Essere diverso dai più in peggio o in meglio significa rimanere solo. "Tu
pensoso in disparte il tutto miri". La solitudine più dura e integrale
tocca, paradossalmente, a chi è diverso in meglio dalla massa
conformista. Poiché il difforme in peggio può generare schifo ma anche
compassione. Il differente in meglio invece suscita soprattutto, e quasi in tutti, invidia e risentimento, talora anche odio.
Quando gli va bene tuttavia genera ammirazione e perfino amore in
magnifiche femmine umane della sua stessa levatura. Più volte al giorno ne ringrazio Dio, chiunque
egli sia.
Già docente di latino e greco nei Licei Rambaldi di Imola, Minghetti e Galvani di Bologna, docente a contratto nelle università di Bologna, Bolzano-Bressanone e Urbino. Collaboratore di vari quotidiani tra cui "la Repubblica" e "il Fatto quotidiano", autore di traduzioni e commenti di classici (Edipo re, Antigone di Sofocle; Medea, Baccanti di Euripide; Omero, Storiografi greci, Satyricon) per diversi editori (Loffredo, Cappelli, Canova)
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