lunedì 19 febbraio 2024

La libertà come problema.


 

Pochi sono i valori assoluti e anche questi vanno esaminati caso per caso con spirito critico, quindi considerati problematicamente.

La tragedia greca presenta personaggi e situazioni in maniera problematica. La parola greca provblhma significa un ostacolo che ci viene gettato contro.

Perfino la libertà che  è un valore di base della democrazia  va vista quale problema.  Nelle Eumenidi di Eschilo le due parti contendenti Atena e le Erinni ancora prima di diventare le dèe venerande e benevole, si trovano d’accordo nel raccomandare ai cittadini di non eliminare del tutto il timore delle giuste sanzioni. Né anarchia né dispotismo, suggeriscono.

Ora la libertà di guidare velocemente viene sbandierata e proclamata come intoccabile da quanti rifiutano il limite dei trenta in città.

Vogliamo essere liberi dicono.

Il problema che si pone è che anche i ciclisti e i pedoni voglio essere liberi di pedalare e camminare senza rischiare la vita, senza temere la morte per auto. Fear death by car.

 Ho ascoltato un messaggio del sindaco Lepore il quale rileva che dove vige questo limite l’inquinamento è calato del 30% e gli incidenti del 40%.

Mi pare plausibile. E sono d’accordo con questo provvedimento. A Pesaro dove passo l’estate  a 200 metri dal mare e  a 300  dalla piazza centrale vengo assordato dal rumore di automobile e motociclette che corrono notte e giorno senza riguardo né risparmio di velocità e di fracasso. Quando ospito qualcuno devo scusarmi per il disagio e me ne vergogno.

Credo che  limitare la velocità abbia un significato di rispetto in termini morali oltre che di buona educazione. Personalmente uso pochissimo l’automobile e molto, quasi sempre la bicicletta.

So che non è di buon gusto raccontare i fatti propri, ma credo che quanto ho scritto e sto per scrivere sia esperienza di tante persone e quindi abbia un significato generale, e politico perché riguarda la polis.

Nel mese di ottobre sono stato investito alle spalle da un automobile nel centro di San Lazzaro.

Il pilota, quando si è fermato, mi ha aggredito dicendo che mi ero spostato a sinistra. Gli ho risposto che l’ho fatto per superare un’automobile ferma e che lui avrebbe dovuto frenare venendo da dietro. Costui ha cominciato a insultarmi. Intanto perdevo sangue da braccia e gambe e gli ho chiesto di portarmi in una farmacia. Quello è risalito in macchina non senza minacciarmi. Mi sono trascinato fino all’ARCI dove una buona cameriera samaritana mi ha disinfettato e fasciato. La mattina seguente al Sant’Orsola mi hanno trovato due fratture: una a una mano, l’altra a un piede.

Poi sono andato alla polizia locale di san Lazzaro e ho denunciato l’investitore ma non avevo preso la targa, trasecolato com’ero dopo la forte botta, e la denuncia segnalata alla magistratura è stata archiviata.

Aggiungo che l’automobile andava di corsa in una via parallela alla statale, quella diertro la chiesa e che l’autista è uscito dalla macchina con il cellulare in mano.

Per tornare alla libertà e concludere, sono certo che la libertà di offendere  vada biasimata, punita, eliminata.

 

Bologna 19 febbraio 2024 ore 20, 01 giovanni ghiselli

p. s.

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