Aristofane sfidava le ire dei potenti non solo con motteggi e sberleffi ma anche denunciandoli con pesanti accuse politiche. Il suo principale obiettivo polemico fu Cleone, il demagogo beniamino del popolo e più volte stratego dopo la morte di Pericle (429) fino al 422 quando morì in battaglia. Successivamente Aristofane lo risparmiò.
Cleone intentò un processo contro Aristofane come sappiamo dagli Acarnesi rappresenti alle Lenee del 425
“Cleone mi trascinò davanti al Consiglio e mi calunniava (dievballe) e usava la lingua per dire menzogne contro di me (kai; yeudh' kateglwvttizev mou, Acarnesi, 380) e urlava come il torrente Cicloboro, un diluvio. E oramai morivo sotto la melma dei suoi imbrogli”.
Ora che siamo alle Lenèe- prosegue Diceopoli, il cittadino giusto portavoce di Aristofane- Cleone non potrà calunniarmi dicendo che infamo la città davanti agli stranieri. Siamo solo noi: l’agone è quello lenaico (cioè invernale) e gli stranieri ora non ci sono.
Io anche se sono un mendico- ptwcov~-492- parlerò della città e dirò cose terribili ma giuste “ejgw; de; levxw deina; mevn, divkaia dev” (501).
Il poeta comunque venne assolto e continuò a scrivere contro Cleone e altri demagoghi perché l’intellettuale ateniese godeva ancora della parresia, la libertà di parola che era e dovrebbe essere ancora la cellula della democrazia.
Che cosa c’entra Benigni con Aristofane? Ne è l’antitesi.
Bologna 15 febbraio 2024 ore 18, 30 giovanni ghiselli, mendicante dell’amore, della verità e dlla bellezza
p. s.
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