Leggo la notizia della morte di Furio Colombo. Una dipartita, una perdita che mi addolora. Lo conoscevo appena, eppure mi ha aiutato, mi ha fatto del bene senza che io avessi la possibilità di contraccambiarlo.
Gli diedi soltanto l’Antigone di Sofocle da me tradotta e commentata, invero con cura, nei promi anni Novanta. Lo conobbi una sera nella festa dell’Unità di Bologna, alla Casa dei pensieri dove venivo invitato a parlare di autori in quel tempo.
Mi ringraziò subito e qualche giorno dopo mi scrisse, o telefonò, non ricordo, elogiando il mio lavoro. Qualche tempo dopo mi avvisò che dovevo mettermi in contatto con Silvia Tuzzi sovrintentende della pagina culturale del giornale “il Fatto quotidiano” fondato da lui.
Così iniziò una mia collaborazione con questo giornale. Potei continuare per alcuni mesi fino a quando la dirigenza cambiò. Non volevo rinunciare a tale forma di Paideia e ho aperto un blog che mi ha dato altre soddisfazioni.
Ci siamo sentiti qualche rara volta per telefono, o attraverso la posta. e ne ho sempre tratto incoraggiamento a dare il meglio di me in tutto quanto facevo.
Ne trarrò ancora dal pensiero che quest’uomo colto, educato, generoso, leale continuerà ad aiutarmi. Furio era innanzitutto un uomo buono. Un uomo raro: nobile e antico.
Poco fa ho visto il sole annidarsi dietro il monte Donato di Bologna e ho rivolto un pensiero, anzi una preghiera al mio benefattore: “aiutami ancora”. Non mancherò mai di pensare bene di lui.
Bologna 14 gennaio 2024 ore 17 giovanni ghiselli
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