Bruno Cengarle, Dipinti e disegni |
Nel Prometeo incatenato ci
sono altre presenze femminili: la schiera amica ( v. 128) delle Oceanine che costituiscono il coro.
Sono figlie di Teti la feconda, e di Oceano che avvolge la terra con una
corrente senza sonno (v. 139). Queste creature parteggiano per Prometeo
che ha sposato Esione, una loro sorella, e lo compatiscono anche se sanno
che oramai comanda Zeus con nuove leggi ( v. 149) illegalmente, dispoticamente ( , v. 150). Prometeo dice loro che un giorno Zeus avrà
bisogno di lui e la corifea lo ammonisce (v. 180), parli troppo liberamente.
Anche la deve porsi dei limiti. La natura di Zeus del resto è inaccessibile e
ha un cuore inesorabile ( ,
vv. 184 - 185).
Prometeo racconta la sua storia con il
consiglio ricevuto dalla madre che gli suggerì di agire non con la forza ma con
l’astuzia ( v.
213).
I Titani nati da Urano e dalla Terra non
lo ascoltavano e Prometeo diede retta alla madre schierandosi con Zeus.
Crono fu sconfitto e finì nel Tartaro. Ma
Zeus ha la malattia del tiranno: che non è fedele a chi lo ha aiutato. Il
dispotico dio voleva annientare la stirpe umana. Nessuno si oppose a questi
piani, tranne me: “ (
234). Liberò i mortali dall’essere dispersi nella morte
Il coro piange la sconfitta dei vecchi dèi
contro i quali Zeus mostra la lancia del suo trionfo.
Il dolore di Prometeo addolora molti
popoli barbari: Amazzoni, Sciti, Arabi. Piange il mare e l’Ade e i fiumi.
Poi Prometeo si vanta di avere dato
pensiero e coscienza ai mortali
Prima , volgendo lo sguardo lo volgevano
invano, ascoltando non udivano (v. 448), somigliavano a forme di sogno, non
conoscevano le case di mattoni esposte al sole ( , 450. mattone). Vivevano sottoterra come labili
formiche, in grotte fonde, senza sole. Prometeo ha insegnato loro tutto: i
numeri, le lettere, l’aggiogamento degli animali, la navigazione. Non avevano
farmaci, e io indicai loro miscele di salutari rimedi che tengono lontani tutti
i morbi. E ordinai le molte forme della mantica e l’interpretazione dei sogni
(485 - 6) e dei presagi, i voli degli uccelli, gli auspici, l’aruspicini. Aprii
anche gli occhi dei mortali ai presagi della fiamma. Ho scoperto i metalli.
Tutte le tecniche derivano da Prometeo :" (v. 507).
Poi comincia il Terzo episodio con
l’ingresso di Iò.
Chiede all’incatenato in che cosa ha
fallato lui e in quale terra sia giunta lei, l’errante. La ragazza dice (v.
566), l’assillo mi punge infelice e lo spettro di Argo tellurico.
Io teme vedendo il bovaro dagli
innumerevoli occhi ( (568
- 9)
Argo avanza con occhio perfido, neppure
morto la terra lo ricopre, ma dà la caccia all’infelice e la fa errare digiuna
lungo la sabbia della costa (572 - 573).
Dove mi portano questi passi lungivaganti.
Io chiede a Zeus in che cosa ha sbagliato
per essere aggiogata a tali tormenti.
A sazietà mi hanno sfiancata i molto
erranti errori ( 585
- 6 e non so come sfuggire alle pene. Ascolti il grido della vergine dalle
corna di bue?
Prometeo non può non sentire l’assillata
fanciulla ( e faccio girare) (589) la figlia di Inaco amata da Zeus e invisa a Era.
Io chiede a Prometeo chi sia l’infelice
che parla all’infelice e vede la malattia mandata dagli dèi che “mi consuma ( ) pungendomi con aculei terribili, (598)
Prometeo dunque dice a Io che vede (611)
quello che ha donato il fuoco ai mortali.
Poi Io vorrebbe sapere quando finirà il
suo errare
Prometeo le risponde che è meglio per
lei non apprendere il futuro:" ",
v. 624. Cfr. Aiace al figlio
Io insiste ma le Oceanine, sorelle di
Inaco, vogliono prima sentire il racconto delle vicende passate da Io ( e , spingo, scioto)
Io ha pudore di raccontare (v. 643), la
tempesta divina.
Il racconto di Io. Le giungevano , visioni
notturne (645)
Le dicono ; (648 - 649). Zeus ti desidera.
Vai sul prato di Lerna
Io rivelò i suoi sogni al padre Inaco
Questi manda indovini a Pito e a Dodona
che riferivano oracoli ambigui e insensato
Il responso finale è che Inaco deve
cacciare la figlia agli estremi confini della terra. Padre cacciò la figlia (v.
670)
Lo costringeva il freno di Zeus (671)
La ragazza subisce una metamorfosi : diviene
cornuta ( , 674) e, punta
dall’assillo dalla bocca aguzza ( 674 - 675), balza verso la sorgente Cercnea (in
Argolide) e la fonte di Lerna
Il pastore Argo la seguiva fissando i suoi
passi con occhi fitti
Poi all’improvviso Argo muore e Io avanza
di terra in terra.
Il Coro depreca una simile sorte per sé.
Prometeo le dice che c’è dell’altro e Io
lo vuole sapere.
La giovinetta dovrà sopportare molti
dolori da Era
Arriverà tra gli Sciti che vivono sui
carri e tirano frecce.
Devi passare oltre. A sinistra ci sono i
Calibi (v.
Erodoto afferma senza giri di parole che è stato creato per il male
dell’uomo (Storie, I, 68, 4).
Bisogna guardarsene: sono feroci e inospitali.
Poi il fiume , da non guadare, poi il Caucaso (720) dove il fiume esala il
suo furore. Superate le vette, volgiti a Occidente. Giungerai alla schiera
delle Amazzoni che odia i maschi ( ). Esse ti
guideranno. Arriverai allo stretto Cimmerico e a quello Meotico che da te
prenderà il nome di Bosforo. Poi andrai in Asia. Tremendo è il tiranno degli
dèi (736) che lascia una fanciulla in tali difficoltà. E’ un pretendente amaro alle
tue nozze
Iò vuole gettarsi dalla rupe, ma Prometeo le fa notare che i suoi tormenti
sono anche peggiori.
Comunque Zeus dovrà venire a patti con il Titano che conosce un segreto:
“Contrarrà nozze di cui dovrà pentirsi” (v. 764)
Non avrà scampo se io non verrò sciolto dai ceppi: “ ”(v. 770)
Mi libererà il tuo XIII discendente
Ma prima Prometeo rivela a Iò il suo agitato vagare; “ (788) – , agito -
Iò deve annotare nelle memori tavole della mente ( , v. 789)
Andrai verso levante ( 791) traversando il fragore del mare, e
giungerai dove abitano le tre Forcidi vecchie vergini dalla forma di cigno ( 793 - 795) che hanno un
occhio in comune e un solo dente (795 - 796) e a loro non volge mai lo sguardo
il sole con i suoi raggi né la luna di notte ( ” (795 - 796)
Vicino a loro altri tre mostri: le Gorgoni anguicrinite, odio degli uomini
( 799): nessun mortale a guardarle conserverà il
respiro.
Quindi: “ascolta un’altra vista sgradevole . - (802). Guardati dai Grifoni,
mute cagne di Zeus dal becco aguzzo, e dalla monocola schiera Arimaspi
Curzio Rufo ricorda gli Arimaspi - Evergeti
i quali nel 530 avevano aiutato Ciro contro i Massageti che stavano a nord
della Sogdiana.
Arimaspi riferisce Erodoto
significherebbe uomini da un solo occhio[11] (3, 116), ma lui
non crede che fossero tali. Comunque Alessandro premiò gli Arimaspi ob
egregiam in Cyrum fidem (7, 3, 3).
Comunque: “ (v. 807), a questi non accostarti.
Poi andrai sulle rive del Nilo.
Secondo Erodoto, Iò fu rapita dai
pirati Fenici (I, 2) che la vendettero in Egitto dalla potabile, venerabile
corrente ( 812).
Là tu e i tuoi figli fonderete una
colonia lontana.
Quindi il Titano dice qual è stato il
cammino già percorso da Iò, a garanzia delle sue profezia (826).
Tu venisti alla piana dei Molossi e presso
Dodona sul dorso scosceso dei monti dove c’è la profetica sede del dio Trespota
e l’incredibile prodigio, , le querce parlanti (832) che dissero chiaramente e
per niente con enigmi ( 833)
che saresti stata la splendida sposa di Zeus ( , 834 - 835).
Poi da Dodona (836), resa furiosa
dall’estro, ti sei lanciata nel gran golfo di Rea che verrà chiamato Ionio (840),
ricordo del tuo passaggio per tutti i mortali
( 841).
Queste sono le prove che la mia mente vede
oltre il fenomeno palese.
Quando giungerai a Canòo, sulla bocca
alluvionale del Nilo, Zeus ti darà il senno, (v. 849) sfiorandoti con mano che
non mette paura e con un solo tocco, partorirai lo scuro Epafo eponimo della
nascita da Zeus ( 850
- 851) che farà fruttare la terra del Nilo.
La quinta generazione di cinquanta
fanciulle ( )
dopo di lui tornerà malvolentieri ad Argo
Fuggendo le consanguinee nozze ( , 855) dei cugini ( , 856 cfr. lat. nepos), ma i maschi
sconvolti nell’animo ( 856
- ) come nibbi lasciati indietro dalle colombe per non lungo tratto ( , v. 858), verranno alla caccia di nozze non
cacciabili ( 848
- 849): un dio invidierà loro i corpi.
La terra Pelasgia li riceverà - verranno
sepolti nella terra di Argo - dopo che saranno stati domati da una guerra di
donne assassine con audacia che veglia di notte ( 861 - 862)
Ogni donna infatti priverà della vita ( 863) ciascun marito immergendo nella strage la spada a
doppio taglio ( (v.
862) .
Ma il desiderio dei figli sedurrà una sola
(v. 865) al punto di non uccidere lo sposo: delle due, preferirà avere la
reputazione di vile ( 868)
piuttosto che omicida
Da questa unione deriverà un eroe , famoso per l’arco (872), un arciere,
Eracle che libererà Prometeo. E’ stata la madre antica a rivelarmi questo.
Finito il racconto di Prometeo, Iò viene ripresa da spasimo e delirante
follia e la tormenta la punta dell’assillo temprata con il fuoco , il cuore
scuote il petto per il terrore, gli occhi ruotano convulsamente, la rabbia la
trascina fuori dal cammino, non è padrona della lingua ( 884) e pensieri confusi
urtano a caso sulle onde della tetra sventura (885)
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