Invito
la bella ministra della Pubblica Istruzione a leggere queste parole dell'Idiota di Dostoevskij sulla bellezza femminile,
quella di Aglaja Ivanovna del romanzo L'idiota :"E' difficile giudicare la bellezza: non
mi ci sono ancora preparato. La bellezza è un enigma (...) Una bellezza simile
è una forza...con una simile bellezza si può rovesciare il mondo"[1].
Parlano il principe, poi Adelaida,
sorella di Aglaja.
Le femministe mi daranno del
bieco maschilista: invece di essere felice già per il fatto che tutta scuola
dipende da una donna purché donna, metto
in rilievo che è bella. Lo faccio perché è l’unica, sebbene non secondaria
qualità che ha fatto vedere finora. Quando legge due righe o le recita, si vede
benissimo che dà voce ad altri, anche in contraddizione tra loro. Sembra una
ragazzina che ripete quello che ha sentito dire. Allora: prendi coscienza della
tua forza, scegliti consiglieri più bravi di quelli che hai intorno, poi fai di
testa tua. La bellezza è quasi sempre anche bontà, mi hanno insegnato i Greci
intendentissimi del bello : “un popolo che, eziandio nella lingua, faceva
pochissima differenza dal buono al bello” (Leopardi, Detti memorabili di Filippo Ottonieri ).
Ricavo la difesa della
bellezza anche dalle parole di un personaggio maschile della letteratua greca,
a partire dall’epica , Paride che era bello e non si vergognava di esserlo, né
gli spiaceva, tanto che aveva come amante la bellezza incarnata.
Il terzo canto dell'Iliade propone il contrasto tra i due più importanti
principi troiani.
In
testa all'esercito si fa vedere Paride con l'aspetto di un dio (qeoeidhv" , v. 16), con pelle di
pantera sopra le spalle, arco ricurvo e spada, e, per giunta, squassando due
lance a punta di bronzo.
Il bellimbusto sfidava tutti i campioni degli
Achei. Ma quando Menelao, contento della preda, saltò a terra dal carro per
affrontarlo, l’amante di Elena sbigottì in cuore e si ritirò presso i compagni.
Allora Ettore lo assalì con parole infamanti: gli diede del donnaiolo
(gunaimanev") e seduttore (hjperopeutav v. 39), poi lo accusò di smentire l' aspetto
splendido (ei\do" a[riste) con un cuore senza forza né valore (45), in quanto
era uomo capace di portare via le donne agli uomini bellicosi ma non di
affrontarli.
Paride
è visto dal fratello quasi come un “miles
gloriosus”.
Allora
il bellissimo gli risponde di non biasimarlo e non rinfacciargli i doni amabili
dell'aurea Afrodite (“mhv moi dw'r j ejrata; provfere
crusevh" jAfrodivth"", 64): nemmeno per te
sono spregevoli i magnifici doni degli dèi (qew'n ejrikudeva dw'ra, v. 65) che del resto
nessuno può scegliersi.
Quindi
si presta ad affrontare in duello il rivale Menelao. Se la caverà solo in
quanto salvato da Afrodite che amava gli amanti belli.
Dunque
ministra Azzolina e bella ragazza Lucia,
non dare retta a quanti dicono male della tua bellezza: è un dono di dio, un
talento che, come ogni altro, va valorizzato. Fatti aiutare dalla forza della
tua venustà a emanciparti dagli imbecilli che per tenerti in pugno ti passano
copioni cretini o insignificanti. Corri il rischio di smentire la tua bellezza
recitando questo ruolo. La scuola va migliorata e potenziata con significati
forti, non deve essere resa insipida e incolore con le scempiaggini che ti
fanno dire. Io ti guardo perché sei bella, spero di potere ascoltarti presto
mentre dirai parole piene di significato, di forza, e di una bellezza che
confermi la tua.
giovanni
ghiselli
p.
s.
Sono
nella scuola dal primo ottobre 1950 quando entrai nelle elementari Carducci di
Pesaro. Ho poi studiato nelle medie Lucio Accio e nel liceo classico Terenzio
Mamiani, sempre a Pesaro. Nel 63 sono venuto a Bologna dove ho studiato Lettere
antiche. Dal 1969 sono entrato a tempo indeterminato in una scuola media del
Veneto, poi, presa l’abilitazione in greco e latino, sono venuto a Bologna dove
ho insegnato per 18 ore la settimana nei licei classici: prima in provincia, nel
Rambaldi di Imola, poi nei due del capoluogo: il Minghetti e il Galvani.
Nel
2000 ho vinto un concorso per entrare nella SSIS dell’Alma Mater, l’università
di Bologna: qui tenevo lezione, a contratto, ai giovani laureati in lettere
classiche, dei tuoi coetanei più o meno. Insegnavo a insegnare greco. In questi
dieci anni ho avuto il previsto semiesonero dall’insegnamento liceale.
Voglio
dire che mi intendo parecchio di scuola. E anche di esami di maturità: ho fatto
da scolaro la mia nel 63, poi dal 1981 ne ho fatte decine nei tre diversi
possibili ruoli. Nei primi tempi era ancora un esame serio. Negli ultimi dieci
anni prima della pensione ho lavorato anche nella commissione ministeriale che,
presieduta dal bravo ispettore Favini, proponeva i brani di greco per l’esame
di maturità.
Andato
in pensione nell’autunno del 2010, ho continuato a tenere conferenze, un’attività
iniziata nel 1995. Vado tuttora nelle scuole, soprattutto licei classici dove
vengo invitato da colleghi e da ex allievi della SSIS diventati colleghi. Tengo
conferenze anche in biblioteche, associazioni culturali, in festival vari e in
alcune università italiane.
Lo
faccio volentieri, spesso sine pecunia, per il piacere di informare e di
educare. Cerco di aiutare chi mi ascolta con la lezione dei classici antichi
che associo ai moderni e dei quali mi avvalgo per capire e fare il presente.
Cerco
di rendere partecipe dei miei studi e delle mie riflessioni tutte le persone
cui possono interessare attraverso il mio blog-giovanni ghiselli blog- che ha
raccolto 981582 lettori da quando l’ho aperto, 7 anni e quattro mesi fa.
Ti
saluto.
Bologna
9 giugno 2020 ore 18
giovanni
ghiselli, detto gianni
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