sabato 10 febbraio 2024

L’umanesimo. Seconda versione riveduta e ampliata

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Ritorno sul tema umanesimo
  per non restare a metà, come troppo spesso succede nelle dichiarazioni di molte persone dalla visibilità assidua e inconcludente.
Costoro suggeriscono mezzi espedienti o mezze misure e mezze azioni che non pongono termine, spesso nemmeno un limite ai massacri che sono tanti. Il più distruttivo è quello delle guerre di cui molto si parla ma pochi sono quelli che le condannano senza mezzi termini appunto, sicché le distruzioni continuano senza risparmiare nemmeno le bambine e i bambini. Anche l’uccisione delle bambine con le bombe sono femminicidi esecrandi ma non vengono fatti rientrare nell’orribile categoria.
 La velocità scatenata dei mezzi motorizzati è un’altra causa di morte e di lutti: escono dalle loro case persone vive, in gran parte giovani, e non vi tornano più.
 Quindi i limiti imposti alle corse su strada di automobili e motociclette, e le misure prese per attuare tale rallentamento, possono salvare tante vite di chi conduce questi veicoli e delle loro possibili vittime: pedoni e ciclisti.
Dunque pure questa misura presa per limitare la velocità, il rumore, i disagi e i decessi è un atto di umanesimo.
Aggiungo tale riflessione di questa mattina al post di ieri che ripresento.
 
L’umanesimo, l’ho detto più volte, è amore per l’umanità. 
Un amore che deve escludere per sempre le guerre e ogni forma di violenza.
Non basta avere una forma umana. E’ necessario sapere di essere uomo
L’espressione più  sintetica di umanesimo è quella che il vecchio Sofocle attribuisce a Teseo  nell'Edipo a Colono : "e[xoid  j ajnh;r w[n"(v.567), so bene di essere un uomo.
Come si traducono in atti queste poche parole? Nell’accoglienza che il re di Atene offre a Edipo esule cieco, vagabondo, mendico e malfamato.  
In latino abbiamo il verso più noto e citato dell’Heautontimorumenos (77)  di Terenzio"  :"Homo sum: humani nil a me alienum puto ", sono uomo: tutto ciò che è umano mi riguarda.
E’ la risposta dell’anziano Cremete al vicino Menedemo che gli ha domandato perché si interessi tanto al suo eccessivo affaticarsi nel lavoro.
"Umana cosa è l'aver compassione degli afflitti" sono le prime parole del Decameron.
Ho citato tre testi tratti dalle letterature che un tempo si studiavano  per significare che è necessario anche resuscitare la scuola mortificata se si vuole davvero passare dalla cultura della violenza ora divulgata e di moda a quella dell’umanesimo.
Dobbiamo riprendere a leggere, studiare, imparare più e meglio di allora gli auctores accrescitori delle nostre vite, per non precipitare nella brutalità che sta dilagando.

Bologna 10 febbraio 2024 ore 10, 21
giovanni ghiselli

p. s.
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