L’inquinamento acustico delle macchine che assordano e celano la parola umana.
La parola scritta non viene letta.
Bloom che lavors nella sede del giornale cattolici Freeman’s Journal deve portare un’inserzione nell’ufficio dell’Evening telegraph , l’edizione serale. Quando arriva, Alcune persone parlano del defunto Dignam. Resoconto del funerale probabilmente.
I macchinari –machines- rumorosi fanno pensare alla morte. Se afferrano un uomo lo stritolano 165. Rule the world today 106 oggi governano il mondo 165. Il giornale . si regge sulle inserzioni pubblicitarie e sulle rubriche accessorie, non sulle notizie stantie della gazzetta ufficiale
Continuano i cupi tonfi- 166- Thump, thump, thump. Se venisse un colpo a chi le fa andare e nessuno sapesse fermarle and no one knew how to stop them 107 continuerebbero a sferragliare e a stampare. Ci vogliono nervi saldi. 166.
La macchina prevaleva sull’uomo già allora.
Vediamo il piazzista Leopold Bloom al lavoro 167 we see the canvasser at work 1°7
Mette l’inserzione sulla scrivania di Nannetti il direttore commerciale che annuisce con il capo. Non parlano dato il rumore che impedisce l’ascolto.
L’inquinamento acustico nemmeno oggi viene mai denunciato eppure danneggia molte persone molto più del caldo che anzi è benefico.
Bloom fa una richiesta di cambiamento ma c’è un fracasso infernale 167 Hell of a racket they make. e non si sa se il proto capotecnico capisce: Maybe he understands what I .107-
Oggi è di moda parlare ponunciando le parole in maniera incomprensibile.
E’ una direttiva che viene dall’alto: i servi obbediscono e la mimesi imposta della moda invalsa fa il resto.
Bloom osserva l’aspetto malaticcio – la faccia giallastra del proto che deve avere un po’ di itterizia, Intanto la macchina sferraglia sferraglia. Chilometri di carta. Dove andrà a finire? A incartare carne e pacchi 167
O, wrap up meat, parcels, vari usi, mille e una cosa, varous uses, thousand and one things. 107
Pochi comprano i giornali, ancora meno ne leggono gli articoli. Oggi va peggio.
Un argomento già presente nei classici.
E’ il tema della cacata carta.
Cfr. Catullo, 36, 1: “Annales Volusi, cacata carta”, Annali di Volusio, carta da cesso.
Catullo torna su questo tema nel carme 95, 8-9: at Volusi Annales Paduam morientur ad ipsam-et laxas scombris saepe dabunt tunicas” (vv. 8-9), ma gli Annali di Volusio, moriranno proprio lì nel Padovano e daranno spesso voluminosi cartocci per gli sgombri.
Il distico finale (9-10) si chiude con parole di ortodossia callimachea:" Parva mei Cinnae mihi sint cordi monumenta,/at populus tumido gaudeat Antimacho ", a me stiano a cuore i piccoli capolavori del mio Cinna, mentre il volgo si goda l'enfatico Antimaco.
Questo (vissuto tra V e IV secolo) è autore di due poemi elegiaci, Tebaide e Lide , che Callimaco (fr.398 Pf.) definì: " pacu; gravmma kai; ouj torovn", libro grossolano e non fine".
Pensate ai libri e ai giornali che vengono pubblicizzati senza essere stati letti nemmeno da chi li presenta. Cacata carta.
Bologna 4 gennaio 2024 ore 10, 33 giovanni ghiselli
p. s.
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