Quando dico che non ho il cellulare mi prendono per pazzo.
Ma la mia pazzia è più saggia della saggezza del mondo dei più.
Il cellulare è uno strumento di controllo, quindi di potere.
Io non voglio comandare né essere comandato e altresì non voglio controllare né essere controllato.
Il cellulare piace a quanti lo producono e lo vendono e piace ai sadici maniaci del controllo. Tra questi, non pochi sono i delinquenti che vogliono tenere controllate le donne, e se non ci riescono le ammazzano.
Non scrivo nulla che non sia testimoniato, come Callimaco.
Cito queste parole dal quotidiano “la Repubblica” di oggi:
“E sono già emersi svariati racconti di come lo studente fosse eccessivamente “possessivo”, geloso, assillante nelle chiamate anche quando l’allora fidanzata andava a un semplice concerto con la sorella e non rispondeva al cellulare” (p. 12).
Le sorelle sono Giulia, la ragazza con aria da bambina il cui assassinio tanto mi accora, ed Elena Cecchettion ovviamente.
Il cellulare è una rete, uno strumento della strategia dell’assassino
Bologna 30 novembre 2023 ore 16, 56 giovanni ghiselli.
p. s.
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