Ebbene tale soprano non è stata nemmeno nominata dai titoli del quotidiano “la Repubblica”.
Né lei né Elina Paranča , pure assai brava.
Su “la Repubblica” di oggi
in prima pagina il titolo è
Dal loggione della Scala:
“Viva l’Italia antifascista”
Acclamata Liliana Segre.
A pagina 6 leggo:
La Scala in piedi
Per Liliana Segre.
L’urlo del loggione
“Italia antifascista”.
Concludo scrivendo che la censura sull’ottima interpretazione di queste donne capaci di cantare e recitare come poche altre al mondo, deriva da un ordine fascista. Mi ricorda i maltrattamenti di quel regime a Toscanini.
Sono offese all’intelligenza, alla sensibilità, alla cultura e alla libertà.
Bologna 8 dicembre 2023 ore 17, 24
giovanni ghiselli
P. S. Un suggerimento alla signora senatrice Liliana Segre
Disgustato dai titoli, non avevo letto l’articolo a pagina 6 del quotidiano criticato nel post precedente. Mi ero fermato, ma poi ci ho ripensato.
Ebbene il testo elenca i personaggi illustri secondo il cronista e sulla vetta più alta di queste montagne mette Liliana Segre.
“Sotto accusa proprio le figure istituzionali in gara per mostrarsi accanto alla persona-simbolo che grazie all’autorevolezza della sua vita può confermare la vicinanza del popolo italiano a Israele dopo il barbaro attacco di Hamas”.
E’ un volgare tentativo di strumentalizzare la senatrice a vita tirandola dalla parte sbagliata.
La giusta condanna del barbaro attacco di Hamas non può portare una persona perbene e che per giunta ha sofferto quanto Liliana Segre, né le tante persone buone presenti e vive in Italia, a essere vicini e solidali a un governo che ha ammazzato migliaia di civili in pochi giorni. Tanti bambini sono stati uccisi e tanti altri, per ora scampati, sono però rimasti orfani nel massacro del popolo palestinese.
L’articolista conclude ripetendo l’assurdità dettata ieri alla Carlucci, la sorridente profetessa del governo, di ogni governo: “Il trionfo è scontato, la protagonista per niente: questa sera solo Liliana Segre unisce la Scala e l’Italia, davvero una “sorella” per Mattarella”.
Se fossi stato al posto di Liliana Segre avrei portato con me sul palco reale della Scala due bambini orfani: una orbata dei genitori ammazzati da Hamas e uno privato di padre e madre uccisi dall’Esercito di Netanyahu.
Può ancora farlo portandoli con sé in Senato. Sarebbe un gesto umano e nobile. Unirebbe davvero tanta parte d’Italia. La parte migliore oltre che la maggiore dimenticata o vilipesa dalle cronache dei pennivendoli che imbrattano i fogli con le menzogne suggerite dalle veline .
Bologna 8 dicembre Sant’Ambrogio. Ore 18, 26
giovanni ghiselli.
p. s.
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