Nel settimanale “il venerdì” del quotidiano “la Repubblica” del 27 settembre 2019 Fabio Fazio fa la vittima. Gli sembra di non ricevere gratificazioni adeguate ai suoi meriti. Sentiamolo: “La Rai e tutto quello che è pubblico deve decidere se stare o no sul mercato: io sono neutrale sull’argomento , ma se sei sul mercato non puoi pretendere che i manager migliori, per non dire gli artisti, lavorino da te piuttosto che nelle aziende private dove si guadagna molto di più”.
Il signore si dichiara
“neutrale”, dunque, cioè imparziale. Io invece, come Nanni Moretti nei
confronti degli aguzzini cileni, non sono imparziale né voglio stare sul mercato,
questa orrenda divinità adorata come un Moloch, una dio crudele che schiavizza
tanti lavoratori, ne fa morire altri e riempie di denaro e potere i sacerdoti
dei suoi riti che arrivano fino ai sacrifici umani tipo
quelli descritti da Flaubert e attribuiti alla Cartagine di Annibale bambino
salvato dal padre
“Le braccia di bronzo si muovevano
più veloci. Non si fermavano più. Ogni volta che vi posavano un bambino , i
sacerdoti di Moloch stendevano su di lui una mano per gravarlo delle colpe del
popolo, gridando: “Non sono esseri umani , ma buoi!” e la folla intorno
ripeteva : “Buoi! Buoi!” I devoti gridavano: “Signore! Mangia!”(…) Le vittime
scomparivano di colpo appena sull’orlo dell’apertura come una goccia d’acqua su
una piastra rovente, e una fumata bianca saliva nella gran luce scarlatta” ( Salambò, p. 235).
Sentiamolo ancora
questo rappresentante dei “manager migliori” : “E fa effetto che nessuno sia
andato a vedere quanto guadagnano gli artisti nelle altre televisioni, o quanto
vale Che
tempo che fa in termini pubblicitari”.
Allora: Fazio per prima cosa non c’entra
niente con nulla di artistico a parer mio. Artista è chi crea bellezza, chi
infonde energia estetica e morale. Fazio insegna solo il conformismo e il
servilismo verso i potenti, i ricchi, i famosi. In questa intervista afferma,
senza vergognarsene, che le sperequazioni anche enormi sono giuste.
Seconda cosa: molti artisti veri,
come Leopardi, per esempio, non hanno tratto denaro dalla bellezza che hanno
creato e dalle verità che hanno svelato. Anzi spesso sono stati oscurati dal
potere e dalle mode che criticavano: “ ben ch’io sappia che
obblio-preme chi troppo all’età propria increbbe” scrive lo stesso Recanatese (La ginestra,
68-69).
E anche: :" In Omero, tutto (per così dire) è
vago e leggiadramente indefinito, siccome nella poesia, così nella persona; di
cui la patria, la vita, ogni cosa, è come un arcano impenetrabile agli uomini.
Solo, in tanta incertezza e ignoranza, si ha da una costantissima tradizione,
che Omero fu povero e infelice" (Il Parini ovvero
della gloria ). Eppure "Tutto si è
perfezionato da Omero in poi, ma non la poesia" ( Zibaldone,
58).
Terza cosa:
la pubblicità è deleteria: spinge a comprare cose spesso inutili e pure
dannose, invoglia al consumismo sfrenato che è una causa dell’avvelenamento del
nostro pianeta. Perciò chi incentiva la pubblicità va punito, non premiato.
Concludo rivolgendomi anche ai di ragazzi che hanno manifestato ieri: non
guardate i programmi di Fazio perché non fanno bene alla vostra salute mentale
e contribuiscono ad accrescere l’ignoranza e l’indifferenza verso i problemi
reali, i tanti ostacoli (problemata appunto)
che dovrete scavalcare nella vita.
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