NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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domenica 22 settembre 2019

L'inverno del nostro scontento, Mussolini e l'auspicato raffreddamento catartico

L’inverno del nostro scontento. Mussolini e il raffreddamento catartico.
Ora è arrivato l'inverno del nostro scontento (the winter of our discontent, Shakespeare, Riccardo III, I, 1, 1). Con "nostro" intendo di noi quanti amiamo il caldo siccome amiamo la vita e soffriamo il freddo: questo stagionale del cielo e quello definitivo della morte.
Sentite cosa disse Mussolini al suo Delfino nell'inverno del 1940: 24 DICEMBRE- "Nevica. Il Duce guarda fuori di finestra ed è contento che nevichi: "Questa neve e questo freddo vanno benissimo" dice "così muoiono le mezze cartucce e si migliora questa mediocre razza italiana. Una delle principali ragioni per cui ho voluto il rimboschimento dell'Appennino è stata per rendere più fredda e nevosa l'Italia" Galeazzo Ciano, Diario 1937-1943, Rizzoli, Milano, 1999, p. 491
Nel clima epocale di adesso invece si impreca contro il caldo che provocherà catastrofi. E’ in  atto una protesta giovanile globale e generica.
Va bene a tutti poiché non si accusano le cause dell'inquinamento, il mìasma reale. Questo c'è davvero e fa del male sul serio: dal raffreddore e le polmoniti in combutta con il freddo, all’abominevole cancro.
La causa più vera ma meno chiarita a parole, in quanto va contro il sistema, è il consumismo compulsivo, lo spreco, i sistemi montuosi di spazzatura schifosa  e il mivasma che che ne consegue. Pensiamo alla quantità di plastica che ci portiamo a casa dopo avere fatto una spesa anche di poco conto. Pensiamo alle pagine e pagine di giornali riempite dalla réclame di qualsiasi cosa. Pensate alla rovina indotta nei cervelli privi di antidoti dal veleno pubblicitario. Bisogna comprare sempre di tutto.
Solo così si trova un'identità. Chi non lo fa è pazzo o pezzente. Bisogna lasciare nel piatto metà del cibo versato per ostentare benessere. L'obesità dell'intera famiglia non lo attesta abbastanza. Dunque io, protestando sul serio contro l'inquinamento e l'insudiciamento globale, presento intanto la modesta proposta di boicottare la pubblicità, di vietare le confezioni che triplicano o quadruplicano il cibo o la bevanda di cui si ha bisogno.
Poi denuncio l'inquinamento acustico dovuto alle motociclette che usano le strade cittadini come piste da competizione.
Bisogna frenare costoro con sanzioni punitive: dalla multa al ritiro del mezzo. Gli automobilisti hanno addirittura licenza di uccidere mentre buona parte della pubblicità consiglia l’acquisto di automobili. Soprattutto è necessario esecrare e abolire le armi con le guerre con i massacri che le proteste mondiali ignorano o quasi. Il riscaldamento globale è diventato il capro espiatorio ma è solo un ritornello formulare. Bisogna risalire alle cause.
I giovani che protestano in coro non possono avere l'esperienza né le letture per individuare le radici e le fonti dei mali, però si intruppano lieti in questi cortei senza capire che sono manipolati, o senza curarsene perché si sentono protagonisti di un ludus che li diverte. Fanno bene a divertisi, ma noi adulti dobbiamo comunque avvertirli. E così sia. Ho terminato la predica domenicale.

Baci gianni
 












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