NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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domenica 10 dicembre 2023

T. Mann. I Buddenbrook. 27

IV, 4. La morte del suocero irriducibile

 
Il console torna nella sala dell’assemblea dove l’aria si era rasserenata e divenuta perfino allegra. Si beveva della “birra chiara e piuttosto alcolica”. Johann Buddenbrook ricevette strette di mano e congratulazioni per il successo ottenuto. Solo suo suocero, il vecchio Lebrecht Kröger non aveva cambiato umore. Quando seppe che la sua carrozza era arrivata disse:” La plebe si degna  dunque di lasciarmi ritornare a casa!”.
 
I personaggi dei romanzi di T. Mann si possono dividere in due categorie: i riducibili e gli irriducibili. Ossia disposti o no al compromesso, all’accettazione di un mondo che non piace. Questo vecchio  morosus, per così dire, non sopporta l’avanzata pur minima di quella che chiama plebe. A lui sembra eccessiva, spropositata e ne muore.
Il suo bisnipote Hanno muore a 15 anni perché non sopporta la vita del commerciante cui la famiglia lo aveva predestinato. Questo adolescente è altro irriducibile per motivi diversi dal bisnonno.
Riducibile o almeno capace di sopravvivere e di mantenersi in buona forma è Tony-Antoinette la zia di Hanno la quale alla fine del romanzo è afflitta eppure è una cinquantenne rimasta bella.
 Il personaggio che incarna il connubio tra vita borghese e arte è Tonio Kröger protagonista eponimo del romanzo breve del 1903. Dopo essere diventato un “borghese sviato” questo giovane ritrova un accordo con la vita non demoniaca avendo compreso che tale può diventare quella dell’artista. E’ l’alter ego di T. Mann.
Ma lo vedremo meglio studiando questo racconto.
 
Il suocero dunque infila il braccio sotto quello del genero che si era offerto di accompagnarlo. Ringraziò solo con “un merci superficiale”.
Durante il tragitto videro il popolo che gridava evviva, cantava e lanciava in aria i berretti. L’ ottantenne appariva ulteriormente invecchiato
Il genero cerca di consolarlo: “Ma se si considera che è stata una buffonata…una farsa”.  Quindi per togliere ogni pericolosità a quella presunta rivoluzione dice che “è stata preparata a Berlino ai tavoli da tè degli esteti…Poi il popolo è sceso in lizza e ha messo in palio la propria pelle…Ne caverà le spese?”
 
  Il 18 brumaio di Luigi Bonaparte, conosciuto anche come Il 18 brumaio di Luigi Napoleone, è un'opera di Karl Marx, pubblicata  nel maggio 1852.
Marx analizza il corso del colpo di Stato del 2 dicembre 1851, compiuto in Francia da Luigi Napoleone che si fece eleggere presidente per dieci anni con la pienezza del potere esecutivo. Un anno dopo si fece proclamare da un altro plebiscito imperatore con il nome di Napoleone III.
Il primo Napoleone aveva posto fine al governo del Direttorio il 18 brumaio- 9 novembre- del 1799. Quindi istituì il Consolato dove era il primo Console su tre. Poi si proclamò Console a vita (1802)  e infine imperatore (1804)
In questo scritto Karl Marx riprende Hegel il quale aveva notato che tutti i grandi  eventi  e personaggi della storia si presentano due volte, però aveva omesso di specificare che la prima volta rappresentano una tragedia,  la seconda una farsa.
Potremmo pensare  alla rivoluzione francese, poi al 1848. E la terza volta? Il 1968? Per alcuni dei “leaderini” di allora questo movimento studentesco è diventato un profitto, una scalata socioeconomica, per me, per alcuni altri come me, e per tante nostre coetanèe un’occasione per emanciparsi.
Anche allora, nel ’68  la componente estetica,  associata e sovrapposta a quella ideologica, prevaleva ma queste non sono diventate prassi di un popolo, né cultura di una nazione.
 
Il vecchio non risponde a tono e chiede al genero il piacere di aprire il finestrino. Johann domanda: “Non si sente bene babbo?
E il suocero, di fatto moribondo, risponde: No, niente affatto”.
Questa borghesia ha assunto un’educazione di tipo aristocratico imitando l’aristocrazia
L'autore del romanzi Il Gattopardo considera le lamentele poco aristocratiche:"Questi nobili poi hanno il pudore dei propri guai: ne ho visto uno, sciagurato, che aveva deciso di uccidersi l'indomani e che sembrava sorridente e brioso come un ragazzo alla vigilia della Prima Comunione; mentre voi, don Pietrino, lo so, se siete costretto a bere uno dei vostri decotti di senna fate echeggiare il paese dei vostri lamenti. L'ira e la beffa sono signorili; l'elegia, la querimonia, no. Anzi voglio darvi una ricetta: se incontrate un 'signore' lamentoso e querulo guardate il suo albero genealogico: vi troverete presto un ramo secco" (p. 135).
Poi succede “un fatto impressionante”. Qualche scalmanato lanciò un sasso dentro la carrozza, un ciottolo della grossezza di un uovo che entrò dal finestrinio colpì il petto del vecchio del resto coperto e difeso dalla pelliccia. Ma il male fu mentale. Il console biasimò il gesto villano e impertinente e si preoccupò per il suocero che disse solo: “Canaglie!”
Il console non replicò per paura di irritarlo. Quando vide il volto del vecchio però rimase atterrito: era giallo e solcato da rughe flosce. “L’espressione si era tramutata in un ghigno torto e cadente da vecchio rimbambito”. Chiese una mano al genero, scese dalla carrozza, poi arrivato ai piedi della scala si piegò sulle ginocchia, “Lebrecht Kröger, il cavaliere á la mode, aveva raggiunto i suoi antenati

Bologna 10 dicembre 2023 ore 18, 27 
giovanni ghiselli

p. s.
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