Commento “Le cose che sto imparando” di Fabio Fazio. Si trova a p. 25
del quotidiano “la
Repubblica” di oggi, 16 febbraio 2020.
Ho scritto già diversi commenti su questo presentatore televisivo e non
gli ho risparmiato critiche pure aspre. Ora afferma che la lezione del virus lo
stia rendendo migliore. Penso tuttavia che gli uomini buoni non abbiano bisogno
di tali maestri che mentre insegnano uccidono, dum docent necant
Prendo allora alcuni punti dall’ “Elenco delle cose che ho imparato” di
Fazio
1 “Devo rimettere in ordine la mia scala di valori per scoprire quel
che veramente è importante”. C’era bisogno di tanti morti per ordinare tale climax del tutto necessaria?
Secondo punto: “Quando tutto ciò sarà finito, devo attenermi a questa
scala di valori”
Finché il flagello dura invece? E prima? Sono valori ovvi per una
persona proba.
3 “La cosa che di sicuro più conta è stare vicini alle persone cui
vogliamo bene. Nulla è più importante di un abbraccio ai nostri figli”
Invece le persone che ci sono indifferenti e quelle cui vogliamo male,
le lasciamo morire in mezzo alla strada? Faremo come il sacerdote che, visto l’uomo
ferito dai briganti sulla via tra Gerusalemme e Gerico praeterivit, passò oltre? O
come il Levita che, mentre vedeva, proseguì?
O piuttosto è bene fare come il
Samaritano? Questo uomo umano videns eum
misericordia motus est. La tradizione ufficiale è ’’ne ebbe compassione”
Non basta: il testo greco presenta il verbo splagcivzw coniugato all’aoristo passivo-ejsplagcivsqh-NT. Luca,
10. 33.
Significa “essere toccato nel profondo”, fino alle viscere-splavgcna-
Come succede a ogni persona buona quando vede la povertà e la
desolazione in cui si trovano tanti nostri simili, fratelli nostri anche se non
li abbiamo mai visti prima. Quelli che sostano "non più che alle soglie, per
poco, tra l’ira dei cani” come Il mendico
di Pascoli.
In questi giorni terribili in Italia tanti medici e infermieri, insomma
tanti lavoratori e volontari che si prodigano per la salute degli infermi e per quella di tutti noi, sono
assimilabili al Samaritano della Buona
Novella.
Non credo invece che abbia niente in comune con questo soccorritore e
salvatore chi ha avuto bisogno di assistere a una pandemia per capire l’importanza
di abbracciare i propri figli.
Penso che questi tre punti dicano molto e non procedo
Saluto e ringrazio di nuovo i portantini, gli infermieri, gli
impiegati, i medici e i dirigenti dei nostri martoriati ospedali. Con stima e affetto
giovanni ghiselli
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