Le scuole sono chiuse, i cinema pure, le conferenze
nelle biblioteche sono sospese, le serate sono ancora buie e fredde. Non resta
che la televisione dopo lo studio e lo sport della giornata. Non tutti i
programmi sono spregevoli. Molti però sono proprio inguardabili. Nelle
trasmissioni brutte e insopportabili tanto che ne emigriamo subito, non ci sono
persone vere, versatili, umane e nemmeno personaggi dai grandi tratti
caratteristici, ma soltanto maschere con un’unica espressione. Presentatori eternamente
sorridenti e consenzienti o continuamente infuriati o tenacemente sghinazzanti
e, quando ancora c’era, un pubblico che applaudiva a comando senza che nessuno
degli ospiti dicesse mai: “vi prego, risparmiatemi” o almeno quel “cum meruero” con cui Nerone rispondeva signorilmente ai
senatori che lo ringraziavano (Svetonio,
Neronis Vita, 10). Ma l’eleganza
dello stile e perfino il pudore ora scarseggiano.
Infatti cambiando canale corriamo il rischio di
imbatterci nelle solite cinciallegre capaci soltanto di chiacchierare a vuoto
saltarellando giulive.
Uomini e donne che dicono con parole perspicue pensieri
pensati sono sempre più rari.
Difficile trovare l’essere umano come problema. Ora i
problemi sono soltanto il virus e l’economia danneggiata da questo veleno.
C’è il rischio che sparisca o si eclissi a lungo un’intera
civiltà.
Le persone educate se non verranno spazzate via dal
virus o dalla barbarie potrebbero smetter di riprodursi per il disgusto.
giovanni ghiselli
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