Cadmo e Armonia |
Metamorfosi e migrazioni
Euripide,
Baccanti vv. 1330 - 1343
Dioniso (a
Cadmo)
diventerai
un drago con una metamorfosi, e tua moglie
imbestiatasi,
prenderà la forma di un serpente,
Armonia la
figlia di Ares che tu ottenesti pur essendo mortale. Come dice l’oracolo di
Zeus, tu condurrai con la sposa
un carro di
buoi, a capo di genti barbare.
Molte città
distruggerai con un immenso
esercito: ma
una volta devastato l’oracolo
del Lossia,
avranno un ritorno all’indietro
infelice;
Ares però salverà te e Armonia
ti farà
vivere nella terra dei beati.
Queste cose
le dico io, Dioniso, che sono nato non da padre
mortale ma
da Zeus: se aveste saputo
essere
saggi, quando non volevate, sareste felici
avendo come
alleato il figlio di Zeus.
- dravkwn (v. 1330): Cadmo si assimilerà al drago che ha
ucciso. Chi frequenta i mostri, prima o poi diventa come loro. - ejkqhriwqei`s j (a) imbestiatasi
(v. 1331).. L’imbestiamento per certe persone equivale al diventare quello che
veramente sono. In fondo
ogni uomo è solo "un tentativo, un incamminato. Ma si deve essere
incamminati verso la perfezione, in direzione del centro, non della
periferia"[1].
Il centro è l'individuazione della propria humanitas, il
riconoscimento dell' homo sum.
E’ difficile
diventare uomini: “La vita di ogni uomo è una via verso se stesso, il
tentativo di una via, l'accenno di un sentiero. Nessun uomo è mai stato
interamente lui stesso, eppure ognuno cerca di diventarlo, chi sordamente, chi
luminosamente, secondo le possibilità…Certuni non diventano mai uomini,
rimangono rane, lucertole, formiche. Taluno è uomo sopra e pesce sotto, ma
ognuno è una rincorsa della natura verso l'uomo"[2].
Ma sentiamo l’interpretazione di Dodds: “The trasformation into snakes
may well be rooted in early Theban belief. If Harmonia was once, as seems
likely, the house - goddess and divine consort of the early kings who built the
Mycenean palace on the Cadmeia, the snake - shape was proper to her from the
beginning (cf. Nilsson, Minoan - Mycenea Religion, 310 ff.). And it was natural
that Cadmus, like Erechtheus and other heroes, should be imagined as living on
his house in the shape of an oi[kouro~ o[fi~ (Gruppe, Gr. Myth. i.86). This fits ill, however, with the banishment
- and with the rest of the story”[3],
la trasformazione in serpenti può bene essere radicata in un’antica credenza
tebana. Se Armonia era una volta, come sembra probabile, la dea del
palazzo e la divina consorte degli antichi re che costruirono il palazzo
miceneo sulla Cadmea, la forma di serpente le era appropriata dall’inizio (cfr.
Nilsson, Religione minoica - micenea, 310 ss.). Ed era naturale che
Cadmo, come Eretteo ed altri eroi, doveva essere immaginato come vivente in
questa casa nella forma di un serpente custode della casa (Gruppe, Gr.
Myth. i.86). Questo mal si accorda, tuttavia, con l’esilio e con il
resto della storia.
- o[con de; movscwn (v. 1333)
un carro di buoi: “Was Cadmus already a snake when he drove the ox - wagon?
And is he still one in Elysium? The exile of Cadmus and Harmonia (1354) may
reflect the othertrhow of the Mycenean kingship (cf. Hdt. 5. 61 ejxanistevatai
Kadmei`oi uJp j jArgeivwn kai; travpontai ej~ tou;~ jEgceleva~) and the decline of the cults associated with
it; the local goddes is supplanted by Aphrodite and becomes in mythology the
daughter of her supplanter (Hes. Theog. 933
ff., cfr. Wilamowitz, Pindaros, 38). Cadmus is to become
the chief of a barbarian horde, presumably identical with the j Egcelei`~ ( cf. Hdt. 5. 61 and 9. 43). Hecataeus (fr. 73 Jacoby) located
these
jEgcelei`~ in northern Epirus; later
writers put them farther north, in Albania or Montenegro, and so, it would
seem, did Euripides - for the ox - wagon of 1133 must have been brought into
the story to account for the name of the town Bouqovn, mod. Budua, on the coast of Montenegro, which Cadmus was said to have
founded”[4]. Era
Cadmo davvero un serpente quando condusse il carro di buoi? Ed egli è nondimeno
uno nell’Elisio? L’esilio di Cadmo e Armonia (1354) può riflettere la cacciata
del potere regale miceneo (cfr. Erodoto 5. 61 vengono cacciati i Cadmei dagli
Argivi e si volgono verso gli Enchelei) e il declino dei culti ad esso
associati; la divinità locale è soppiantata da Afrodite e diviene nella
mitologia la figlia di Afrodite che l’ha soppiantata (Esiodo, Teogonia 933
ss. , cfr. Wilamowitz, Pindaros, 38). Cadmo deve diventare capo di
un’orda barbarica, presumibilmente identificabile con gli jEgcelei`~ di Erodoto 5. 61 e 9. 43. Ecateo (fr. 73 Jacoby) situava questi jEgcelei`~ nell’Epiro del nord; scrittori più tardi li hanno situati ancora più a
nord, in Albania o Montenegro, e così, sembrerebbe, ha fatto Euripide - poiché
il carro di buoi del v. 1333 deve essere stato introdotto nella storia per
rendere conto del nome della città di Bouqovn, moderna Budua, sulla costa del Montenegro di cui si diceva che era
stata fondata da Cadmo.
“Tutta una serie di testimonianze sembra attestare luoghi di culto dedicati
a Cadmo e Armonia sulle sponde dell’Adriatico: sia Callimaco (fr. 11, 3 - 4 Pfeiffer)
sia Apollonio Rodio (Argonautiche IV, 516 - 17) collocano la tomba
della coppia divina sulle coste dell’Illiria. Ancora più oscure le notizie
sulla spedizione di Cadmo contro l’oracolo di Apollo a Delfi. Erodoto (IX, 42 -
43) fa riferimento a un assalto degli Illiri e degli Enchelei al tempio
delfico. All’approdo di Cadmo nelle isole dei Beati fa invece riferimento già
Pindaro (Olimpiche II, 70 - 78). Le isole (o l’isola) dei Beati
sono un luogo paradisiaco immaginato agli estremi confini della Terra, nel più
remoto Occidente”[5].
Ovidio racconta che Cadmo, vinto dal lutto e dal cumulo delle disgrazie,
uscì dalla città che aveva fondato, tamquam fortuna locorum non sua se
premeret (Metamorfosi IV, 566 - 567), come se a opprimerlo
fosse la sventura del luogo, non la propria, e dopo un lungo vagare contigit
Illyricos profuga cum coniuge fines (v. 568), toccò iconfini
dell’Illiria con la moglie profuga.
Baccanti 1344 - 1346
Cadmo. Dioniso,
ti preghiamo, abbiamo sbagliato.
Dioniso . Troppo
tardi ci avete riconosciuti, e quando era necessario non volevate saperne.
Cadmo. Questo
lo abbiamo capito; ma tu punisci in maniera eccessiva.
o[y j (v. 1345)=ojyev, tardi “Ancora una
volta alla fine di una tragedia Euripide fa risuonare il lugubre rintocco del
‘troppo tardi’: un tema che aveva sollecitato un pezzo di straordinaria
intensità nella parte finale dell’Elettra (1201 sgg.), dove il Coro
ricorda ad Elettra che ora (nu`n) ella ha un atteggiamento adeguato
alle norme etiche e religiose, ma una volta (“allora”: tovte) no, e ha fatto molto danno al fratello; impressionante è la
sequenza nu`n tovt j ouj, con i tre
elementi di seguito. Senonché nell’Elettra il tono era accorato, e
traspariva nelle parole del Coro il rimpianto che le cose non fossero andate
diversamente. Invece qui nelle Baccanti domina il senso cupo
dell’irrimediabile e del definitivo, che si proietta anche sul passato”[6].
-
livan (v. 1346)
in maniera eccessiva : Cadmo accusa Dioniso di smisuratezza, come fa il Coro
dell’Edipo re di Sofocle deprecando il dio della guerra:"E
Ares, lo smodato (malerovn) che/ ora
senza bronzo di scudi/mi brucia tra le grida aggredendo/ prego che volga la
schiena in una corsa retrograda, precipitosa/lontano dal confine della patria”
(vv. 190 - 195
“Cadmus pleads with Dion., as the old servant in Hippolytus with
Aphrodite, Hipp. 120 sofwtevrou~ ga;r crh; brotw`n ei\nai
qeouv~. And both plead in vain: for such gods as these, the human ‘ought’ has no meaning. We
need not conclude that the poet denies their title to worship: to do so is to
confuse the Greek with the Christian conception of deity”[7],
Cadmo perora con Dioniso, come il vecchio servo nell’Ippolito con
Afrodite, Ippolito 120 ‘bisogna che gli dèi siano più saggi
dei mortali’. Ed entrambi perorano invano: per dèi come questi, l’umano
‘dovrebbe’ non ha senso. Noi non cobbiamo concludere che il poeta nega il loro
diritto alla venerazione: fare così significa confondere la concezione greca
della divinità con quella cristiana.
A parer mio invece Euripide è molto critico verso Dioniso, come verso altri
dèi, secondo quanto del resto ho già detto via via nel commento. Per quanto
riguarda la concezione cristiana, leggendo l’Inferno di Dante si trovano
crudeltà, mai criticate dall’autore, nei confronti dei peccatori che non hanno
niente da invidiare a quelle di Dioniso.
Cadmo
E la figlia
di Ares, Armonia, sposa mia,
dalla natura
di dragonessa, condurrò quale drago
contro gli
altari e le tombe dei Greci,
a capo di
schiere armate di lancia: né avrò pausa
dai mali,
infelice, neppure dopo avere attraversato
l’ Acheronte
scosceso diverrò tranquillo (vv. 1357 - 1362)
ouhde; pauvsomai - kakw'n (v. 1360 - 1361 ) né avrò pausa dai mali “Cadmus finds in his
eventual translation to Elysium only a culminating cruelty. That is
psycologically right: the god’s mortal victims have nothing left for comfort
but their mortality - to; ga;r qanei`n - kakw`n mevgiston favrmakon
nomivzetai, Heraclid.
595 - and the tired old man sees himself robbed even of that”[8],
Cadmo trova nel suo eventuale trasferimento nell’Elisio solo una culmine di
crudeltà. Questo è psicologicamente giusto: alle vittime mortali di dio
non rimane nessun conforto se non la loro mortalità - infatti morire è
considerato il più grande farmaco dei mali (Eraclidi 595) e il
vecchio si sente espropriato persino di questo
Cadmo alla
figlia Agave
Perché mi
getti attorno le braccia, figlia infelice,
come un
cigno alato l’inerte padre canuto? (vv. 1364 - 1365)
khfh`na (v. 1365) inerte : “properly a drone - bee, then
any creature too weak or old to look after itself (khfhvn…levgetai kai; a[nqrwpo~ oJ mhde;n
dra`n dunavmeno~, Suid.)”[9],
propriamente un fuco, poi ogni creatura troppo debole o vecchia per badare a se
stessa (fuco…è chiamato anche l’uomo che non può fare nulla, Suida).
“Cadmo
esprime la sua vecchiaia e la sua assoluta impotenza con un’immagine topica.
Il khfhvn , il
“fuco”, è animale disutile per eccellenza e ad esso si paragona Ecuba per
descrivere il suo stato di derelizione e di debolezza (cfr. Euripide, Troiane 192ss.;
Esiodo, Teogonia 594). Alla menzione del “fuco” è qui
associata quella del “cigno”: l’uccello è tradizionalmente annoverato tra i
volatili che cantano per esprimere dolore (cfr. Platone, Fedone 85a
- b): insieme all’usignolo è emblema della voce addolorata dell’universo
tragico (cfr. Eschilo, Agamennone 1444 ss.; Euripide, Eracle 110
e 682ss.). Nell’Elettra euripidea, la figlia di Agamennone che
invoca il sostegno del padre morto è immaginata come un “cigno stridulo” (vv.
150 ss.). Così Agave è un cigno dolente ed affettuoso che si stringe al padre.
Ma Cadmo è a sua volta implicitamente associato all’immagine del volatile
poiché l’aggettivo poliovcrwn - correzione di Musgrave per il poliovcrw~ del codice - può designare il piumaggio canuto ovvero i capelli bianchi
dell’anziano “fuco” “[10].
Concludo
questa parte sulle metamotfosi e l’instabilità della situazione umana citando,
naturalmente, Ovidio la:"Iam stabant Thebae, poteras iam, Cadme,
videri/exilio felix: soceri tibi Marsque Venusque[11](…)sed scilicet ultima semper
/expectanda dies hominis, dicique beatus/ante obitum nemo supremaque funera debet"
(Metamorfosi , III, 135 - 137), già era costruita Tebe, e tu Cadmo
potevi sembrare felice nell'esilio: avevi come suoceri Venere e Marte (…)ma
certo bisogna sempre aspettare l'ultimo giorno dell'uomo e nessuno può dirsi
beato prima dell'ultima funebre pompa!
Infatti Omnia
mutantur (Metamorfosi, XV, 165) Nec species sua cuique manet (Met.
XV, 252)
giovanni
ghiselli. Bologna 24 settembre 2019
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