Il greco salva la vita: Plutarco (Vita
di Nicia: Euripide che emancipa dalla schiavitù) e Canetti (La lingua
salvata).
Per invogliare i giovani allo studio delle lingue cosiddette morte si
può raccontare un episodio dal quale risulta che la conoscenza della
lingua e della letteratura greca salvano la vita. Nella Vita di Nicia Plutarco
narra che alcuni Ateniesi finiti nelle Latomie di Siracusa "kai;
di j Eujripivdhn ejswvqhsan" (29, 2), si salvarono anche grazie ad Euripide.
Infatti i Greci di Sicilia amavano il tragediografo e desideravano citarlo.
Alcuni dei superstiti da quella catastrofe dunque, tornati a casa, andarono ad
abbracciare affettuosamente Euripide e raccontarono che erano stati affrancati
dalla loro schiavitù "ejkdidavxante" o{sa tw'n ejkeivnou
poihmavtwn ejmevmnhnto" (29,4) poiché avevano insegnato quanto ricordavano dei suoi
drammi.
Plutarco nella Vita di Lisandro (15) racconta che nel 404,
dopo la sconfitta di Atene, Lisandro imponeva la distruzione delle mura agli
Ateniesi e questi riluttavano. Allora un tebano Erianto, propose di radere al
suolo la città. Poco dopo i condottieri vincitori si riunirono in un convito e
un focese cantò la parodo dell’Elettra di Euripide. Plutarco ne
cita i primi due versi
Jj Agamevmnono" w\ kovra ,
h[luqon, Helevktra Poti; sa;n ajgrovteiran aujlavn (167-168), o
figlia di Agamennone, Elettra, sono venuta alla tua dimora di campagna
All’udire il focese che recitava Euripide, tutti si intenerirono e sembrò
loro un atto crudele eliminare una città che produceva uomini tanto grandi
In effetti lo studio di Euripide e di autori significativi può avviare
tante persone sulla strada dell'emancipazione.
Elias Canetti racconta che il nonno di sua madre una volta, "mentre
era a dormire in coperta", in un battello sul Danubio "aveva udito
due uomini che, parlottando tra loro in greco, stavano progettando un
omicidio". Ebbene, grazie alla conoscenza di questa nostra amatissima
lingua, l'uomo poté denunciare la trama assassina "e quando i due
delinquenti arrivarono per compiere la loro impresa, subito furono
agguantati". Sicché l'autore comprese subito quanto fosse importante
padroneggiare le lingue:"con la conoscenza delle lingue si poteva salvare
la propria esistenza e anche quella altrui"[1].
Non il greco e il latino dunque sono lingue morte , bensì la ciancia dei
più che imitano il linguaggio ingannevole della pubblicità.
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