Il torturatore Almasri andava messo con altri personaggi del suo stampo su una carretta del mare e spinto verso la Libia, magari con il brutto tempo.
E pure salvato dall’annegamento e situato su un’altra carretta con i suoi simili, ogni volta che fosse necessario, fino all’arrivo.
Poteva essere un’opera buona: rieducativa.
Bologna 27 gennaio 2025 ore 11, 43 giovanni ghiselli
p. s.
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