domenica 2 febbraio 2025

Un film meno che mediocre interpretato però da un bravo attore e da un’ottima attrice.


 

Ieri sera non pioveva e finalmente sono andato al cinema dalle 21 alle 23 prima della cena a mezza la notte.

Il film è povero di significato, soprattutto per chi conosce l’Odissea. Sembra che il regista non la conosca. L’unica scena passabilmente odissiaca è quella della cicatrice di Ulisse che ne svela l’identità alla nutrice Euriclea. Anche il porcaro Eumeo ha un carattere delineato e pure il cane Argo pieno di zecche. I proci invece non esistono come persone tranne Antinoo del resto mistificato attraverso una modificazione non necessaria rispetto al  più autorevole dei proci dell’Odissea di Omero.

Perfino il clima mediterraneo è stravolto senza motivo. Sembra girato nella Danimarca di Amleto. Nella trama del film il dato che caratterizza l’insieme è la mancanza di chiarezza. Il doppiaggio a tratti è incomprensibile nel senso di inaudibile, soprattutto quando parla Odisseo sussurrando le sue litanie.

Telemaco che nel poema omerico è un ragazzo problematico e intelligente in questo film un fantoccio fastidioso, dispettoso e feroce. Biondo come un danese, anche lui. Dà solo noia vederlo.

Bravo invece il consumato attore Ralph Finnies e bravissima Juliette Binoche, una donna non giovane, tuttavia molto bella per la ricchezza dei significati che trasmette pur con poche parole, quasi tutte udibili queste.

Ai miei lettori grecisti, ai miei compagni di corso che portarono tutta l’Odissea in greco al primo esame di lingua e letteratura greca intorno al 1965 quando eravamo giovani e insicuri molto, dico che il film è appena guardabile ma non è bello e ci fa rimpiangere quell’esame pur faticoso da preparare. Averlo superato traducendo ad apertura di libro da parte del professore e preside di facoltà il compianto Carlo Del Grande consolidò la fiducia in me stesso e mi aiutò a ritrovare la mia identità smarrita dopo il liceo.

 Quella prova significò molto per noi. Questo film significa poco, quasi niente. A parte la Binoche che mi ha fatto pensare però a Elena più che a Penelope. A Elena figlia di Zeus e pure a Elena Augusta, la più significativa tra le mie compagne che non ci sono più.

Potete dunque vedere il film di Uberto Pasolini ma sappiate che presenta un’Odissea sciupata, a tratti addirittura sconciata.

Sono curioso del vostro giudizio, o frati grecisti.

 E tanti saluti.

 

Bologna 2 febbraio 2025 ore 9 e 5. giovanni ghiselli.

p. s.

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