NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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mercoledì 25 settembre 2019

Su Greta. "Non so se il riso o la pietà prevale"



Il discorso di Greta all’Onu riportato da “la Repubblica” del 24 settembre a p. 29
“E’ tutto sbagliato”
Lo diceva anche Bartali, poi aggiungeva “è tutto da rifare”
Troppo generico. Non è sbagliato tutto. I medici senza frontiere, per esempio fanno cose buone. Questa ragazzina fa seguire a parole generiche  delle brutte smorfie per giunta.
“Dovrei essere a scuola” Parole sante queste, ma lei ha di meglio da fare.
“Eppure venite tutti da me per avere speranza? Come osate?”. Qui sembra delirare
Vanno da lei e le danno importanza quelli cui le sue parole e le sue smorfie sono funzionali. A vendere i giornali, per esempio o a fare ascolto
“Avete rubato i miei sogni e la mia infanzia con le vostre parole vuote”
Alle quali la ragazzina si è adeguata pronunciandone altre come queste non meno vuote
“C’è gente che soffre. C’è gente che sta morendo (…) e voi non fate altro che parlare di soldi e di favoleggiare un’intera crescita economica”.
Anche qui manca la dovuta distinzione tra poveri e ricchi: la crescita economica, in termini concreti dei soldi, è necessaria a sopravvivere per chi stenta a restare al mondo siccome ha carenza di denaro, di cibo sano, di cure mediche.
“Come osate?” La bambina vuole fare paura ai potenti della terra.
Alcuni fingono di averne, tanto non dice niente della machiavelliana  “verità effettuale della verità effettuale della cosa”.
Anche me come al Segretario della fiorentina Repubblica soderiniana “pare più conveniente andare drieto alla verità effettuale della cosa, che alla immaginazione di essa"[1]
Aggiungo Nietzsche. Nel Crepuscolo degli idoli Tucidide è indicato addirittura come terapia contro “ogni platonismo”:" Il mio ristoro, la mia predilezione, la mia terapia  contro ogni platonismo è sempre stato Tucidide . Tucidide e, forse, Il Principe  di Machiavelli mi sono particolarmente affini  per l'assoluta volontà di non crearsi delle mistificazioni[2] e di vedere la ragione nella realtà -non nella "ragione", e tanto meno nella "morale"...In lui la cultura dei sofisti , voglio dire la cultura dei realisti  giunge alla sua compiuta espressione : questo movimento inestimabile, in mezzo alla truffa morale e ideale delle scuole socratiche prorompenti allora da ogni parte. La filosofia greca come décadence  dell'istinto greco: Tucidide come il grande compendio, l'ultima rivelazione di quella forte, severa, dura oggettività che era nell'istinto dei Greci più antichi. Il coraggio di fronte alla realtà distingue infine nature come Tucidide da Platone: Platone è un codardo di fronte alla realtà-conseguentemente si rifugia nell'ideale; Tucidide ha il dominio di -tiene quindi sotto il suo dominio anche cose"[3].

Poi Greta denuncia le emissiomi che consumano il CO destinato a sparire in meno di 8, 5 anni. Di che si tratta?
Emissioni di che? Del nostro fiato? I peti delle mucche o quelli delle zanzare sui quali  disquisiscono i sofoiv della cattiva scuola di Socrate nelle Nuvole di Aristofane? Vediamo il testo

Il contadino Strepsiade oppresso dai debiti dunque va a bussare al pensatoio di Socrate dove sa che insegnano a non pagare i creditori. Risponde un discepolo: il maestro è impegnato nella misurazione del salto di una pulce; altro problema trattato dalla scuola è se le zanzare ronzino dalla bocca o dal deretano (v. 158). La risposta a tanto dilemma è che "il culo fa rumore per la violenza del soffio"(164). Come si vede sono questioni di nessuna importanza, almeno per l'uomo comune il quale infatti deve rimanere ingannato dall'astruseria che serve a nascondere i grandi problemi reali: la guerra o la pace, l'educazione o la corruzione dei giovani ad opera di maestri e poeti, il rapporto tra i sessi e così via.
Di questi si occupa Aristofane, mentre gli studi di Socrate arrivano al dunque che "il culo della zanzara è una tromba"(165).
Questa è la conclusione capita da Strepsiade che aggiunge:
"o tre volte beato per questa investigazione delle interiora!"(v. 166).

Greta è “triste e arrabbiata”. Si vede dalla faccia, troppo cupa anche per un funerale. Non vuole credere che chi ascolta sia in  grado di capire la gravità del problema perché se capisse sarebbe malvagio.

Malvagità a parer mio non è capire ma non capire. Non capire significa anche non amare. Sicuramente chi esibisce tali smorfie non ama la vita.

Quindi la piccola usa parole difficili come “circoli di retroazione”, parole innaturali per una sedicenne, imparate a memoria e snobisticamente ossia maleducatamente recitate. Poi la distinzione tra i vecchi morituri “e noi che dovremo vivere con le conseguenze”.

Tra cento anni saremo comunque tutti morti. Io molto prima purtroppo ma tra cento anni al più tardi pure lei.

Serse quando vide l’Ellesponto attraversato dai suoi innumerevoli soldati si mise a piangere pensando che entro cento anni non uno di quei ragazzi sarebbe stato ancora vivo. Ma non voglio essere generico. Non mi piacciono le chiacchiere da bar.
 Lo racconta Erodoto
 Serse, invadendo la Grecia, vide l'Ellesponto coperto dalle navi e dapprima si disse beato (oJ  Xevrxh" eJwuto;n ejmakavrise, VII, 45), ma subito dopo scoppiò a piangere (meta; de; tou'to ejdavkruse)  per compassione al pensiero di quanto è breve tutta la vita umana: “ wJ~ bracu;~ ei[h oJ pa'~ ajnqrwvpino~ bivo~, eij touvtwn ge ejovntwn tosouvtwn oujdei;~ ej~ eJkatosto;n e[to~ perievstai” (VII 46,2), dal momento che di questi che sono tanti nessuno sopravviverà al centesimo anno. Allora Artabano, lo zio paterno, lo consolò dicendogli che, essendo la vita travagliata, la morte è il rifugio preferibile per l'uomo ("ou{tw" oJ me;n qavnato" mocqhrh'" ejouvsh" th'" zovh", katafugh; aiJretwtavth tw'/ ajnqrwvpw/ gevgone", Storie, VII, 46, 4). Un momento di triste sapienza silenica, ma senza smorfie né minacce.
  
 Quindi la ragazza snocciola altre cifre -350 gigatonnellate di anidride carbonica. Si può sapere quali industrie le emettono?. O sono le zanzare di Aristofane? Dimmelo ragazzina, tu che sei  davvero sofhv: mille cose sai tu, mille discorsi che son celate al semplice, anziano professore.

“E non siete abbastanza ancora maturi per dire le cose come stanno”. Hai ragione: io non ho sofferto, gioito, amato studiato abbastanza. Verrò a scuola da te.

Mi viene in mente una mia conoscente obesa e ignorante con i figli obesi e ignoranti quanto lei. Provai a suggerirle di fare del moto. Rispose, senza autoironia, di essere ingrassata perché non aveva mai fatto sport e non l’aveva fatto per studiare sempre. Era quasi analfabeta. Risposi ironicamente che io ero snello perché avevo praticato da sempre l’ascesi pagana nel triathlon della bici, della corsa e del nuoto con l’aggiunta di un poco di sci, ma non avevo mai aperto un libro ed ero rimasto ignorante e lo sarei stato per tutta la vita.
Colei non capì o finse di non capire l’ironia.

Bene ora mi chiedo se Greta è stata autoironica quando dà degli immaturi a chi la ascolta. Temo di no. Intanto però il nostro ministro della pubblica istruzione le dà retta incoraggiando gli scolari a non andare a scuola per appoggiare costei.
“Ma i giovani cominciano a capire il vostro tradimento”.
Non dice che i giovani sono traditi quando si nega loro il diritto allo studio, alla sanità, al lavoro.
Poi l’enfasi eroica della conclusione: “Non vi perdoneremo mai. Non vi permetteremo di farla franca. Qui, ora, noi diciamo basta. Il mondo si sta svegliando. E il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o meno”
“Non so se il riso o la pietà prevale” (Leopardi, La ginestra, v.  201)  


[1]Machiavelli Il Principe , XV.
[2] Cfr to; mh; muqw'de"  I, 22, 4. ndr
[3]Quel che debbo agli antichi , 2,  pp. 125-126. Uscito nel 1888.

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