Ho seguito nel primo canale della televisione tutto il Don Carlo con attenzione, prendendo anche qualche appunto e ho imparato molto.
Disgustoso il conformismo e il servilismo di certi presentatori.
La Carlucci ha avuto la sfacciataggine di affermare che la Segre era “la protagonista assoluta della serata”. In confronto, aggiungo ironicamente, la Netrebko era una comparsa e la Garanča una portarobe. Non ho niente contro la Segre ma francamente mi è sembrata un’offesa anche per lei anteporla a Verdi, a chi cantava al direttore d’orchestra, al regista.
L’opera non mi è piaciuta del tutto: non è bella quanto La Traviata o Rigoletto, per esempio, né come musica, né quanto alle parole che per me non sono meno importanti della musica.
La commozione massima l’ho provata quando Elisabetta-Anna Netrebko ha cantato l’aria “Tu che le vanità conoscesti del mondo” rivolta allo spettro di Carlo V, padre di Filippo II, nonno di Carlo e figlio di Giovanna la pazza, bisnonna dunque di don Carlos.
La pazzia girava nel sangue della stirpe, ho pensato. Come in tante altre schiatte che prima o poi si disfanno.
Anna ha ricevuto diversi minuti di applausi e ho capito perché la presentatrice ha dovuto dire che la protagonista assoluta era la senatrice Segre: la Netrebko è russa, quindi guai a darle qualsiasi importanza.
Secondo me Anna ha valorizzato la serata.
Ma da certi commenti è stato dato maggiore spazio alla Pivetti.
Durante i minuti dedicati a questa riesumata in vacanza ho iniziato a leggere il Don Carlos di Schiller. Continuerò a farlo. E’ uno stimolo ricevuto dalla serata. La scenografia non era sempre del tutto chiara, mentre ho trovato pregevoli i costumi rispettosi dell’epoca.
Una mea culpa: confesso che ieri sera non sono andato a correre. Finita l’opera, che non volevo perdere avevo fame, e mi sono messo a mangiare. Una culpa non maxima: ha un’attenuante: ho mangiato poco siccome nella giornata avevo fatto 1 ora e quaranta di bicicletta ma neanche un minuto di corsa la sera. Ho visto la pur affascinante soprano alquanto sciupata dal cibo o dai dispiaceri. C’è un nesso tra questi e quello: chi mangia fino a ingrassare spiace a se stesso. Perfino la Carlucci tiene la linea: dunque riguardati Anna, non sciuparti dell’altro. Sei ancora una meraviglia di donna. Nella tua voce, soprattutto nell’ultimo atto, ho sentito la presenza di Dio. Fai di tutto per non smentirla mai con l’aspetto.
p. s
Bologna 8 dicembre 2023 ore 9, 32 giovanni ghiselli
Oggi è il giorno del divo Ambrogio un maestro : “Non de tuo largiris pauperi sed de suo reddis” (De Nabuthae 53), non concedi del tuo al povero, ma gli rendi del suo.
Cattiva educazione invece viene data dallo sfoggio di lusso di non pochi spettatori. Oltretutto è cosa inelegante dettata com’è dalla ajpeirokaliva, l’ inesperienza della bellezza.
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