giovedì 13 marzo 2025

La storia di Päivi 2. L’auspicata conversione da uno scarso sapere al metodo che conduce alla sapienza .

Fino a Päivi, con i libri avevo avuto un rapporto di sottomissione, senza simpatia, se avevo dovuto studiarli a memoria per degli esami da sostenere davanti a inquisitori spesso privi di  visione d’insieme della materia, non poche volte cooptati  per  motivi vari per lo più  estranei al merito: erano  spesso tutt’altro che educatori e formatori, talora nemmeno informatori. In alcuni casi  con  gli autori avevo avuto relazioni simpatiche ma prive di metodo, cioè di una via (ojdov") che procedesse verso una meta individuata con chiarezza.

Alla fine dell’anno scolastico 1973-1974  avevo ottenuto il trasferimento dalle medie alle superiori per l’autunno seguente.

 Sottomettermi a lunghi orari di studio sarebbe stato doveroso, ma dopo Päivi l’avrei anche voluto con forza, per trarre dalle letture quanto poteva servire a migliorare me stesso, a potenziare la natura mia e dei discepoli miei. Lo studio se non  ci rende più forti e più buoni, perfino più belli non è cultura. Questo mi ha insegnato, prima di Nietzsche,  Päivi, la luminosa, la Fedra, durante quel mese, passato il quale del resto diventerà una Medea, quando il parto imminente travagliava le viscere sue, e inquietava i nostri cervelli,  ci turbava le menti, come vedremo nell’esito tragico della vicenda. Resta comunque il fatto che l’ultima delle Finniche mie,  con la sua intelligenza e i suoi studi, seppe chiarirmi il caos da dove pullulavano ancora subdole angosce, dolori malamente inumati , desideri soffocati ma sempre malignamente attivi, bramosi di ostacolarmi nel  progresso  verso la felicità. Dopo le belle esperienze con Helena e Kaisa, nel 1973 ero regredito a un paio di relazioni peggio che ordinarie, perfino deleterie, e volevo purificarmene, diventare quello che sono davvero, trovare il coraggio di vivere senza timore la mia  estraneità dalle mode, dal “si deve pensare, dire e agire così”. Accettare e valorizzare la mia inattualità insomma.

Nell’insegnamento non dovevo fare quello che avevano fatto a me, fatto di me, un disgraziato e un ignorante.

Päivi autorizzò queste mie aspirazioni e mi avviò su questa strada indicandomi un metodo appunto.

 

Bologna 13  marzo 2025 ore 19, 37 giovanni ghiselli.

p. s

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