venerdì 15 dicembre 2023

Ifigenia XCV. La merenda del 28 di maggio. Seconda parte. L’amore sull’erba: sotto sorrise la terra

A. Feuerbach, Iphigenie (1862)
PER VISUALIZZARE IL GRECO SCARICA IL FONT HELLENIKA QUI E GREEK QUI


A Ifigenia che mi riempiva di baci, carezze  e parole gradite, domandai se voleva uscire per camminare con me, vedere il tramonto del sole, metterlo a letto, poi fare l’amore con me sull’erba di un prato celato alla vista.
La proposta la fece trillare di gioia. Ci alzammo, chiedemmo scusa agli amici, uscimmo e ci allontanammo dall’osteria campagnola allungando i passi su un sentiero che procedeva tra l’erba a mano a mano sempre più folta e alta, fino a lasciare scoperta soltanto una striscia di cielo dove gareggiavano affamati gli uccelli. A un tratto tra l’erba trovammo un’area circolare, come una radura dove spiccavano alcune campanule azzurre. Rimanendo in piedi, di lì potevamo vedere i colli da una parte e la bassa pianura del nord dall’altra, ma dopo esserci stesi al riparo della fitta vegetazione che nascondeva quel talamo tondo, vedevamo soltanto il cielo sereno. E non eravamo visti da alcuno. Replicammo l’amore di mezzogiorno.
Le farfalle ci festeggiavano svolazzando sopra di noi con le ali imporporate dai raggi  serotini e lucenti della sera di San Pietro. Era il nome del luogo posto su un colle situato tra Ozzano e Castello, quello delle terme.  
I fiori azzurrini piegati dalle membra aulenti di Ifigenia contraccambiavano con il loro profumo l’odore paradisiaco del corpo splendidamente fiorito di lei. Meivdhse de; gai`  j uJpevreqen[1], sotto sorrideva la terra. Sotto Ifigenia, l’erba e i fiori.
Poi, seduti sulle vesti leggere, ci fermammo a osservare la volta del cielo sopra di noi che diventava azzurro come i fiori sotto di noi, mentre il sole, stanco del lungo volo, si era già annidato nel verde dei colli  ed erano scomparse tutte le ombre, si oscuravano tutti i sentieri e diventavano sempre più tenere e dolci le voci degli uccelli. Una farfalla bianca e fosforescente, improvvisa e inopinata, a un tratto si posò sul grembo di Ifigenia  e vi sparse il il suo luminoso candore. Facemmo l’amore per l’ultima volta quel giorno, prima che il sentiero sparisse  nel buio.  Quindi tornammo nell’osteria.

Bologna 15 dicembre 2023 ore 11, 54 
giovanni ghiselli
 
p. s.
Statistiche del blog
Sempre1438558
Oggi204
Ieri387
Questo mese7108
Il mese scorso14896
 
Finlandia
1.719 
 
  


[1] Inno omerico III, ad Apollo, 118

Nessun commento:

Posta un commento

Ifigenia CLXXXI La fedeltà mal riposta. Il rimpianto della rosa bianca trascurata.

  Il sole aveva sbaragliato le nubi. Mi tolsi la maglietta per   l’abbronzatura che va ripassata, come le lezioni. Mi guardai il petto e i...