NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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giovedì 12 settembre 2019

Sara, sentenza per tutte le donne ("la Repubblica" del 12 settembre 2019, prima pagina) pagina



Ribadisco che sono contro l’ergastolo, una pena più dura di quella capitale e tale che esclude la “rieducazione del condannato” prescritta dall’Art. 27 della Costituzione nostra. Trenta anni di carcere sono una pena sufficiente anche per i delitti peggiori. Oggi aggiungo che tali crimini riguardano non solo le donne giovani uccise da maschi frustrati, idioti, ignoranti e criminali, ma pure tanti vecchi-uomini e donne-bambine e bambini. Allora una sentenza di condanna del delitto non deve essere, come scrive in prima pagina “la Repubblica” di oggi 12 settembre- una “sentenza per tutte le donne”, ma una sentenza per tutti noi, donne e uomini.
Tolto l’ergastolo, credo che tutti gli omicidi debbano essere severamente puniti con anni di carcere diversi, comunque parecchi. Invece uccidere con le automobili pedoni e ciclisti è reso praticamente “licito in nostra legge e costume”, le stragi di Stato sono coperte dal segreto e i mandanti non sono mai stati individuati. Penso a un uomo nobile e antico come Aldo Moro lasciato ammazzare dalla “ragion di Stato” che dovrebbe essere la vita dei cittadini. Penso a quelli indicati come autori di tale crimine e rei confessi quali mani armate. Costoro  hanno avuto pene irrisorie e sono stati pure corteggiati dai media. Sicuramente quali sicari utili, se pure sono stati loro. Comunque non si è fatta nessuna chiarezza.
Le sentenze dunque non devono essere per tutte le donne come proclama il quotidiano più venduto in Italia, ma per tutti noi. Io vorrei sentenze giustamente dure contro chi ha ucciso fior di intellettuali come Pasolini e Moro, contro chi ha massacrato o mutilato centinaia di persone con le stragi, a partire da quella del dicembre del ’69 attribuita dopo poche ore a Pietro Valpreda. 

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