giovedì 22 febbraio 2024

L’olivo e la vite sono più umani dell’alloro.


 

Bloom cammina lungo Dorset street di Dublino e legge su Agendath Netaim: società di piantatori. Legge o ricorda

“Aranceti e immensi campi di meloni a nord di Giaffa” (Joyce, Ulisse, p. 83).  La sua mente va verso ambienti mediterranei, israeliani in particolare. Vegetazione mediterranea: “gli ulivi costano meno: per gli aranci ci vuole l’irrigazione artificiale”, Olives cheaper: oranges need artificial irrigation 53

Tornerà il tema della carenza d’acqua della sua preziosità

Un tema diffuso nel poema The Waste Land, la terra desolata di T. S. Eliot uscita nel 1922 come l’Ulisse di Joyce.

 

 Bloom, ebreo, è attirato dal mediterraneo forse nostalgicamente in maniera filogenetica.

Spagna, Gibilterra, Mediterraneo, il Levante. Cassette in fila a Giaffa”

L’olivo è umile e prezioso come certe persone.

“incipriati olivi argentei”-Silvered powdered olive trees”.

 

Gli olivi cominciano a comparire anche a Bologna. Fino a pochi anni orsono qui non c’erano. Mi mancavano. La zia Giulia mi ha lasciato un piccolo oliveto di tre ettari a Montegridolfo. Uso quell’olio come regalo eletto per gli amici più cari e preziosi.

Ho sempre amato gli olivi “i fratelli olivi-che fan di santità pallidi i clivi-e sorridenti[1].

 

 

Quando preparavo l’esame di matuturità, 61 anni or sono, mi colpì il giambo IV di Callimaco con la contesa- nei`ko~ -tra l’olivo e l’alloro avvenuto sullo Tmolo, monte della Lidia

L’alloro è sprezzante verso l’olivo: le tue foglie, dice, sono su un lato bianche come ventre di biscia, l’altro lato è arso dal sole. L’olivo viene chiamato oh stolto- ejlaive w[frwn-, mentre l’alloro si qualifica come ijrhv-, sacro e puro ajgnhv- non contaminato da funerali e becchini.

Con l’alloro venivano incoronati i vincitori delle gare Pitiche a Delfi.

 

Poi l’olivo che genera unguenti hj tekou`sa to; cri`ma rispose all’alloro.

La gara di Olimpia intanto è più grande wJgw;n ouJn  jOlumpivh/ mevzwn di quella di Delfi hJ   jn toi`~ Delfoi`~.

 

Callimaco riferisce quanto ha sentito dire da due uccelli loquaci

Pallade la figlia prediletta di Zeus ha trovato l’olivo quando gareggiava con Poseidone.

Qual è il frutto dell’alloro? Tiv th`~ davfnh~ oJ karpov~; A che mi serve? ej~ tiv crhvswmai; Non a mangiarlo né a berlo né ad ungermi.

Quello dell’olivo invece è un bel boccone popolare.

Insomma prevale la pianta utile su quella ornamentale.

 

 Il Giambo più noto dei 13 di callimaco è questo dove i due alberi si cimentano in una contesa che vede prevalere l'utilità e l'umiltà del primo sulla pretenziosità del secondo il quale viene ridicolizzata dall'ironia del poeta.

L’alloro (davfnh) rivendica la sua sacra presenza a Delfi, in quanto albero amato da Apollo.

Invero dal santuario di Delfi  si vede  un oliveto che si estende  nella valle sottostante per diversi chilometri.

L’alloro spregia l’olivo la cui foglie hanno un lato bianco wJ~ u{drou gasthvr, come ventre di biscia (IV, 22) e uno arso dal sole (hJlioplhvx).

I raggi del sole toccano i fortunati e li rendono belli, armoniosi come il plettro di Apollo che tocca le corde della lira.

I Giambi  di Callimaco  non presentano la consueta aggressività del metro e possono essere ascritti al nuovo genere spoudogevloion, seriocomico,

 

Cfr. Giacomo  Zanella (1820-1888) che invece

Contrappone l’ Alloro alla Vite

 

Odio l’allor, che quando alla foresta

Le nuovissime fronde invola il verno,

avviluppato nell’intatta vesta

verdeggia eterno,

pompa de’ colli; ma la sua verzura

gioia non reca all’augellin digiuno;

ché la splendida bacca invan matura

non coglie alcuno.

 

Te, poverella vite, amo, che quando

Fiedon le nevi i prossimi arboscelli,

tenera l’altrui duol commiserando

sciogli i capelli.

Tu piangi, derelitta, a capo chino

Sulla ventosa balza. In chiuso loco

Gaio frattanto il vecchierel vicino

Si asside al foco,

Tien colmo il nappo: il tuo licor gli cade

Nell’ondeggiar del cubito sul mento;

poscia floridi paschi ed auree biade

sogna contento”.

 

In un altro campo della nonna Margherita partecipavo al lavoro della vendemmia imparando molto dai contadini,

 

Credo che questi siano ottimi esempi anche per noi umani.

 

Cfr. Seneca:" Vivit is qui multis usui est, vivit is qui se utitur " (Epist. ad Luc, 60, 4) vive chi si rende utile a molti, vive chi si adopera.

L’olivo e la vite sono piante più utili all’uomo e più benefiche dell’alloro, dunque più umane

 

Bologna 22 febbraio 2024 ore 11, 16 giovanni ghiselli

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[1] D’Annunzio, La sera fiesolana, 29-31.

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