NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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martedì 9 giugno 2020

La cosiddetta 'movida' e l’età del ferro

Movida è un vocabolo abusato e fuorviante. Dovrebbe significare persone in movimento, invece ora designa assembramenti, per lo più statici a lungo, di ragazze e ragazzi  che fanno pensare a un gregge o a un branco secondo che siano sedati o scatenati da quanto hanno bevuto o mangiato. Io credo che assiepati così sia difficile muoversi senza urtarsi
 e non sia facile nemmeno parlare scambiandosi idee e sentimenti.
E’ comunque facile contagiarsi, in tutti i sensi.
 Quando si scatenano le zuffe e le risse più furibonde poi viene in mente l’età del ferro, il tempo della più completa e totale peccaminosità descritta da Esiodo, Ovidio e nei Vangeli.

Patiamo da Esiodo (seconda metà dell’ VIII secolo a. C.).
Nelle Opere e giorni  il poeta afferma che nell'ultima fase dell' empia età ferrea gli uomini nasceranno con le tempie bianche (poliokrovtafoi, v. 181) oltraggeranno i genitori che invecchiano, useranno il diritto del più forte, la giustizia starà nelle mani (divkh d  j ejn cersiv , v. 192) e se ne andranno Cavri" , Gratitudine, Aijdwv"  Rispetto e Pudore,  Nevmesi" , lo Sdegno; quindi  non vi sarà più scampo dal male "kakou' d  j oujk e[ssetai ajlkhv" (v. 201).

Quindi il Peligno Ovidio di Sulmona (65 a. C.- 8 d. C.)
Durante l'ultima età, quella del metallo più vile,  ogni infamia irruppe nel genere umano:" omne nefas,  fugitque pudor  verumque fidesque;/in quorum subiere locum fraudesque dolusque/insidiaeque et vis et amor sceleratus habendi. /vela dabat ventis (nec adhuc bene noverat illos)/ navita, quaeque diu steterant in montibus altis/fluctibus ignotis exsultavere carinae; /communemque prius ceu lumina solis et auras/cautus humum longo signavit limite mensor./nec tantum segetes alimentaque debita dives/ pascebatur humus, sed itum est in viscera terrae/quasque recondiderat Stygiisque admoverat umbris/effodiuntur opes, inritamenta malorum;/ iamque nocens ferrum ferroque nocentius aurum/ prodierat: prodit bellum, quod pugnat utroque,/sanguineaque manu crepitantia concutit arma./ Vivitur ex rapto; non hospes ab hospite tutus,/non socer a genero, fratrum quoque gratia rara est./Imminet exitio vir coniugis, illa mariti;/lurida terribiles miscent aconita novercae;/filius ante diem patrios inquirit in annos./Victa iacet pietas, et Virgo caede madentis,/ultima caelestum, terras Astraea reliquit" (Metamorfosi, I, 129-150) e fuggì il pudore la sincerità, la fiducia; e al posto di questi valori subentrarono le frodi, gli inganni, le insidie e la violenza e l'amore criminale del possesso. Dava le vele ai venti senza ancora conoscerli bene, il marinaio, e le chiglie che a lungo erano state dritte sugli alti monti saltarono sui flutti non conosciuti, e la terra, prima di tutti come la luce del sole e l’aria, segnò con un lungo confine il misuratore guardingo. E alla terra ricca non si richiedevano soltanto le messi e il sostentamento dovuto, ma si entrò nelle viscere del globo e le risorse che aveva nascosto e riposto tra le ombre del fiume dell’odio,  si estraggono , stimolo dei mali; e già il ferro funesto e, più funesto del ferro, l'oro era venuto alla luce : venne alla luce la guerra, che combatte con l'uno e con l'altro, e con mano sanguinaria scuote ordigni  che scoppiano. Si vive di rapina; l'ospite non è al riparo dall'ospite, non il suocero dal genero, anche l'accordo tra fratelli è poco frequente. Il marito minaccia di rovina la moglie, questa il marito; mescolano squallide pozioni velenose le terrificanti matrigne; il figlio scruta la morte anzi tempo negli anni del padre. Giace sconfitta la carità e la Vergine Astrèa, ultima dei celesti, ha lasciato le terre sporche di strage.

Infine la Seconda Lettera a Timoteo di Paolo
Hoc autem scito quod in novissimis diebus- ejn ejscavtai" hjmevrai"-instabunt tempora periculosa. Erunt homines seipsos amantes, cupidi, elati-ajlazovne"-superbi, blasphemi, parentibus  non oboedientes, ingrati, scelesti (…) sed ultra non proficient, insipientia enim eorum manifesta erit omnibus. (3, 1-2 e 9)
Per quanto riguarda l’insipientia (a[noia) ieri il solito onestissimo signor Capezzone studioso e fine conoscitore di storia, quella romana in particolare, ha tuonato contro la sindaca Raggi dicendo con voce grossa che dal tempo di Nerone Roma non veniva amministrata tanto male.
Hai la mia solidarietà Virginia: le persone calunniate e maltrattate mi sono simpatiche da sempre.
Soprattutto se sono donne giovani e carine.
Del resto tali nefandezze si ritorcono sempre sui nefandi calunniatori.

Concludo tornando a Esiodo, uno dei profeti della Giustizia:
Appronta mali a se stesso , un uomo che li prepara per un altro
e il progetto cattivo è pessimo per chi lo ha progettato”
 hj de; kakh; boulh; tw`/ bouleusanti kakivsth)
Opere e giorni, 265-266).

Bologna 9 giugno ore 11, 55. giovanni ghiselli

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