Gustave Moreau, Edipo e la Sfinge |
Nuova redazione della prima parte del percorso sulla Sfinge che presenterò il 9
novembre 2019 a Milano.
Seminario “REPERTUM - Percorsi,
Dentro la Sfinge e Fuori dal Tempo”, che si terrà a Milano nel nostro
Centro Studi, in Via Mayr, 3 (angolo Viale Bianca Maria, 45)
in data 9 novembre
2019, ore 11.00–14.00.
L’iniziativa del CLE Centrum Latinitatis
Europae, di Diotima Society e
di Valente Academy Centro Studi
Internazionali GEB Partners si svolge nell’ambito del Ciclo di
Conferenze
La Sfinge nasce da un incesto
Echidna con Tifone generò Orto, poi Cerbero, il cane crudivoro dalla voce
di bronzo per Gerione tricefalo, poi l’Idra esperta di lutti (Esiodo, Teogonia,
313 - lugra; ijduvian) il mostro di Lerna, poi la Chimera con tre teste: di
leone, di capra e di drago. Pegaso e Bellerofonte la tolsero di mezzo.
La Sfinge nacque da un incesto: Echidna, vinta dalla
passione per il figlio Orto generò questa creatura funesta, flagello dei Cadmei
(Esiodo, Teogonia, 326 - 327).
Gerione, Orto e il bovaro Eurizione vennero uccisi da Eracle nella stalla
oscura dell’isola di Eritea, al di là dell’inclito Oceano (293 - 294)
Nei Sette a Tebe JEpta; ejpi;
Qhvbaς (467)
di Eschilo, tragedia
che faceva parte del gruppo Laio, Edipo e il satiresco
la Sfinge compare questo mostro.
Il quinto
duce si trova alla porta Borrea, presso il tumulo di Anfìone. E’ Partenopeo nato da montanina
madre (Atalanta). Si presenta con animo crudo e occhio truce non congruente con
il nome verginale. Sul bronzeo
scudo ha l’onta della città povlewς o[neidoς la crudivora Sfinge (Sfivgg j wjmovsiton, 541) inchiodata con arte. Un mostro che
ha tra gli artigli uno dei Cadmei. Ad Argo, Partenopeo arcade è un meteco ma
paga il conto del lauto nutrimento lanciando una sfida alle torri.
Contro
questo giovanissimo guerriero Eteocle schiera Attorre : la sua mano guarda i fatti e non permetterà che la
lingua disgiunta dalle azioni dilagando dentro le porte alimenti i mali: oujk ejavsei
glw'ssan ejrgmavtwn a[ter - e[sw pulw'n rJevousan ajldaivnein kakav (556 - 557) né che in Tebe penetri
chi sullo scudo nemico porta l’immagine dell’odiosissima belva feroce . Questa
si rivolgerà contro chi la porta.
Il canto variopinto della Sfinge
Nell'Edipo re di Sofocle il figlio di Laio chiede:" Ma quale male,
caduta così la tirannide,/stando tra i piedi (ejmpodwvn), vi impediva di sapere
questo?" (vv. 128 - 129). La domanda verte sull'assassinio di Laio.
E Creonte
risponde: La Sfinge dal canto variopinto (hJ poikilw/dov"
Sfivgx) ci
spingeva a guardare/quello che era lì tra i piedi (to; pro;"
posiv), e a
lasciare perdere quanto non si vedeva (tajfanh'). (vv. 130 - 131).
Il canto
variopinto è la parola ingannevole e adulatoria della propaganda, del demagogo,
del sofista. Oggi è quella della pubblicità.
E' il brutto
senza semplicità.
L'essere variopinto è un difetto anche per le
costituzioni: Platone biasima la mancanza di serietà della democrazia,
una politeiva piacevole,
anarchica e variopinta (hJdei'a kai; a[narco" kai; poikivlh, Repubblica 558c)
che non si dà pensiero delle abitudini morali da cui proviene chi entra alla
politica ma lo onora purché dica di essere amico del popolo.
Nell’Edipo re di Sofocle “la Sfinge dal canto
variopinto"(v.130), non è solo un atroce flagello ma è pure una voce
allettante che provoca distrazione rispetto ai problemi che appunto ostacolano
la vita dei cittadini : Edipo la chiama hJ
rJayw/dov" (…) kuvwn (v. 391), la cagna cantatrice.
La Sfinge è anche "la ragazza con le ali" (pterovess j
h\lqe kovra, Edipo re v.508) che venne a Tebe e fu
sconfitta da Edipo, canta il coro nel primo stasimo. Comunque non fu una
vittoria definitiva.
La Sfinge che inanellava parole funeste con tenebrosi enigmi[1], è chiamata da Sofocle anche "sklhra; ajoidov"" (Edipo
re, v. 36) la cantatrice dura.
La
Sfinge e la Magna Mater dai molti nomi
Maurizio Bettini ricorda una definizione della Sfinge che può avvicinare tale " enigma vivente"
alla Magna mater invocata da Prometeo[2]: "Dione Crisostomo[3] la definisce[4] ejk pantodapw'n
fuvsewn miva morfhv [5]", una sola forma di molte
nature.
La polinomia della Magna Mater, come la polimorfia della
Sfinge è uno dei segni della confusione portata dal mostro di Tebe che aveva il
volto di donna, il petto, le zampe e la coda di leone e le ali da uccello
(Apollodoro, Biblioteca, III, 5).
La confusione culmina nell’incesto che confonde i ruoli familiari e nella
peste che mescola le generazioni nella morte comune.
Edipo e la Sfinge
L’Edipo di
Seneca si dà animo e rivendica il proprio coraggio davanti al mostro “:
"Nec Sphinga coecis verba nectentem modis
fugi; cruentos vatis infandae tuli
(v. 92 - 94) io non sono fuggito davanti alla Sfinge che intricava le parole in ciechi
stilemi, ho resistito davanti alle fauci spalancate e insanguinate della
mostruosa profetessa e al suolo che biancheggiava di ossa sparpagliate .
Lo
stesso effetto viene attribuito alle Sirene da Circe che avverte Odisseo di
evitarle: chi approda e ascolta la voce delle Sirene non torna più a casa:
"ajnqrwvpou" qevlgousin stregano gli uomini (Odissea, XII, 40),
ajlla; te Seirh'ne" ligurh'/ qevlgousin ajoidh'/
h{menai ejn leimw'ni: polu;" d’ amf j ojsteovfin qiv"
ajndrw'n puqomevnwn, peri; de; rJinoi; minuvqousin (XII, 44 - 46)
ma le Sirene stregano con il canto armonioso
sedute sul prato: gran mucchio di ossa intorno
di uomini in putrefazione, le pelli si disfano
intorno.
Edipo ha
risolto l’enigma della Sfinge ma non ha fatto cessare definitivamente le
sciagure di Tebe che soffre il flagello della peste quale vendetta postuma del
mostro sconfitto : “Ille, ille dirus callidi monstri cinis/in nos rebellat;
illa nunc Thebas lues/perempta perdit "
(vv. 106 - 108), proprio quella cenere tremenda del mostro scaltro riprende la
guerra contro di noi: ora quella peste ammazzata uccide Tebe,
lamenta Edipo mentre Giocasta cerca di incoraggiarlo.
i mostri non muoiono mai del tutto; spesso anche dopo essere morti uccidono i vivi. Se
ne accorge Eracle quando muore per la tunica di Nesso:"ora quella belva,
il Centauro, come era stato predetto, così ha ammazzato, da morto, me
vivo" (Trachinie, vv. 1162 - 1163).
[1] Cfr. Seneca, Fenicie (vv. 131 - 132): "Saeva
Thebarum lues - luctifica coecis verba committens modis " dove
Edipo ricorda la Sfinge come l’atroce flagello di Tebe vhe che combinava in
oscuri sintagmi parole mortifere.
[2] Nel Prometeo
Incatenato è menzionata la Magna Mater sconfitta
con il figlio, il Titano che la invoca:"Qevmi" - kai; Gai'a, pollw'n ojnomavtwn morfh; miva"( vv. 209 - 210), Temide
e Terra, una sola forma di molti nomi. Alla fine della trilogia ci sarà una
riconciliazione tra il Titano e il dio che ha cosmizzato il caos, ma il
predominio rimarrà comunque a Zeus e Prometeo con la Magna Mater resteranno
subordinati. Nel libro XI dell’ Asino d’oro di
Apuleio, Lucio ancora asino si sveglia di notte e vede la luna, immagine di
Iside e la prega, attribuendole molti nomi. Chiede di deporre diram
faciem quadripedis e di renderlo a se stesso redde me meo
Lucio (11, 2), rendimi al Lucio che sono. La dea dunque è invocata con
diversi nomi tra i quali Cerere, Venere Celeste, Diana, Proserpina. Pure in
alcune opere di Pirandello la
donna compare binominata: nella commedia Ma non è una cosa seria (del
1918) per esempio la protagonista è una sola donna di due nomi: Gasparina e
Gasparotta. Altrettanto Evelina Morli che viene chiamata "Eva" dal
marito Ferrante Morli, e "Lina" dall'amante Lello Carpani (La
signora Molrli, una e due, commedia del 1920. Se questo da una parte può
significare la lacerazione della donna e la divisione dei suoi affetti,
dall'altra rimanda alla magna mater: pollw'n
ojnomavtwvn morfh; miva del Prometeo incatenato appunto.
[3] Vissuto tra il I e il II sec. d. C. (40 - 112) fu tra gli iniziatori
della Seconda Sofistica. Ci sono arrivate circa 80 orazioni.
[4] I 274, 32 Arnim.
[5] M. Bettini, L'arcobaleno, l'incesto e l'enigma a proposito
dell'Oedipus di Seneca, "Dioniso", 1983, . p. 152.
[6] Rictus - us, m.
(c’è anche rictum - i) sono le fauci spalancate e
insanguinate della Sfinge, dal volto che ringhia mostrando i denti (ringor).
Nessun commento:
Posta un commento