giovedì 20 febbraio 2025

La danza pirrica, una danza macabra.


 

Dopo anni di guerra con versamento di sangue umano, distruzioni di alloggi, desolazioni di terre già amene, c’è chi continua a danzare la pirrica: purrich; o[rchsi~ , una danza guerresca, e guai a chi prova a  invocare la pace con tanto di  passi amichevoli o addirittura amorosi.

 Da molti ogg viene benedetta  la guerra, santificato  l’odio mentre aborrito  è l’amore.

Cosa c’è dietro? Credo la brama del lucro nei profittatori affaristi e la credula attenzione  rivolta a costoro da parte di chi è incapace di un  pensiero critico.

 

Ricordo con simpatia, nostalgia e rimpianto le danze nel grande cortile interno dell’Università di Debrecen: eravamo studenti borsistìti di tutta l’ Europa socialdemocratica, democristiana e comunista : Atena ed Eros ci avevano radunati lì per studiare, imparare e conoscerci bene a vicenda. La lingua comune  era l’inglese imparato dai drammi di Shakespeare. Ma funzionava bene anche il latino dove l’inglese non arrivava.

Erano gli ultimi anni Sessanta e i primi Settanta.

L’odio reciproco era inconcepibili, perfino l’antipatia e la diffidenza tra gli umani. Una honesta comitas ci collegava.

Eravamo curiosi l’uno dell’altro, e pure desiderosi di intrecciare legami intellettuali e affettivi. I miei amici di allora sono morti quasi tutti.

Io che sopravvivo in questa età del ferro, era della compiuta peccaminosità dove è di moda l’odio, la prepotenza, la violenza, financo la guerra, impiego quanto mi resta da vivere per ricordare i morti e svegliare e rischiarare le menti dei vivi  ottenebrati che non hanno vissuto quegli anni felici e credono,  errando, che questa atmosfera mefitica di risentimento e antipatia di tutti contro tutti  sia l’unica possibile.

Ravvedetevi: non è così.

Spero di fare in tempo a vedere il ritorno della luce e dell’amore tra gli umani, quando l’adempimento della giornata era la dilectio:  diliges poximum tuum tamquam te ipsum e gli uomini non si ammazzavano tra loro né ammazzavano le donne, anzi le corteggiavano mettendo nelle parole tutto il meglio del loro sapere. Era un  bellissimo, gioioso impiego del tempo[1]. Allora usava così.  Credp che non pochi tra i miei coetanei si commuoveranno leggendo queste parole.

La nostra generazione ha avuto una gioventù meravigliosa: credevamo nell’umanità e in un futuro ancora migliore. Poi invece sono arrivate le bombe con le stragi, l’ignoranza, l’odio, le guerre con tanto di danze macabre.

Bologna 20 febbraio 2025 ore 17, 21 giovanni ghiselli

 

p. s.

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Il fatto che tanti lettori mi leggano mentre scrivo parole fuori moda con idèe fuori moda mi incoraggia e mi fa sperare.

 



[1] Puoi trovare il racconto di quegli anni con la descrizione di quell’età e di quella gioventù fortunata nel mio Tre amori a Debrecen. Non compratelo. Si trova in prestito nella biblioteca Ginzburg di Bologna.

 

 

 

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