Vediamo l’ ajnakuvklwsi" il ritorno ciclico delle costituzioni di Polibio
Monarchia- miglioramento >Regno- degenerazione>Tirannide reazione>Aristocrazia- degenerazione>oligarchia>- reazione>
Democrazia- degenerazione->Oclocrazia
Ne riferisco una mia sintesi
Le fasi più antiche sono quelle del potere di un uomo solo: Monarchia, Regno, Tirannide.
Segue l’aristocrazia: essa nasce come reazione alla tirannide che è la corruzione del Regno. Questo, fondato sul consensi, costituisce la correzione e l'evoluzione della monarchia basata sulla forza, mentre la tirannide è l'involuzione del regno.
I re anticamente una volta scelti invecchiavano nella loro funzione regale (ejnegevraskon tai'" basileivai") fortificando e cingendo di mura località importanti ed acquistando territori ("tovpou" te diafevronta" ojcurouvmenoi kai; teicivzonte" kai; cwvran kataktwvmenoi", VI, 7, 4.)
I primi a gestire il regno garantivano sicurezza ai sudditi e nello stesso tempo non suscitavano invidia poiché avevano un tenore di vita simile a quello del popolo.
Ma i loro eredi si abbandonarono al lusso e alla lussuria sfrenata e a tale comportamento seguirono invidia e ostilità odio e ira, per cui dal regno nacque la tirannide ed ebbe inizio la disgregazione e la cospirazione contro i capi, non da parte dei peggiori ("oujk ejk tw'n ceirivstwn") ma dei più nobili, magnanimi e coraggiosi poiché sono uomini del genere a non poter assolutamente sopportare le prepotenze dei capi ("dia; to; tou;" toiouvtou" h{kista duvnasqai fevrein ta;" tw'n ejfestwvtwn u{brei"" , VI, 7, 9).
Quando questi magnanimi, appoggiati dalla massa, cacciano i tiranni, si instaura l'aristocrazia, ossia il potere dei migliori cui il popolo grato affida il governo. Essi si comportano bene: non consideravano nulla più importante del pubblico interesse amministrando gli affari pubblici e privati con premura e con attenzione "khdemonikw'" kai; fulaktikw'""(VI, 8, 3).
La degenerazione del regime buono avviene, di nuovo, quando il potere passa dai padri ai figli i quali, resi arroganti dall'autorità e dal prestigio dei genitori, si abbandonano ai vizi cui induce il potere ereditato: alcuni all'avidità del denaro, altri all'ubriachezza e ai bagordi, altri a violenza contro le donne e a ratti di fanciulli.
Così i figli cambiano l'aristocrazia in oligarchia scatenando nel popolo sentimenti cattivi simili a quelli che hanno fatto cadere la tirannide; sicché la caduta finale ("to; tevlo" th'" katastrofh'"", VI, 8, 6) degli oligarchi è simile a quella dei tiranni.
Segue la democrazia ci succede l’oclocrazia che è il caos. Quindi si ricomincia.
Vediamo qualche parola di Polibio
Polibio VI, 4, 1-11
Óti d' ¢lhqšj ™sti tÕ legÒmenon ™k
toÚtwn sumfanšj.
oÜte g¦r p©san d»pou monar-
c…an eÙqšwj basile…an rJhtšon, ¢ll¦ mÒnhn t¾n ™x
˜kÒntwn sugcwroumšnhn kaˆ tÍ gnèmV tÕ ple‹on À
fÒbJ kaˆ b…v kubernwmšnhn· oÙd m¾n p©san Ñli-
garc…an ¢ristokrat…an nomistšon, ¢ll¦ taÚthn, ¼tij
¨n kat' ™klog¾n ØpÕ tîn dikaiot£twn kaˆ froni-
mwt£twn ¢ndrîn brabeÚhtai.
paraplhs…wj oÙd dhmokrat…an, ™n Î p©n plÁqoj
kÚriÒn ™sti poie‹n Ó ti pot' ¨n aÙtÕ boulhqÍ kaˆ prÒqhtai : par¦ d'
ú p£triÒn ™sti kaˆ sÚnhqej qeoÝj sšbesqai, gone‹j
qerapeÚein, presbutšrouj a„de‹sqai, nÒmoij pe…qe-
sqai, par¦ to‹j toioÚtoij sust»masin Ótan tÕ to‹j
ple…osi dÒxan nik´, toàto kale‹n (de‹) dhmokrat…an.
diÕ kaˆ gšnh mn e{x enai rJhtšon politeiîn, tr…a
mn § p£ntej qruloàsi kaˆ nàn proe…rhtai, tr…a d
t¦ toÚtoij sumfuÁ, lšgw d monarc…an, Ñligarc…an,
Ñclokrat…an. prèth mn oân ¢kataskeÚwj kaˆ fu-
sikîj sun…statai monarc…a, taÚtV d' ›petai kaˆ ™k
taÚthj genn©tai met¦ kataskeuÁj kaˆ diorqèsewj
basile…a. metaballoÚshj d taÚthj e„j t¦ sumfuÁ
kak£, lšgw d' e„j turann…d', aâqij ™k tÁj toÚtwn
katalÚsewj ¢ristokrat…a fÚetai.
kaˆ m¾n taÚthj e„j Ñligarc…an ™ktrape…shj kat¦ fÚsin,
toà d pl»qouj ÑrgÍ metelqÒntoj t¦j tîn proestètwn ¢di-
k…aj, genn©tai dÁmoj. ™k d tÁj toÚtou p£lin Ûbrewj
kaˆ paranom…aj ¢poplhroàtai sÝn crÒnoij Ñclokra-
t…a.
Traduzione mia
Óti d' ¢lhqšj ™sti tÕ legÒmenon ™k
toÚtwn sumfanšj.
Che è vero ciò che sto dicendo è evidente da queste considerazioni.
oÜte g¦r p©san d»pou monar-
c…an eÙqšwj basile…an rJhtšon, ¢ll¦ mÒnhn t¾n ™x
˜kÒntwn sugcwroumšnhn kaˆ tÍ gnèmV tÕ ple‹on À
fÒbJ kaˆ b…v kubernwmšnhn
Infatti non si deve chiamare regno senza incertezza ogni potere di una sola persona, ma solo quello accettato dalla libera volontà dei sudditi, ed è governato con la ragione piuttosto che con la paura e la violenza.
oÙd m¾n p©san Ñli-
garc…an ¢ristokrat…an nomistšon, ¢ll¦ taÚthn, ¼tij
¨n kat' ™klog¾n ØpÕ tîn dikaiot£twn kaˆ froni-
mwt£twn ¢ndrîn brabeÚhtai.
Né si deve considerare aristocrazia ogni governo dei pochi, ma quello che, in seguito a una cernita, è diretto dagli uomini più giusti e più saggi.
paraplhs…wj oÙd dhmokrat…an, ™n Î p©n plÁqoj
kÚriÒn ™sti poie‹n Ó ti pot' ¨n aÙtÕ boulhqÍ kaˆ prÒqhtai : par¦ d'
ú p£triÒn ™sti kaˆ sÚnhqej qeoÝj sšbesqai, gone‹j
qerapeÚein, presbutšrouj a„de‹sqai, nÒmoij pe…qe-
sqai, par¦ to‹j toioÚtoij sust»masin Ótan tÕ to‹j
ple…osi dÒxan nik´, toàto kale‹n (de‹) dhmokrat…an.
In modo molto simile non è democrazia quella in cui la massa intera è padrona di fare qualunque cosa mai essa voglia e preferisca, ma quella comunità presso il quale è tradizionale e abituale venerare gli dèi, onorare i genitori, rispettare gli anziani, obbedire alle leggi; presso tali comunità, quando la decisione dei più prevale, questa bisogna chiamare democrazia.
diÕ kaˆ gšnh mn e{x enai rJhtšon politeiîn, tr…a
mn § p£ntej qruloàsi kaˆ nàn proe…rhtai, tr…a d
t¦ toÚtoij sumfuÁ, lšgw d monarc…an, Ñligarc…an,
Ñclokrat…an.
Perciò si deve anche dire che ci sono sei specie di costituzioni, tre, di cui tutti parlano senza posa e di cui si è detto anche ora, e tre che sono naturalmente connesse a queste, dico la monarchia (una prima forma di tirannide quella del mouvnarco~ stigmatizzato da Otane III, 80, 2 ndr.) l’oligarchia e l’oclocrazia.
prèth mn oân ¢kataskeÚwj kaˆ fu-
sikîj sun…statai monarc…a, taÚtV d' ›petai kaˆ ™k
taÚthj genn©tai met¦ kataskeuÁj kaˆ diorqèsewj
basile…a. metaballoÚshj d taÚthj e„j t¦ sumfuÁ
kak£, lšgw d' e„j turann…d', aâqij ™k tÁj toÚtwn
katalÚsewj ¢ristokrat…a fÚetai.
Per prima dunque si stabilisce senza preparazione e in modo naturale la monarchia, e a questa segue e da questa nasce con una preparazione e una correzione, il regno. Quando questo degenera nel male che gli è connaturato, dico nella tirannide, poi dalla caduta di questi regimi nasce l’aristocrazia.
kaˆ m¾n taÚthj e„j Ñligarc…an ™ktrape…shj kat¦ fÚsin,
toà d pl»qouj ÑrgÍ metelqÒntoj t¦j tîn proestètwn ¢di-
k…aj, genn©tai dÁmoj. ™k d tÁj toÚtou p£lin Ûbrewj
kaˆ paranom…aj ¢poplhroàtai sÝn crÒnoij Ñclokra-
t…a.
Quando poi questa sia per natura degenerata in oligarchia, e la massa con ira abbia punito le ingiustizie dei capi, nasce la democrazia. Poi, dalla vicendevole prepotenza e illegalità di questa, giunge al compimento con le successioni cicliche l’oclocrazia.
AÛth politeiîn ¢nakÚklwsij, aÛth fÚsewj o„-
konom…a, kaq' ¿n metab£llei kaˆ meq…statai kaˆ p£-
lin e„j aØt¦ katant´ t¦ kat¦ t¦j polite…aj. " E' questo il ritorno ciclico delle costituzioni, questa disposizione della natura secondo la quale i sistemi politici cambiano e mutano, poi tornano di nuovo alla loro forma originaria. Possiamo accostare a questa teoria anche l’eterno ritorno di Nietzsche.
L’eterno ritorno ci dà l’esempio del ripetersi degli eventi nella Storia e pure nella vita umana
L’eterno ritorno[1] ci porta nell'ambito dell' ajnakuvklwsi" di Polibio (VI, 9, 10), dell'orbis di Tacito [2] , del "cerchio" di Machiavelli[3]. Leopardi lo chiama "circuito" mutuandolo dal circuitus di Cicerone[4]..
"L'idea tacitiana del "ciclo" economico dal 30 a. C. al 68 d. C. è, in fondo, un nuovo dono del pensiero filosofico alla storiografia antica: all'"anaciclosi" polibiana, che si applica alle forme costituzionali, si aggiunge così un similare concetto di orbis , applicato all'economia. Questo concetto del luxus senatorio stroncato...dall'avvento, nel 69 d. C. , di una borghesia "pecuniosa" ma parca, basterebbe a fornire taluni elementi essenziali per una storia sociale del periodo dal 69 d. C.-l'anno di Galba, Otone, Vitellio-fino a tutta l'età flavia: del periodo, insomma, che Tacito aveva trattato nelle Historiae "[5].
“ Tutto muore, tutto torna a fiorire…Ricurvo è il sentiero dell’eternità”[6].
:" Evenerat autem isdem diebus annuo cursu completo, Adonea rito veteri celebrari , amato Veneris, ut fabulae fingunt, apri dente ferali deleto, quod in adulto flore sectarum est indicium frugum "(XXII, 9, 15). Avveniva poi in quei medesimi giorni che, compiuto il corso dell'anno (il 361 d. C.), si celebravano secondo l'antico rito le feste per Adone, amato da Venere e ucciso dal dente di un cinghiale selvaggio, il che è simbolo delle messi recise quando sono mature.
taàt£ tij safîj ™pegnwkëj crÒnoij mn ‡swj diamart»-
setai lšgwn Øpr toà mšllontoj perˆ polite…aj, tÕ
d poà tÁj aÙx»sewj ›kastÒn ™stin À tÁj fqor©j
À poà metast»setai span…wj ¨n diasf£lloito, cwrˆj
ÑrgÁj h] fqÒnou poioÚmenoj t¾n ¢pÒfasin.
:" Se uno ha capito chiaramente questo, forse potrà commettere un errore riguardo ai tempi, parlando del futuro di un regime, ma, dando un giudizio senza animosità e invidia, raramente potrebbe sbagliarsi riguardo a quale punto di sviluppo ciascuno si trova o di declino, o in quale forma si muterà
cwri;" ojrgh'" h] fqovnou.
Non si può non ricordare il sine ira et studio ", senza animosità e partigianeria, di Tacito (Annales I, 1).
kaˆ m¾n per… ge tÁj `Rwma…wn polite…aj kat¦ taÚthn t¾n
™p…stasin m£list' ¨n œlqoimen e„j gnîsin kaˆ tÁj
sust£sewj kaˆ tÁj aÙx»sewj kaˆ tÁj ¢kmÁj, Ðmo…wj
d kaˆ tÁj e„j toÜmpalin ™somšnhj ™k toÚtwn meta-
bolÁj· :" E anche riguardo allo Stato romano in particolare, seguendo questa prospettiva, potremmo giungere benissimo alla conoscenza della formazione e dell'accrescimento e del culmine, e così anche del cambiamento in senso opposto che ci sarà a partire da queste condizioni".-
e„ g£r tina kaˆ ˜tšran polite…an, æj ¢rt…wj
epa, kaˆ taÚthn sumba…nei, kat¦ fÚsin ¢p' ¢rcÁj
œcousan t¾n sÚstasin kaˆ t¾n aÜxhsin, kat¦ fÚsin
›xein kaˆ t¾n e„j t¢nant…a metabol»n : skope‹n d'
™xšstai di¦ tîn met¦ taàta rJhqhsomevnwn
Se infatti accade che anche questa costituzione al pari di qualsiasi altra, come ho detto poco fa, secondo natura ha fin dall’origine una nascita e una crescita, secondo natura avrà anche un cambiamento nell’opposto. Sarà possibile osservarlo attraverso le parole che saranno dette in seguito.
Anche lo Stato romano dunque, raggiunta l' ajkmhv dovrà decadere secondo un processo naturale ("kata; fuvsin", VI, 9, 13) , e sarà possibile constatarlo attraverso il seguito della storia ("Skopei'n d j ejxevstai dia; tw'n meta; tau'ta rJhqhsomevnwn", VI, 9, 14).
Bologna 28 dicembre 2023 ore 10, 21 giovanni ghiselli
p. s.
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[1]Crepuscolo degli idoli , p. 128.
[2]Annales , III, 55. :"Nisi forte rebus cunctis inest quidam velut orbis, ut quem ad modum temporum vices ita morum vertantur "(Annales , III, 55), forse in tutte le cose c'è una specie di ciclo, in modo che, come le stagioni, così si volgano le vicende alterne dei costumi.
[3]Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio , I, 2.
[4] De republica (del 51 a. C.) , I, 45.
[5] Santo Mazzarino, Il Pensiero Storico Classico , II, 2, p. 82.
[6] Così parlò Zarathustra, del 1883, Il convalescente, p.266.
[7] Introduzione a Nietzsche, p.401.
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