NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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venerdì 26 giugno 2020

Consigli per l'esame di maturità. Parte 27. Capovolgimento del significato di parole e di personaggi

Guérin, Enea e Didone

Premessa
Le ultime notizie sul virus non sono buone. Quindi nemmeno quelle sulla scuola. Qui a Bologna “Il focolaio Bartolini si estende. E in regione l’epidemia torna a salire” (“la Repubblica”, 26 giugno 2020, p. 5 di Bologna cronaca).
Non sono sicuro di poter riprendere le mie conferenze che mi mancano.
Provo a supplire continuando a pubblicare qui sul mio blog i capitoli della metodologia che ritengo preziosa. Per me costituisce un ripasso e uno stimolo a estendere alcuni argomenti, ad ampliarli e approfondirli.
Lo stesso credo che valga per quanti mi leggono
Sono del resto certo che prima o poi tornerò a parlare in pubblico  e a confrontarmi con quanti mi ascoltano.

Capovolgimento di significati di parole e diverse valutazioni di un un “personaggio chiave” quale Enea

Il significato della  pudicitia viene capovolto dal malcostume dell’adulterio.
La pietas sovvertita o criticataPlauto (Asinaria)Ovidio smaschera e ridicolizza il “pius” Enea denunciando il suo ruolo di seduttore.

Seneca nel De beneficiis scrive: “Numquid iam ullus adulterii pudor est, postquam eo ventum est, ut nulla virum habeat, nisi ut adulterum inritet? Argumentum est deformitatis pudicitia[1]” (III, 16, 3): c’è forse più un poco di vergogna dell’adulterio, dopo che si è arrivati al punto che nessuna donna ha il marito, se non per stimolare l’amante? La pudicizia è prova di bruttezza.
Il valore positivo della pudicitia è capovolto.

Il significato comune di alcune parole chiave è stato talora sovvertito, talora interpretato in maniera anomala.

Il sovvertimento può riguardare la pietas: lo fa, nell'Asinaria di Plauto, la lena Cleareta parlando con la figlia, la meretrix Filenia la quale non vuole più obbedire alla madre ruffiana, prostituendosi, poiché si è innamorata: "Hoccine est pietatem colere, matri imperium minuere?/An decorum est adversari meis te praeceptis? " (vv. 508-509), questo è praticare la devozione, scemare l'autorità materna? Oppure è bello che tu ti opponga alle mie regole?
Pietas erga matrem dunque sarebbe che la figlia si prostituisse.

Una reputazione consolidata di pietas può essere criticata, o derisa.
Come da Ovidio riguardo alla fama del pius Enea. "Tra gli amanti infedeli è menzionato Enea, che causò la morte di Didone; e tuttavia egli “famam pietatis habet “ (Ars  III 39): giocosa polemica con Virgilio che aveva giustificato il suo pio eroe"[2]. Nel proemio dell'Eneide[3] in effetti Virgilio domanda con meraviglia: "Musa, mihi causas memora, quo numine laeso,/quidve dolens regina deum tot volvere casus/insignem pietate virum, tot adire labores/impulerit. Tantaene animis caelestibus irae?" (vv, 8-11), o Musa, dimmi le ragioni, per quale offesa volontà divina, o di che cosa dolendosi la regina degli dèi abbia spinto un uomo insigne per la devozione a passare per tante peripezie, ad affrontare tante fatiche. Così grandi sono le ire nell'animo dei celesti?
 Ebbene Ovidio trova la ragione delle grandi ire divine:  dopo avere affermato che gli uomini ingannano spesso, più spesso delle tenere fanciulle (saepe viri fallunt, tenerae non saepe puellaeArs, III, 31) il poeta  aggiunge Enea al duetto dei seduttori  perfidi,  il fallax Iaso  (Ars, III, 33) e Teseo[4]: "et famam pietatis habet, tamen hospes et ensem[5]/praebuit et causam mortis, Elissa, tuae" (Ars, III, 39-40), ha la nomèa di uomo pio, tuttavia da ospite ti offrì la spada e il motivo della morte tua, Elissa.
In A midsummer-night’s dream Hermia accoglie questa interpretazione di Enea e lo menziona come amante infido: “when the false Troyan under sail was seen” (I, 1), quando il Troiano falso fu visto alzare la vela.

Ovidio dunque smaschera Enea e il vate che lo celebra come antenato di Augusto.

    



[1] Si ricordi l’irrisorio “casta est quam nemo rogavit” di Ovidio (Amores, I, 8, 44), è casta quella cui nessuno ha fatto proposte.
[2] A. La Penna, Fra teatro, poesia e politica romana , p. 189.
[3] Scritta fra il 29 e il 19 a. C.
[4] Tanto perfido questo che, se fosse dipeso da lui, Arianna avrebbe nutrito gli uccelli marini (Ars, III, 35-36). La Fedra di Seneca entrando in scena, afferma che la fedeltà di Teseo è quella di sempre: “stupra et illicitos toros/Acheronte in imo quaerit Hippolyti pater” ( Fedra, vv. 97-98), cerca adulterii e letti illegittimi il padre di Ippolito in fondo all’Acheronte. Interessante è la versione dell’Odissea (11, 324-325) : Artemide uccise Arianna in Dia in seguito alle accuse di Dioniso abbandonato per Teseo che comunque rimane il seduttore principe.
[5] Spada lasciata da Enea ( Eneide, IV, 507) e impiegata quale dono funesto (non hos quaesitum munus in usus., Eneide,  IV, 647,  dono richiesto non per questo uso. 

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