La tragedia è resa ridicola da un buffone.
Grünlich comincia a parlare con il viso chiazzato di rosso.
Dice al suocero: “Babbo, la ringrazio di essere venuto”
Buddenbrook risponde: “Era mio dovere, caro amico, ma temo che sarà l’unica cosa che io possa fare in questa faccenda”.
Siamo già alle condoglianze per la rovina dell’azienda del genero e del suo matrimonio con Tony. I due uomini raggiungono il banchiere nella sala da pranzo poi vanno in quella del fumo. Si deve procedere all’esecuzione del fallito. Kesselmeyer chiacchiera mentre il console vuole vedere il libro dei conti.
Grünlich cerca di prendere tempo: si atteggia a vittima incolpevole e pure a eroe tragico bersagliato dalla sfortuna. Dice al suocero: “creda a me: lei riconoscerà la situazione di un infelice, non già di un colpevole. La prego, babbo, di vedere in me un uomo che ha lottato senza posa contro il destino, ma ne fu atterrato” p. 142
“Vedrò, caro amico, vedrò da me” rispose il console con evidente impazienza. Vuole vedere i conti e non intende fare sconti al genero.
“La borghesia dove ha raggiunti il dominio non ha lasciato fra uomo e uomo altro vincolo che il nudo interesse, il freddo pagamento in contanti” (Marx-Engels, Manifesto del Partito Comunista, capitolo I, Borghesi e Proletari) .
Frusciava la carta sotto le mani del revisore. Fuori pioveva.
Infine il suocero disse: “Poveretto!”. Era addolorato e commosso ma tosto dominò i propri sentimenti.
Questi non devono nuocere agli affari. Chi fa dipendere la propria identità dal denaro cerca di accrescerlo in tutti i modi. Succede altrettanto per ogni altro fattore di identità. I miei sono stati lo studio, la scuola, lo sport.
Kesselmeyer ci fa delle battute e ci ride sopra. Il console si chiedeva se il credito del genero fosse dipeso del tutto dal fatto di avere sposato una Buddenbrook. Oramai il trucco è scoperto. Ma “Si erano fatti i conti senza l’oste” pensa il padre di Tony. Veramente ci era cascato e ci aveva fatto cadere la figlia. Questo errore comunque andava corretto.
Il console quindi accusa Grünlich di essere colpevole oltre che disgraziato. “Babbo” prova a balbettare il genero ma il suocero ribatte: “Cotesta parola suona male alle mie orecchie”.
Lo sciagurato ha perso l’identità del genero dell’uomo facoltoso che sosteneva la sua attività commerciale. Il banchiere si mette a ridere quando Buddenbrook gli chiede se sia disposto a pazientare ancora sulla riscossione di sessantottomila settecentocinquantacinque marchi e quindici scellini. Il console si indispettisce per quella reazione irrispettosa e dichiara che non intende occuparsi più di quella faccenda.
Quindi suggerisce al genero di chiedere conforto a Dio perché lui non può fare nulla. Il disgraziato faceva crocchiare le dita. Poi torna a pregare il “babbo”. Il deficit, dice, è tutto sommato di centoventimila marchi.
Ma il suocero è irremovibile. Risponde seccato ai tentativi di mediazione del banchiere. Grünlich gioca la carta della figlia e della nipote del console, poi quella del suicidio. Il console prova pietà ma non può conciliare la compassione per i sentimenti umani con il suo senso degli affari, freddo e pratico. Ebbe un’esitazione che non durò più di un secondo.
La sua pietà di un secondo è comunque più presente della pietas di Enea che scappò via da Didone senza nemmeno salutarla dopo avere l’ordine divino di fuggire da Cartagine.
Il banchiere interviene con grida stridule ricordando che Grünlich è il campione di attività e abilità che fu capace di tirarsi fuori dai guai quattro anni prima ottenendo credito con lo sposare la figlia di un uomo ricco.
Quindi ricorda a Grünlich come agirono loro due per arraffare la figlioletta e ottantamila marchi “Si presentarono al signor babbo libri ben preparati, libri puliti e carini. Ma nella dura realtà tre quarti della dote andarono a sconto delle cambiali.
Il console si sentiva in mezzo tra un furfante e un malvagio impazzito. Prova a dire al banchiere che aveva assunto sul pretendente della figlia informazioni fidate. Quindi si avvia per uscire mentre Kesselmeyer gli grida dietro che gli informatori erano tutti d’accordo e dissero e scrissero il falso per mettersi al coperto con un matrimonio salda debiti.
Bologna 21 dicembre 2023 giovanni ghiselli ore 19, 13
p. s.
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