Leinsdorf dice che nelle sue riflessioni pensa addirittura ai socialisti. Crede che si possano addomesticare e utilizzare per potenziare il Reich. “Si vede già un’attenuazione della lotta di classe e della condanna della proprietà e alcuni di loro antepongono lo Stato al partito. I borghesi invece si sono radicalizzati nelle loro contaddizioni nazionali”.
Il Reich asburgico era un impero multinazionale come l’impero Persiano antico e l’Unione Sovietica successiva.
“Dobbiamo ragionare in termini di economia politica e la politica del principio di nazionalità ha esautorato il Reich. L’Imperatore, di tutta quell’insalata libertaria ceco-tedesca-italo polacca se ne frega altamente. L’imperatore vuole che il Reich sia forte e prova una viva avversione contro tutte le albagie, la spocchia del mondo intellettuale borghese fin dal ’48. L’Imperatore, mi lasci dire, è il primo socialista dello Stato”.
La storia della loro patria multinazionale rischiava di finire costretta a muoversi verso lo sterile nazionalismo dove si stava smarrendo.
Oggi l’Europa si smarrisce perdendo il culto e la cultura delle sue tradizioni, dell’umanesimo, dell’arte, della bellezza. Rimane solo quello dell’economia e del denaro.
“Per quanto parli di economia, il nostro tempo è un dissipatore: sperpera la cosa più preziosa, lo spirito”[1].
Ulrich domanda al conte quale sarebbe dunque il loro dovere.
Leinsdorf risponde con una tautologia: “Il nosto dovere? Ma è appunto di compiere il nostro dovere! E’ l’unica cosa che sempre si possa fare” p. 825
Quindi il conte si avvicina al suo scopo: vuole chiedere a Ulrich quello che il giovane non vorebbe: seguitare a essere il segretario dell’Azione parallela.
“Ascolti, il popolo oggi chiede una mano forte; ma una mano forte ha bisogno di belle parole, se no, il popolo non si acconcia. E lei, proprio lei, secondo me, possiede questa facoltà in grado eminente”. Parole lusinghiere.
L’ultima volta nella riunione in casa Tuzzi lei aveva detto che si doveva costituire un comitato generale per la beatitudine permanente eterna, gli ricorda il conte
Mi sembrano parole vuote di senso. Rivelano volontà di disimpegno da un agire concreto
“Caro dottore, noi non possiamo assolutamente privarci di lei”.
Dopo i discorsi precedenti che avevano la natura “di sogni complicati” la richiesta di non deporre l’ufficio onorifico di segretario dell’Azione Parallela fu espressa con tutta la necessaria, risoluta precisione. Quindi il conte posò la mano sul braccio di Ulrich con piglio aggressivo e il giovane uomo ebbe il sospetto che le precedenti divagazioni prolisse avessero avuto lo scopo di assopire la propria vigilanza.
E’ la tattica della distrazione praticata anche oggi da tanti politici.
Ulrich non potè che accettare sia pure con riluttanza. Quindi Leinsdorf per attenuare il dispetto insito nelle lusinghe gli promette un impiegato per le incombenze più fastidiose
Bologna 22 dicembre 2023 ore 10, 13
giovanni ghiselli
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[1] Nietzsche, Aurora, libro terzo, 179
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