A. Feuerbach, Iphigenie (1862) |
Invece Ifigenia, fornita di ali grandi e robuste al pari di Nike, mi portava con sé oltre il vetro piombato dove mi vedevo riflesso, e mi apriva la prospettiva dell’umanità, della bella natura dalle trecce verdi , del cielo sereno. Quella ragazza in certe situazioni per me era stata come il sole di giugno che ristora e rallegra il nostro emisfero.
La mia compagna illuminava, colorava e caricava di significati buoni tutto quanto vedevo e ricordavo. Con lei al mio fianco nel letto tutta la mia vita tribolata veniva redenta da questo risultato finale: se avessi sofferto di meno, non avrei gioito altrettanto.
Lo scorso agosto ho fatto un viaggio ciclistico in Grecia senza essere in perfetta salute. Alla fine di una tappa di 100 chilometri tutti controvento sono caduto per terra febbricitante. Per potermi rialzare ho dovuto chiedere aiuto ai due comites e carissimi amici, però la spinta a procedere, ad affrontare il giorno seguente la lunga salita di Epidauro con vigore agonistico l’ho avuta invocando ripetutamente “Ifigeniiia ancora, Ifigeniiia!”
Ancora dopo tanti decenni.
Bologna 7 novembre 2023 ore 19
giovanni ghiselli
p. s.
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