domenica 15 marzo 2020

Canti delle donne di Euripide contro i versi calunniosi dei poeti maschi

Cari lettori, vi presento un paio di citazioni da due tragedie di Euripide quale controcanto rispetto a quanto scrivono da secoli sulle donne gli autori maschi, spesso frustrati, talora finiti suicidi. le traduzioni, come sempre sono mie.

  Euripide  Medea  (del 431). Il coro è costituito da donne di Corinto
Primo Stasimo
Prima strofe (vv. 410-420)
Verso l'alto scorrono le sorgenti dei sacri fiumi,
e giustizia e ogni diritto a rovescio si torcono.
Sono di uomini i consigli fraudolenti, e la fede
negli dèi non è più ferma ajndravsi me;n dovliai boulaiv, qew'n d  j
oujkevti pivsti" a[rare
La fama
cambierà la mia vita al punto che avrò gloria:
arriva onore alla razza delle donne; e[rcetai tima; gunaikeivw/ gevnei
non più una fama maligna screditerà le donne-oukevti duskevlado" favma gunai'ka" e{xei-.

Prima antistrofe (vv 421-430)
E le Muse degli antichi poeti smetteranno
di celebrare la mia infedeltà
mou'sai de; palaigenevwn lhvxous  j ajoidw'n
ta;n ejma;n ujmneu'sai ajpistosuvnan-
Infatti Febo signore del canto
 non accordò nel nostro spirito
suono ispirato di lira: poiché avrei intonato un inno di risposta
alla razza dei maschi. Una lunga età ha
molte cose da dire sul nostro ruolo e quello degli uomini. 430

 Euripide Ione (del 411?) terzo stasimo, seconda antistrofe.
Il Coro è formato da ancelle di Creusa che è rimasta incinta in seguito a una violenza subita da Apollo.
Il coro si rivolge ai poeti che “cantano con inni dal fragore maligno-duskelavdoisi u{mnoi" (v.1091) i nostri letti,  e le nozze illegittime, empie di Cipride;  guardate quanto superiamo in virtù la stirpe ingiusta degli uomini maschi. Un canto contrario di poesia vada contro i maschi-palivmfamo" ajoida;- kai; mou's j eij" a[ndra" i[tw-
(vv 1090-1097)
Breve commento
Euripide rappresenta donne deinaiv,

terribili e meravigliose, femmine umane al cui confronto i maschi-come Giasone per esempio-sono dei miserabili, eppure c’è chi lo considera ancora un antifemminista, una fama cattiva che risale ad Aristofane (cfr. le Tesmoforiazuse in particolare )

Ciò succede agli uomini che amano davvero le donne e per questo motivo distano assai dai luoghi comuni degli maschi comuni che non poche volte si sposano per dissimulare la loro omosessualità latente o praticata. Per uno che ama davvero le donne è molto più difficile ammogliarsi, quasi impossibile.
Chi lo fa, anche se non è proprio sodomita, passa spesso le serate con gli amici maschi giocando a carte o guardando le partite di calcio. Chi non impiega parte della propria vita in siffatti passatempi, che mostrano il bisogno di eccitazione della volontà ed esprimono benissimo “l'aspetto lamentevole dell'umanità"[1] viene considerato un effemminato da quei giocatori, i  maschi veri, i maschi doc.
Infatti noi amantissimi delle donne siamo filogini e ginofili in quanto ci sentiamo molto più simili alle femmine umane che ai maschi.
E’una tesi, rovesciati i termini, analoga a quella del personaggio Pausania del Simposio di Platone (180 c 4-185 c 3).

Baci
gianni


[1]A. Schopenhauer,  Il mondo come volontà e rappresentazione, il mondo come volontà §57).

Nessun commento:

Posta un commento

Ifigenia CLXXXI La fedeltà mal riposta. Il rimpianto della rosa bianca trascurata.

  Il sole aveva sbaragliato le nubi. Mi tolsi la maglietta per   l’abbronzatura che va ripassata, come le lezioni. Mi guardai il petto e i...