Movida
è un vocabolo abusato e fuorviante. Dovrebbe significare persone in
movimento, invece ora designa assembramenti, per lo più statici a
lungo, di ragazze e ragazzi che
fanno pensare a un gregge o a un branco secondo che siano sedati o
scatenati da quanto hanno bevuto o mangiato. Io credo che assiepati
così sia difficile muoversi senza urtarsi
e
non sia facile nemmeno parlare scambiandosi idee e sentimenti.
E’
comunque facile contagiarsi, in tutti i sensi.
Quando
si scatenano le zuffe e le risse più furibonde poi viene in mente
l’età del ferro, il tempo della più completa e totale
peccaminosità descritta da Esiodo, Ovidio e nei Vangeli.
Patiamo
da Esiodo (seconda metà dell’ VIII secolo a. C.).
Nelle Opere
e giorni il poeta afferma che nell'ultima fase dell'
empia età ferrea gli uomini nasceranno con le tempie bianche
(poliokrovtafoi, v. 181)
oltraggeranno i genitori che invecchiano, useranno il diritto del più
forte, la giustizia starà nelle mani (divkh
d j ejn cersiv , v. 192) e se ne
andranno Cavri" ,
Gratitudine, Aijdwv" Rispetto
e Pudore, Nevmesi" ,
lo Sdegno; quindi non vi sarà più scampo dal male
"kakou' d j oujk
e[ssetai ajlkhv" (v. 201).
Quindi
il Peligno Ovidio di Sulmona (65 a. C.- 8 d. C.)
Durante
l'ultima età, quella del metallo più vile, ogni infamia
irruppe nel genere umano:" omne nefas, fugitque
pudor verumque fidesque;/in quorum subiere locum
fraudesque dolusque/insidiaeque et vis et amor sceleratus habendi.
/vela dabat ventis (nec adhuc bene noverat illos)/ navita, quaeque
diu steterant in montibus altis/fluctibus ignotis exsultavere
carinae; /communemque prius ceu lumina solis et auras/cautus humum
longo signavit limite mensor./nec tantum segetes alimentaque debita
dives/ pascebatur humus, sed itum est in viscera terrae/quasque
recondiderat Stygiisque admoverat umbris/effodiuntur opes,
inritamenta malorum;/ iamque nocens ferrum ferroque nocentius aurum/
prodierat: prodit bellum, quod pugnat utroque,/sanguineaque manu
crepitantia concutit arma./ Vivitur ex rapto; non hospes ab hospite
tutus,/non socer a genero, fratrum quoque gratia rara est./Imminet
exitio vir coniugis, illa mariti;/lurida terribiles miscent aconita
novercae;/filius ante diem patrios inquirit in annos./Victa iacet
pietas, et Virgo caede madentis,/ultima caelestum, terras Astraea
reliquit" (Metamorfosi, I, 129-150) e fuggì il
pudore la sincerità, la fiducia; e al posto di questi valori
subentrarono le frodi, gli inganni, le insidie e la violenza e
l'amore criminale del possesso. Dava le vele ai venti senza ancora
conoscerli bene, il marinaio, e le chiglie che a lungo erano state
dritte sugli alti monti saltarono sui flutti non conosciuti, e la
terra, prima di tutti come la luce del sole e l’aria, segnò con un
lungo confine il misuratore guardingo. E alla terra ricca non si
richiedevano soltanto le messi e il sostentamento dovuto, ma si entrò
nelle viscere del globo e le risorse che aveva nascosto e riposto tra
le ombre del fiume dell’odio, si estraggono , stimolo
dei mali; e già il ferro funesto e, più funesto del ferro, l'oro
era venuto alla luce : venne alla luce la guerra, che combatte con
l'uno e con l'altro, e con mano sanguinaria scuote ordigni che
scoppiano. Si vive di rapina; l'ospite non è al riparo dall'ospite,
non il suocero dal genero, anche l'accordo tra fratelli è poco
frequente. Il marito minaccia di rovina la moglie, questa il marito;
mescolano squallide pozioni velenose le terrificanti matrigne; il
figlio scruta la morte anzi tempo negli anni del padre. Giace
sconfitta la carità e la Vergine Astrèa, ultima dei celesti, ha
lasciato le terre sporche di strage.
Infine
la Seconda Lettera a Timoteo di
Paolo
Hoc
autem scito quod in novissimis diebus- ejn
ejscavtai" hjmevrai"-instabunt tempora periculosa.
Erunt homines seipsos amantes, cupidi, elati-ajlazovne"-superbi,
blasphemi, parentibus non
oboedientes, ingrati, scelesti (…) sed ultra non proficient,
insipientia enim eorum manifesta erit omnibus. (3, 1-2 e 9)
Per
quanto riguarda l’insipientia (a[noia)
ieri il solito onestissimo signor Capezzone studioso e fine
conoscitore di storia, quella romana in particolare, ha tuonato
contro la sindaca Raggi dicendo con voce grossa che dal tempo di
Nerone Roma non veniva amministrata tanto male.
Hai
la mia solidarietà Virginia: le persone calunniate e maltrattate mi
sono simpatiche da sempre.
Soprattutto
se sono donne giovani e carine.
Del
resto tali nefandezze si ritorcono sempre sui nefandi calunniatori.
Concludo
tornando a Esiodo, uno dei profeti della Giustizia:
“Appronta
mali a se stesso , un uomo che li prepara per un altro
e
il progetto cattivo è pessimo per chi lo ha progettato”
( hj
de; kakh; boulh; tw`/ bouleusanti kakivsth)
Opere
e giorni,
265-266).
Bologna
9 giugno ore 11, 55. giovanni ghiselli
p.
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Ottimo! Margherita Alessandro
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