venerdì 31 agosto 2018

Ilaria Cucchi come Antigone

Antigone - sulla scala - si ribella a Creonte
(rappresentazione dell'11/06/2013 al Teatro greco di Siracusacui ho assistito)
Oggi, 31 agosto 2018, dopo l’uscita del film sul martirio di Stefano Cucchi e la strenua, nobile indagine di sua sorella Ilaria, ripropongo questo pezzo del mio blog che risale a diversi anni fa, quando il caso era meno conosciuto. Allora non ho esitato e oggi non ho aggiunto una virgola alle parole di allora. Nel frattempo i lettori sono diventati 663516. Credo che molti di questi abbiano letto di Stefano e Ilaria. Il caso di questi fratelli, anche nostri, deve essere conosciuto, come quello di Ilaria Alpi, la ragazza eroica sulla quale ho scritto pochi giorno fa. Il meglio dell’umanità. I crimini nei quali è coinvolto lo Stato, o pezzi dello Stato con la copertura di altri pezzi, devono essere denunciati a tutti i costi.
In ricordo di Antigone, di Ilaria Cucchi e di Ilaria Alpi. 


Ilaria Cucchi ha scritto una bellissima risposta, pubblicata su il Fatto Quotidiano del 17 giugno 2013. E’ una replica a una lettera di Armando Spataro uscita il 13 giugno.
Non riferirò tutte le argomentazioni di questo scontro epistolare; voglio invece riflettere su una frase della sorella di Stefano che ha colpito la mia sfera emotiva sprigionando un sentimento di simpatia per questa ragazza: “Vede dottore, io non sono in malafede ma semplicemente ignorante”.
Ebbene, io plaudo all’ignoranza di chi ignora le procedure legali, o le contesta, in nome della giustizia. 

Summum ius, summa iniuria[1], scrisse Cicerone che di leggi si intendeva. Il colmo del diritto è il colmo dell’ingiustizia
Ilaria forse non se ne intende, ma, nella sua santa semplicità, sa bene che le leggi e le sentenze dei giudici sono buone e giuste quando difendono la vita, a partire da quelle più deboli, mentre sono cattive e ingiuste quando sanciscono, o non puniscono, prepotenze e violenze. La sua sana “ignoranza”, la sua onestà, la sua pietas di donna e di sorella non le consentono di avallare un giudizio che, con interpretazioni della legge certamente troppo sottili e arzigogolate, forse addirittura maliziose, assolve chi ha maltrattato suo fratello Stefano fino a farlo morire.
Nella dichiarare la propria ignoranza, Ilaria ha rievocato, probabilmente senza saperlo, un verso (395) del primo stasimo delle Baccanti di Euripide: “il sapere non è sapienza”.
La sorella di Stefano sa bene che esistono tre gradi di giudizio, ma questo sapere non le toglie la coscienza  che un magistrato non deve offendere “con insinuazioni pesanti l’onorabilità della vittima e la sua dignità”.
Queste e le successive parole tra virgolette sono sue. 

La giovane donna sa pure che la conoscenza dei codici, il sapere del giurista non ha valore se è dissociato dalla comprensione del dolore, dalla simpatia con le vittime della violenza chiunque esse siano, pesino quaranta chili o siano obese.
Ilaria  si adopera con tutte le forze per rivendicare l’innocenza e la dignità del fratello, per ottenere una condanna esemplare di chi gli ha inflitto la morte con la violenza, e una sanzione disciplinare, o almeno un biasimo nei confronti di un p.m. che ha manifestato “la sua personale ostilità nei confronti della sorella della vittima insinuando, durante il processo, che questa sarebbe responsabile di una ‘manipolazione’ del corpo di suo fratello appena morto”.

Ilaria Cucchi mi ricorda Antigone, la più sororale di tutte le femmine umane.
Questa si oppone a Creonte, suo zio e capo autocratico di Tebe che ha decretato di lasciare insepolto Polinice, il giovane nato dallo stesso padre e dalla stessa madre, dalle stesse viscere[2], dice realisticamente la ragazza, da cui è stata messa al mondo lei stessa.
A Creonte che sbandiera la necessità della disciplina  la quale  impone, innanzitutto alle donne[3], l’obbedienza alle leggi e garantisce la salvezza della città, Antigone oppone il sentimento dell’amore, e rinfaccia allo zio che se la paura non serrasse le lingue dei Tebani, i loro concittadini esprimerebbero solidarietà a lei e opposizione agli empi decreti di un tiranno che nega la sepoltura ai morti e offende la pietà. 

Ebbene, io manifesto ancora una volta la mia solidarietà e la mia simpatia a Ilaria e a tutte le persone come lei senza alcuna esitazione. Sento che donne come la sorella di Stefano sono anche sorelle mie, sebbene non siamo nati dalle stesse viscere.
Ma c’è una fratellanza che accomuna tutti quanti hanno sete e fame di giustizia, di una giustizia che non sia solo conoscenza delle leggi scritte, ma anche rispetto di quelle della coscienza, e di quelle universalmente umane che“non sono di oggi né di ieri, ma di sempre, e nessuno sa da quando apparvero”[4].
Da ignorante delle norme sofisticate che hanno fatto assolvere gli assassini di Stefano Cucchi dunque, io esprimo il mio sostegno alla “normale e ignorante cittadina” quale si definisce Ilaria: ignorante, priva di ogni potere e indifesa, come me, come tante persone per bene.
Il meglio dell’umanità.




[1] De officiis I, 10, 33.
[2] "Non è per niente vergognoso onorare quelli nati dalle stesse viscere" ( Sofocle, Antigone, v. 51).
[3] Cito alcune parole dell’autocrate tebano: "Così bisogna difendere l'ordine, / e in nessun modo lasciarsi superare da una donna. / Infatti è meglio, se proprio bisogna, cadere per mano d'uomo / e non dovremmo mai lasciar dire che siamo inferiori alle donne" (Sofocle, Antigone, vv. vv. 677-68.
[4] Cfr. Sofocle, Antigone,  vv. 456-457.

lunedì 27 agosto 2018

Twitter, CCCXXIX sunto. Su Ilaria Alpi i suoi genitori e il loro eroismo

Ilaria Alpi

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Su Ilaria Alpi i suoi genitori e il loro eroismo
Un modello ammirevole, per me e per altri, contro la volgarità e la disonestà di questo tempo

Un paio di giorni fa ho visto una trasmissione onesta, di Lucarelli, sull'assassinio di Ilaria Alpi, una ragazza meravigliosa, un'eroina, una martire della verità. Bravissima, eroica anche la madre, una donna inascoltata per anni mentre si ascolta e si dà credito a una bugiarda, da se stessa sbugiardata, una rancorosa Asia Argento.
Dalla Sciarelli solo genericissime parole di solidarietà per Ilaria, qualificata più volte con l'aggettivo "solare" come si fa comunemente con le ragazzotte prive di significato.
Per Ilaria vale quello che disse Shelley di Antigone: sarà difficile amare una donna che non abbia le sue qualità dopo averla conosciuta. Io purtroppo solo dalla televisione.

Ilaria Alpi ha sfidato il potere senza averne paura, come Antigone, l’eroina di Sofocle, che dice alla sorella: “ma lascia che io e la pazzia che spira da me/soffriamo questa prova tremenda: io non soffrirò/nulla di così grave da non morire nobilmente" (Antigone, v. 95-97).
Ilaria Alpi secondo la Sciarelli era soltanto "solare", per me è prima di tutto una ragazza eroica oltre che intelligente, fine, carina.
Andrebbe indicata come modello di coraggio, onestà e bellezza invece di tante donnicciole continuamente esibite quali paradigmi di successo. Rendiamo onore a lei e ai suoi genitori che si sono battuti fino alla morte contro la latenza dei crimini organizzati
Andromaca accusa i Greci che hanno deciso di ammazzare un bambino, Astianatte, il figlio suo e di Ettore, di commettere crimini barbarici: “w\ barbar j ejxeurovnte~ [Ellhne~ kakav, - tiv tovnde pai`da kteivnet j oujde;n ai[tion; ( Euripide, Troiane, vv. 764-765),
O Greci inventori di barbari orrori, perché ammazzate questo bambino che non è colpevole di niente?
Per me, e io per loro, gli stranieri e i barbari sono i razzisti italiani di tutto il mondo e di sempre.

Pagare le tasse mi darebbe soddisfazione se queste servissero a una buona medicina e a una buona scuola del tutto gratuite per i poveri.
O anche a costruire ponti come si deve: che non crollino facendo stragi. Quando facevo il servizio militare dissi che l'avrei fatto volentieri al servizio del popolo, non della borghesia. Un fascista mi denunciò e dalla brigata Trieste dove facevo il car avanzato e mi trasferirono nella caserma degli sciacquini dove lavavo gli attrezzi della cucina di giorno e facevo la guardia di notte.

Per conservare i propri privilegi e i propri vizi le caste al potere coadiuvate dai servi politici, mediatici e burocratici vessano la popolazione che lavora. Il mio reddito va quasi tutto in tasse.
Sono i tanti uomini dementi e criminali che violentano le donne e certe donne orribili che dissimulano e simulano abusi sessuali a provocare disgusto della sessualità, sfiducia nell'amore e nella vita e in definitiva il crollo demografico e il suicidio delle stirpi.

mercoledì 22 agosto 2018

Twitter, CCCXXVIII sunto


I ponti che devono unire crollano e si aprono voragini. Certi pontifices (non l’ottimo Francesco) sono costruttori di morti, tante morti. La scuola non insegna e non educa, anzi diseduca con i quiz. Naufragium ubique est Acta retro cuncta Praemonent rem publicam in statum verti deformem. Ab electis ex pessimis periculum omnibus metuendum.
I crolli periodici dei ponti sono parte evidente della caduta di ogni serietà: negli studi, negli atti, nella selezione dei migliori che questo disordine rovescia e capovolge in una scelta del raccomandato, del ruffiano, di quello bravo solo nell’intrigare. Sono spesso i peggiori a prevalere. I migliori tante volte si ritirano disgustati.
E' l'incuria del bene comune della polis e dei suoi cittadini che provoca catastrofi. Le condoglianze e gli abbracci non cambiano niente. Deve invece mutare la cultura: sostituire, attraverso l'educazione, a questa moda orrenda dell'egoismo una cultura della solidarietà, dell'amicizia, della simpatia.

Quando si tratta di immigranti poverissimi, Salvini supercilia erigit ut cornua et de tragico cothurno strepit. Dovrebbe invece inarcare le sopracciglia in forma di corna e gridare come un attore tragico contro i costruttori assassini che rimangono sempre impuniti.

Bene hanno fatto i parenti dei morti assassinati a rifiutare i funerali di Stato. Come fecero bene la moglie e i figli di Aldo Moro orrendamente lasciato ammazzare nel 1978.
Persone nobili e antiche. Onore a loro!

Vedo il mondo politico di oggi in uno specchio deformante rispetto a come dovrebbe essere. Così pure la scuola, i lavori pubblici, lo statuto e lo stato dei lavoratori. L'ottimo ministro recanatese Brodolini è dimenticato, mentre vengono santificati gli affossatori dell'articolo 18. Il resto nol dico. Già ognuno lo sa.

Il mio Misopogon è più breve di quello dell'Augusto Giuliano che tanto mi piace. Io non sono benvoluto se non da pochissimi per una sola ragione: perché dico la verità che i più non sopportano siccome vivono nella menzogna personale, familiare, sessuale, lavorativa, sociale e politica. La verità li smaschera e li denuda. Li mostra come sono. Sono brutti assai

Mi canzonate perché indosso povere vesti succinte e mi lascio crescere i capelli. Dite che li tingo, mentre talora nemmeno li lavo. Dite che mangio quanto mi pare e non ingrasso, mentre tanta snellezza è dovuta a dura disciplina nel mangiare frugale e nell'ascesi fisica.
Cfr. Giuliano Augusto nei suoi stessi scritti, in Ammiano Marcellino, e nel dramma di Ibsen Cesare e Galileo.
Presto terrò una conferenza qui a Pesaro su questo calunniato "Apostata" che mi è congeniale. La mia apostasia riguarda il peggio dell’umanità: i profittatori, i bugiardi, i ladri, gli assassini.

giovanni ghiselli

p. s. il mio blog è arrivato a 661043 in 5 anni e mezzo
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sabato 4 agosto 2018

Twitter, CCCXXVII sunto


Cinema in piazza a Bologna: ottimo La ricotta di Pasolini. Pieno di pietas per gli ultimi (quorum ego). Il personaggio del regista Orson Welles afferma che l'uomo medio è un criminale: qualunquista, ignorante e razzista.
Da allora, distrutta la scuola, la situazione si è aggravata. Salvini è il cattivo maestro

La mia difesa davvero legittima consisterà nell'offrire un bicchiere di prosecco, una ricotta e del pane al ladrone pallido o nero che entrerà in casa mia. Berremo insieme alla salute di Salvini sperando che si zittisca una buona volta.
Questa sera, 31 luglio,  alle 19, 30, parlerò in piazza Scaravilli di Bologna delle figure femminili nella letteratura greca.

I delinquenti femminicidi o maschicidi, che inseguono e ammazzano di botte una persona, donna o uomo che sia, bianco, nero, giallo o rosso, non compiono un "omicidio preterintenzionale", ma un crimine efferato e vile. Chi ne attenua la gravità anche solo nominalmente è un pessimo maestro, un diseducatore.
Ieri, 28 luglio, per festeggiare il primo anniversario dell'operazione alla prostata e il quarantasettesimo dell’amore con Elena, la migliore del mazzo, e rendere grazie agli dèi, sono andato in bici alla Pantana di Tavullia sul mezzogiorno, a Fano al pesce azzurro correndo a piedi 11 cholometri verso il tramonto, e sulla Panoramica in bici a mezzanotte.
A cosa pensavo pedalando e correndo? Soprattutto a una callipigia vista beata, supina e resupina sul mio lettino. Purtroppo solo quello del mare, ma anche in questo campo non dispero.
Baci a chi mi vuole bene davvero e si trova ancora su questa terra, rarissimae aves


Vivo da straccione, mendicante di ogni bene, soprattutto di affetti.  Ciò nonostante, siccome sono senza figli, e ho due case e mezzo più 18 ettari di terra, gli heredipetae che ho intorno mi vogliono tanto bene that they will shortly send my soul to Heaven (cfr. Riccardo III I 1).
Invano: tali pezzenti mentali morranno tutti prima di me

Dicono che non imporre 10 vaccinazioni ai bambini danneggi la salute di tutti. Non lo so. Ma sono certo che l'aria condizionata imposta nei luoghi pubblici fa male a molti. C'è lo sbalzo di 10 e più gradi che soffriamo da sudati poi ci sono i germi patogeni di quell'aria mefitica



Gianni, il poverello di Pesaro, il partigiano degli ultimi, disgustato dai penultimi, terzultimi e così via.
Vorrei un comunismo aristocratico: un popolo di liberi e uguali guidato da reggenti scelti da questo popolo tra i più colti, buoni,  illuminati, amanti della vita e dell’umanità. 



Il blog è arrivato  alla bellezza di 657861
Queste sono le visite di oggi, 4 agosto 2018, ore 10, 20
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La gita “scolastica” a Eger. Prima parte. Silvia e i disegni di una bambina.

  Sabato 4 agosto andammo   tutti a Eger, famosa per avere respinto un assalto dei Turchi e per i suoi vini: l’ Egri bikavér , il sangue ...