Martedì 6 febbraio alla Primo Levi presenterò L’uomo senza qualità di Musil ambientato alla vigilia della prima guerra mondiale quando parte del mondo era sull’orlo di un vulcano, come oggi.
Il protagonista, Ulrich, è un uomo di 32 anni con parecchie doti che non utilizza: tende a non vivere e a guardar vivere se stesso.
L’amore viene smontato da questo giovane signore, come tutto il resto.
“Aveva una donna, una canzonettista di nome Leona che gli sembrava desiderabile come la pelle di un leone dalla testa impagliata (p. 18) .
Costei mangiava moltissimo e “occasionalmente esercitava pure la prostituzione” (19).
Una sera dei malfattori assalgono Ulrich per derubarlo e lui non capisce tanto interesse per il denaro, però conosceva quello stato di vaga ostilità atmosferica di cui l’aria è satura nell’era nostra e ogni tanto si condensa.
Prese delle botte per un suo errore di carattere sportivo, come può capitare di spiccare un salto troppo corto, poi si addormentò tranquillo.
Al risveglio meditò sull’avventura.
Pensava alle contraddizioni dell’umanità che produce Bibbie e cannoni (p. 22). Il mondo avanza con un piede e indietreggia con l’altro. Una donna dopo l’aggressione si era chinata su di lui steso a terra ed egli aveva sentito intorno a sé qualcosa di maternamente sensuale, una nube leggera di soccorrevole idealismo.
Questa donna, Bonadea, bella e scontenta del marito, poi divenne la sua nuova amante.
Sempre senza amore però e con scarsa passione
Cfr. Apollonio Rodio a proposito della prima notte di Medea e Giasone
Non si può entrare nella gioia o{lw/ podiv con il piede intero: Argonautiche, IV, 1165.
C’è sempre in agguato il molosso nequiquam: "Eximia veste et victu convivia, ludi, /pocula crebra, unguenta coronae serta parantur, /nequiquam, quoniam medio de fonte leporum/surgit amari aliquid quod in ipsis floribus angat ..." (vv. 1131-1134):"si preparano conviti con apparato e portate sfarzose, giochi, tazze fitte, profumi, corone. ghirlande, invano poiché dal mezzo della sorgente dei piaceri sgorga qualche cosa di amaro che angoscia persino in mezzo ai fiori
Nequiquam –invano-è una parola chiave: puù riassumere la vanità di tanti dei nostri sforzi per migliorare "La pesante parola, che costituisce un molosso (una sequenza, cioè, di tre sillabe lunghe) ed è collocata nel risalto della sede iniziale davanti a cesura semiternaria, non lascia scampo alle illusioni degli amantes "[1].
Sembrerebbe che si possano fare progetti, “ma purtroppo non è affatto così. Siamo noi, invece, in balia delle cose” (p. 27)
Cfr. quanto dice Solone Erodoto in Erodoto " Così dunque l'uomo, o Creso, è del tutto in balìa degli eventi pa'n ejsti a[nqrwpo" sumforhv, I, 32, 4).
Bologna 4 febbraio 2024 ore 11, 15 giovanni ghiselli
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