Le due u{brei~ di Settembrini (La montagna incantata - magica - di T. Mann). Ci sono
anche due forme di e[ri~ (Esiodo) e di aijdwv~ (Ippolito di Euripide). I significati delle parole possono capovolgersi, e anche quelli dei
personaggi della tragedia (Edipo), o della storia (Dario III): da re a farmakoiv.
Settembrini, l’ umanista “chiacchierone pieno di
frasi”[1] di La Montagna Incantata,
il “loquace razionalista e umanista”[2] distingue una u{bri~ buona da
un'altra cattiva, e santifica quella di Prometeo in quanto essa è amica
dell'umanità: “E che cos’era l’umanesimo? Era amore per l’umanità, nient’altro,
e perciò era anche politica (…) Prometeo! Era stato lui il primo umanista,
identico a quel Satana cui Carducci aveva dedicato il suo inno”[3]. Il “vecchio anticlericale bolognese”[4] celebra Satana per il suo essersi ribellato a un despota
oscurantista: “Salute, O Satana/ O ribellione,/O forza vindice/Della ragione!”[5].
Ma la "Hybris" della ragione contro le oscure
potenze è altissima umanità, e se chiama su di sé la vendetta di dèi invidiosi
(...) questa è sempre una rovina onorata. Anche l'azione di Prometeo era
"Hybris" e il suo tormento sulla roccia scita noi lo consideriamo il
martirio più santo. Ma come siamo invece di fronte all'altra
"Hybris", a quella contraria alla ragione, all'"Hybris"
della inimicizia contro la schiatta umana?"[6].
Possono esserci dunque due u{brei~, come due e[ride~.
Esiodo
nelle Opere e giorni distingue due diversi tipi di [eri": quella cattiva che fa crescere la
guerra malvagia e la lotta (v. 14), e l'altra che, generata prima della sorella
dalla Notte, Zeus pose alle radici della terra (v. 19), cioè alla base del
progresso umano. Questa suole svegliare al lavoro anche l'ozioso. Allora il
vasaio gareggia con il vasaio, l'artigiano con l'artigiano, il mendico con il
mendico e l'aedo con l'aedo (vv. 24 - 26)[7].
Nietzsche commenta la doppia [Eri~ di Esiodo con queste parole: "tutta l'antichità greca la pensa
diversamente da noi circa l'astio e l'invidia e giudica come Esiodo, il quale
designa come cattiva una sola Eris, quella cioè che trascina gli uomini gli uni
contro gli altri in animose lotte distruttrici, e stima invece buona un'altra
Eris, che, come gelosia, astio e invidia, sprona gli uomini all'azione, ma non
all'azione della lotta distruttrice, bensì a quella del certame ( ...)
Togliamo invece il certame della vita greca, subito ci affacceremo su
quell'abisso preomerico che è il feroce stato selvaggio di odio e di voglia
d'annientamento"[8].
"Eros
si associa a Eris, Lotta, quella Eris che Esiodo, nelle Opere e Giorni ,
colloca "alle radici della terra" (v. 19)[9].
Anche nel
grande amore di Anna Karenina e
Vronskij a un certo punto entra la cattiva Eris, ossia lo spirito della
competizione distruttiva dovuta al fatto che lui era in allarme per la propria
autonomia minacciata dall'amante; ella a sua volta:" sentì che, a fianco
dell'amore che li univa, fra loro
si era insediato un certo malvagio spirito di dissidio e che lei
non poteva scacciarlo dal cuore di lui, né, ancor meno, dal proprio"[10]. Perfino le espressioni di approvazione diventano sospette e allarmanti
quando l'amore, in uno solo dei due, è in fase calante: "C'era qualcosa di
offensivo nel fatto che egli avesse detto: "Questo sì che va bene",
come si dice ai bambini quando smettono di fare i capricci; e ancor più
offensivo era quel contrasto fra il tono di colpa che aveva lei e quello sicuro
di sé di lui: e per un istante Anna sentì sollevarsi dentro di sé il desiderio
di lotta; ma, fatto uno sforzo su se stessa, lo soffocò e accolse Vronskij con
la stessa allegria di prima" (p. 746). Tuttavia la simulazione non regge:
"anche sapendo che si rovinava, non poté non fargli vedere quanto lui
avesse torto, non poteva sottomettersi" (p. 747),
Capita spesso, quasi sempre purtroppo, che gli amanti
diventino nemici.
Aijdwv~ è considerato
da Esiodo uno dei pilastri del vivere umano e civile: nelle Opere e
giorni il poeta afferma che nell'ultima fase dell' empia età ferrea
gli uomini nasceranno con le tempie bianche (poliokrovtafoi, v. 181), oltraggeranno i genitori
che invecchiano, useranno il diritto del più forte, la giustizia starà nelle
mani (divkh d j ejn cersiv , v. 192) e se ne andranno Cavri" , Gratitudine; Aijdwv" Pudore e Rispetto; Nevmesi" , lo Sdegno; quindi non vi
sarà più scampo dal male "kakou' d j oujk e[ssetai ajlkhv" (v. 201).
“Aijdwv~ è generalmente tradotto con
‘Pudore’ o ‘Senso di onore’, e Nevmesi~ con una frase goffa se pur
esatta, ‘Giusta Indignazione’. La grande caratteristica di ambedue questi
princìpi, come in genere dell’Onore, è che essi sono attivi solo quando l’uomo
è libero: qualora non vi sia coercizione (…) Aijdwv~ è ciò che si prova per una
azione commessa da noi. Nevmesi~ è ciò che si prova per l’azione commessa da un
altro (…) Quando gli anziani di Troia guardano Elena, ‘Bene’ essi dicono, ‘se
gli uomini combattono e muoiono per una donna come quella, ouj nevmesi~, nessuno può rimproverarli’ (G 157)”[11].
Ma Fedra
nell'Ippolito di Euripide attribuisce un doppio significato
alla parola aijdwv~: "bisogna considerare questo:/il bene lo
conosciamo e riconosciamo,/ma non lo costruiamo nella fatica (oujk
ejkponou'men[12]: alcuni per infingardaggine (ajrgiva" u{po),/ alcuni anteponendogli qualche
altro piacere./ E sono molti i piaceri della vita:/lunghe conversazioni,
l'ozio, diletto cattivo, e l'irrisolutezza (scolhv, terpno;n kakovn, - aijdwv~
te) "(vv.379
- 385). Esistono dunque due forme di aijdwv~: “ dissai; d’
eisivn, h{ me;n ouj kakhv, - h{ d j a[cqo~ oi[kwn” (vv. 385 - 386), una non cattiva, l’altra invece
dolore delle famiglie. Il ritegno buono, forse, è quello che trattiene dal fare
il male, quello cattivo dal fare il bene. Ma, continua Fedra, se la circostanza
dell’uno e dell’altro fosse chiara, non ci sarebbero queste due cose con le
stesse lettere.
Non solo il
significato delle parole può essere ribaltato, ma anche quello delle persone:
nella tragedia il re si capovolge spesso in farmakov~ : nell’Edipo re di
Sofocle, per esempio. E non solo nella tragedia: nelle Historiae
Alexandri Magni di Curzio Rufo, il re Dario III, più volte sconfitto
da Alessandro Magno, captivus servorum suorum in sordidum vehiculum
imponitur (5, 12, 16), prigioniero dei suoi servi[13],
viene messo su una lurida carretta. Quindi i traditori lo incatenarono con ceppi
d’oro “nova ludibria subinde excogitante fortuna ” 5, 12, 20, in
quanto la fortuna trovava sempre nuove beffe. Chi sono questi farmakoiv?
“Noi diremmo
‘spaventapasseri’ o ‘Guy Fawkeses’[14]?
La parola significa letteralmente ‘medicine umane’ ovvero ‘capri espiatori’”[15].
giovanni
ghiselli
[2] T. Mann, Introduzione
alla “Montagna incantata” , in T. Mann, Nobiltà dello spirito
e altri saggi, p. 1517.
[7] “Oh quanto è sottile e invisibile
quasi la differenza che passa fra il seme delle nostre virtù e dei nostri
vizi!” ( Vittorio Alfieri, Vita, 1, 5) .
Ricordano
il terrorista cattolico che nel 1605 organizzò la cosiddetta Congiura
delle polveri per far saltare in aria il Parlamento con il re Giacomo
I. Scoperto, venne giustiziato.
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