NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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martedì 9 giugno 2020

Lettera aperta a Lucia Azzolina


Invito la bella ministra della Pubblica Istruzione a leggere queste parole  dell'Idiota  di Dostoevskij sulla bellezza femminile, quella di Aglaja Ivanovna del romanzo L'idiota  :"E' difficile giudicare la bellezza: non mi ci sono ancora preparato. La bellezza è un enigma (...) Una bellezza simile è una forza...con una simile bellezza si può rovesciare il mondo"[1].  Parlano il principe, poi Adelaida, sorella di Aglaja.
Le femministe mi daranno del bieco maschilista: invece di essere felice già per il fatto che tutta scuola dipende da una donna purché donna,  metto in rilievo che è bella. Lo faccio perché è l’unica, sebbene non secondaria qualità che ha fatto vedere finora. Quando legge due righe o le recita, si vede benissimo che dà voce ad altri, anche in contraddizione tra loro. Sembra una ragazzina che ripete quello che ha sentito dire. Allora: prendi coscienza della tua forza, scegliti consiglieri più bravi di quelli che hai intorno, poi fai di testa tua. La bellezza è quasi sempre anche bontà, mi hanno insegnato i Greci intendentissimi del bello : “un popolo che, eziandio nella lingua, faceva pochissima differenza dal buono al bello” (Leopardi, Detti memorabili di Filippo Ottonieri ).
Ricavo la difesa della bellezza anche dalle parole di un personaggio maschile della letteratua greca, a partire dall’epica , Paride che era bello e non si vergognava di esserlo, né gli spiaceva, tanto che aveva come amante la bellezza incarnata.
Il  terzo canto dell'Iliade  propone il contrasto tra i due più importanti principi troiani.
In testa all'esercito si fa vedere Paride con l'aspetto di  un dio (qeoeidhv" , v. 16), con pelle di pantera sopra le spalle, arco ricurvo e spada, e, per giunta, squassando due lance a punta di bronzo.
 Il bellimbusto sfidava tutti i campioni degli Achei. Ma quando Menelao, contento della preda, saltò a terra dal carro per affrontarlo, l’amante di Elena sbigottì in cuore e si ritirò presso i compagni.
Allora  Ettore lo assalì  con parole infamanti: gli diede del donnaiolo (gunaimanev") e seduttore (hjperopeutav v. 39), poi lo accusò di smentire l' aspetto splendido (ei\do" a[riste) con un cuore senza forza né valore (45), in quanto era uomo capace di portare via le donne agli uomini bellicosi ma non di affrontarli.
Paride è visto dal fratello quasi come un “miles gloriosus”.
Allora il bellissimo gli risponde di non biasimarlo e non rinfacciargli i doni amabili dell'aurea Afrodite (“mhv moi dw'r j ejrata; provfere crusevh"  jAfrodivth"", 64): nemmeno per te sono spregevoli i magnifici doni degli dèi (qew'n ejrikudeva dw'ra, v. 65) che del resto nessuno può scegliersi.
Quindi si presta ad affrontare in duello il rivale Menelao. Se la caverà solo in quanto salvato da Afrodite che amava gli amanti belli.

Dunque ministra Azzolina  e bella ragazza Lucia, non dare retta a quanti dicono male della tua bellezza: è un dono di dio, un talento che, come ogni altro, va valorizzato. Fatti aiutare dalla forza della tua venustà a emanciparti dagli imbecilli che per tenerti in pugno ti passano copioni cretini o insignificanti. Corri il rischio di smentire la tua bellezza recitando questo ruolo. La scuola va migliorata e potenziata con significati forti, non deve essere resa insipida e incolore con le scempiaggini che ti fanno dire. Io ti guardo perché sei bella, spero di potere ascoltarti presto mentre dirai parole piene di significato, di forza, e di una bellezza che confermi la tua.
giovanni ghiselli
p. s.
Sono nella scuola dal primo ottobre 1950 quando entrai nelle elementari Carducci di Pesaro. Ho poi studiato nelle medie Lucio Accio e nel liceo classico Terenzio Mamiani, sempre a Pesaro. Nel 63 sono venuto a Bologna dove ho studiato Lettere antiche. Dal 1969 sono entrato a tempo indeterminato in una scuola media del Veneto, poi, presa l’abilitazione in greco e latino, sono venuto a Bologna dove ho insegnato per 18 ore la settimana nei licei classici: prima in provincia, nel Rambaldi di Imola, poi nei due del capoluogo: il Minghetti e il Galvani.
Nel 2000 ho vinto un concorso per entrare nella SSIS dell’Alma Mater, l’università di Bologna: qui tenevo lezione, a contratto, ai giovani laureati in lettere classiche, dei tuoi coetanei più o meno. Insegnavo a insegnare greco. In questi dieci anni ho avuto il previsto semiesonero dall’insegnamento liceale.
Voglio dire che mi intendo parecchio di scuola. E anche di esami di maturità: ho fatto da scolaro la mia nel 63, poi dal 1981 ne ho fatte decine nei tre diversi possibili ruoli. Nei primi tempi era ancora un esame serio. Negli ultimi dieci anni prima della pensione ho lavorato anche nella commissione ministeriale che, presieduta dal bravo ispettore Favini, proponeva i brani di greco per l’esame di maturità.
Andato in pensione nell’autunno del 2010, ho continuato a tenere conferenze, un’attività iniziata nel 1995. Vado tuttora nelle scuole, soprattutto licei classici dove vengo invitato da colleghi e da ex allievi della SSIS diventati colleghi. Tengo conferenze anche in biblioteche, associazioni culturali, in festival vari e in alcune università italiane.
Lo faccio volentieri, spesso sine pecunia, per il piacere di informare e di educare. Cerco di aiutare chi mi ascolta con la lezione dei classici antichi che associo ai moderni e dei quali mi avvalgo per capire e fare il presente.
Cerco di rendere partecipe dei miei studi e delle mie riflessioni tutte le persone cui possono interessare attraverso il mio blog-giovanni ghiselli blog- che ha raccolto 981582 lettori da quando l’ho aperto, 7 anni e quattro mesi fa.
Ti saluto.
Bologna 9 giugno 2020 ore 18
giovanni ghiselli, detto gianni   



[1] F. Dostoevskij, L'idiota  (del 1869),  I, 7 (p. 96 e p. 101, trad it. Garzanti, 1973.

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