli ospizi. Operatori di nuovo positivi. Ancora sette
morti a Bologna, 643 dall’inizio dell’emergenza Covid. Le vittime
sono tra i 72 e i 99 anni” (“la Repubblica”, 4 giugno 2020, p.
2 di Bologna).
La
precisazione dell’età vuole suggerirci che le vittime non sono
importanti. Del resto sappiamo che gli operatori sono
lavoratori malpagati e di poco conto.
D’altro
canto si celebrano retoricamente gli eroi, e la televisione continua
a gorgheggiare: “tutto va ben, madama la marchesa”.
Questi
i fatti riferiti e criticati.
Ora
aggiungo il nesso con i miei autori con le citazioni che i lettori si
aspettano, giustamente, da me, e io mi sento in dovere di
accontentarli.
I
morti per virus, saliti a 33600 e rotti, sono come i defunti
descritti da Omero nella Nevkuia,
l’XI canto dell’Odissea: teste
svigorite (" ajmenhna;
kavrhna",
v. 29).
L’Ade
dell’Odissea “è
il più tremendo luogo della morte che l’Occidente abbia mai
rappresentato. Solo sterilità, spettralità, tenebra,
pietrificazione: nemmeno la minima traccia di memoria, o di speranza;
nemmeno il minimo segno che, anche qui, siamo coinvolti nel processo
della morte e resurrezione (…) Le anime che volteggiano, dopo il
rogo, sono secche, asciutte. Non posseggono né umore né liquido (…)
Le anime sono come immagini riflesse allo specchio: identiche alle
persone che furono in vita, ma indebolite, vacue, inafferrabili;
fuggono via appena le vogliamo abbracciare”[1].
Diversamente
da Virgilio, “Omero non fa scendere il suo eroe in un mondo
sotterraneo bello e pronto; ma Odisseo stesso scava una fossa, in cui
versa il sangue dell'ariete che ha ucciso, poi invoca le ombre che
sono costrette ad affollarsi intorno a lui ed egli chiama le une a
bere il sangue vivificante, perché gli parlino e gli possano dare
notizie, mentre scaccia con la spada le altre che si affollano
intorno a lui assetate di vita. Tutto accade qui in modo vivo ad
opera dell'eroe stesso, che non si comporta umilmente come Enea o
Dante. In Virgilio invece Enea discende ordinatamente agli Inferi, e
le scale, Cerbero, Tantalo e tutto il resto acquistano l'aspetto di
una casa ben tenuta, come in un freddo manuale di mitologia"[2].
I
caduti a Troia non hanno nemmeno una tomba mentre
Agamennone tornato a Micene è stato monumentalmente sepolto.
“Le
ceneri di Patroclo, di Achille, di Antiloco, di Aiace, riposano in
terra straniera (Od .,
3, 109 sgg.; 24, 76 sgg.). Non
c'è dunque il proposito di portare con sé in patria i resti del
cadavere. E allora? Il vero scopo dell'arsione dei cadaveri non si
deve cercare così lontano. Se si pensa che la distruzione del corpo
per mezzo del fuoco ha per effetto il completo distacco dell'anima
dalla terra dei vivi[3],
si deve ammettere che i sopravvissuti che provocano questo atto, lo
provocano appunto perché lo vogliono,
e che dunque la relegazione dell'anima nell'Ade fu lo scopo,
e l'intento di raggiungere questo scopo fu la ragione del sorgere
della cremazione (...) l'unico fine che si perseguiva in tal modo era
quello di produrre una pronta e completa separazione dell'anima dal
corpo". Insomma
si trattava di evitare la paura dei morti in "questo mondo
omerico fatto naturalmente solo per i forti, gli accorti ed i
potenti"[4].
La
confindustra, e gli affamati che affollano la greppia rifornita dai
padroni delle ferriere, o saltano a gara per afferrare con il ceffo
l'offa lanciata in aria da altri padroni, insistono a dire che il
virus non c’è più o addirittura non c’è stato mai: quindi:
“torniamo, ossia tornate, pure ad affollare le spiagge, i
supermercati i negozi, per il bene dell’economia che è la nostra
vera patria”. Questo vogliono darci da intendere.
Una
volta, non secoli fa, si mandavano i giovani qualunque, quelli non
protetti dal denaro o dal nome , a morire in querra con tali
menzogne.
Oggi,
cambiata la patria, i lor signori e i funzionari di questi fanno lo
stesso.
Io
rispondo che le mie patrie sono la cultura, la bellezza e l’amore.
Eppure nemmeno per queste nobili madri sono disposto a morire poiché
la madre di tutte le patrie è la vita. E tutte le vite hanno valore
per me.
giovanni
ghiselli
p.s.
questo blog è arrivato a 975513 letture, più di 355 al giorno da
quando l’ho aperto 7 anni e 4 mesi fa. Da qualche settimana supera
il numero di mille al giorno. Non credo che abbiano tanti
lettori quanti si mettono in lista per farsi presentare con i
propri scritti in televisione. Ringrazio ancora una volta il pubblico
che mi motiva.
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