Che cosa spinge un disgraziato a diventare un criminale uccidendo la compagna che lo lascia? Il fatto che costui non ha un’identità propria ma vive di quella della ragazza come un parassita identitario.
Sicuramente prima di ammazzare Giulia il ragazzo aveva dato segni di sé.
Allora dobbiamo insegnare alle adolescenti a riconoscere tali segni funesti shvmata lugrav- in modo da mettersi al riparo dallo sviluppo criminale di questi indizi. Il segno sh`ma che riassume tutti gli altri shvmata pericolosi è la mancanza di rispetto, la disattenzione alla sensibilità della compagna e delle persone in genere, l’attenzione indirizzate sempre e solo ai propri problemi-ostacoli, il narcisismo insomma.
Quindi l’opposizione sistematica alla volontà della ragazza di crescere secondo il proprio carattere, la propria volontà, i propri gusti e desideri. Due persone che si amano o si vogliono bene fanno di tutto per favorire vicendevolmente la crescita di ciascuno dei due.
Voglio dare un esempio ricordando un episodio che ha favorito la mia crescita e quello della mia compagna.
Platone nella Politeia afferma che non sono diversi dai ciechi coloro che non hanno nell’anima nessun esemplare chiaro:"mhde;n ejnarge;"[1] ejn th'/ yuch'/ e[conte" paravdeigma" (484c).
Seneca sostiene che la via per la della confutazione-saggezza è breve ed efficace attraverso gli esempi, mentre è lungo il cammino che passa per i precetti:"longum iter est per praecepta, breve et efficax per exempla (Epist. , 6, 5).
Una sera, eravamo nel 1971, stavo per mancare di riguardo-cfr. respicio- a una donna che amavo e mi amava. Volevo fare l’amore con lei dopo uno screzio con un momento di disarmonia seguito da una rapida riconciliazione raggiunta attraverso le mie scuse dovute alla donna che amavo contraccambiato.
Avevo fretta di sancire la ritrovata felicità con un concubitus immediato. Lei mi chiese di aspettare. Era un a finlandese e parlavamo inglese, un inglese quasi tutto neolatino.
Helena respingendo la mia petulanza sfacciato disse I am not, poi un’altra parola che non intesi e glielo significai scuotendo la testa. Lei allora disse “in latin is materia”, in latino materia, “io non sono materia” dunque.
Le chiesi scusa e mi perdonò di nuovo. Avevamo 26 anni allora: questa donna giovane, bella e fine mi corresse, mi rese migliore, mi fece crescere nell’unico mese in cui ci frequentammo e ci amammo. Quando partì per tornare nel paese iperboreo dove aveva la sua vita, disse che mi aveva amato perché aveva capito subito che non doveva avere paura di me e aveva verificato che quando avrei potuto darle un dispiacere come la sera della fretta inopportuna, non l’avevo fatto. Io le dissi che l’avrei stimata e le avrei voluto bene per sempre. E così è stato.
L’assassinio di Giulia Cecchettin mi addolora assai. Se fosse stata mia allieva o mia figlia le avrei insegnato il metodo, la via maestra-hJ mevqodo~- della confutazione e contestazione- e[legco~- alla mancanza di rispetto che prima o poi diventa prepotenza e violenza--u{bri~-.
Sono molto accorato nel vedere il volto ridente di questa povera creatura così bellina, e non mi vergogno di dire che mi fa pena anche il criminale pazzo che l’ha uccisa.
Sono d’accordo che sarebbe bene prevenire questi crimini purtroppo di moda, una moda empia e non è la sola- con l’educazione, ma per tale forma di paideia occorrono maestri colti, sensibili, intelligenti esperti della vita non umbratici doctores, né, tanto meno, degli ignoranti.
Bologna 19 novembre 2023 ore 10, 19 giovanni ghiselli
p. s.
Ho usato diverse parole greche e latine per significare che l’ignoranza è uno dei motori della violenza. Uccidono quelli che non conoscono le parole e non sanno parlare. Le sigle, gli acronimi e altre scorciatoie fanno dimenticare le lingue e ignorare la loro bellezza terapeutica, capace di prevenzione del male.
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Al post pubblicato sul mio facebook il 19 novembre-gianni ghiselli- sono seguiti 73 approvazioni, 18 commenti pieni di affetto per Giulia e tre condivisioni. Saluti a Elena e a Gino Cecchettin con stima e condivisione del dolore. gianni
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