Bonadea ovvero la ricaduta. terza e ultima parte del capitolo pp.860-864.
L’argomento è l’amore-
Ulrich continua a parlare di sesso con Bonadea la quale gli dice. “probabilmente ciascuno ha la sessualità che si merita, afferma tua cugina, ma io ne debbo davvero meritare una dose così alta?”
Una riflessione personale
Mi sembra una buona battuta: potrò attribuirla a un atleta del sesso maschio o femmina nella mia narrativa, oppure con una variante attribuire la risposta cum merueris, quando l’avrai meritato, a un amante o un’amante cui il corteggiatore domanda amore.
L’amore va meritato come la cena.
Leggo anche per arricchire il mio repertorio scritto e orale: ““Agli occhi dell’artista un pensiero in quanto tale non avrà mai un gran valore di proprietà. A lui importa che possa funzionare nell’ingranaggio spirituale dell’opera”[1].
Nel contempo arricchisco voi che mi leggete. Se no, capireste che perdete tempo e non mi leggereste.
Bonadea poi domanda se si possa dire che la propria sensibilità rappresenti un plusvalore fisiologico.
Ulrich non risponde siccome non ha tanta sensibilità
Rispondo io: ho sempre pensato che le persone molto inclini al sesso sono pure molto sensibili. Tale sensibilità è contrastiva con il consumismo del cibo e della roba ed è quindi criminalizzata. Un tempo soprattutto quella degli omosessuali ora massimamente quella di noi eterosessuali, meschini.
I due erano a letto. Bonadea si disse: “Sono nel suo letto e non mi lascio mai più cacciar via di qui!”. Ma le sue sensazioni fisiche erano simili a quelle di un bambino la cui protervia è stata spezzata dalle botte.
Sembra che i due abbiano fatto sesso ma la loro confidenza nel parlare non lo dà a vedere con chiarezza.
Bonadea è sola di fatto e le girano in testa alcune frasi della sua maestra di teoria: “La pratica sessuale è un mestiere che non si impara, sarà sempre l’arte più alta che ci sia dato apprendere nella vita”
La discepola ricordava tali frasi. Commento dicendo che nessuna arte si può imparare se non c’è sensibilità, talento, genio. La creatività nel bello secondo l’anima e secondo il corpo non può ridursi alla tecnica.
Pindaro nell’ Olimpica II chiarisce il suo pessimismo pedagogico :" sofo;" oJ polla; eijdw;" fua'/ :-maqovnte" dev, lavbroi-pagglwssiva/ kovrake" w{" a[kranta garuveton--Dio;" pro;" o[rnica qei'on ” (vv. 86-89), saggio è chi sa molto per natura, voi due[2] addottrinati invece, intemperanti, vaghi di ciance, come corvi di fronte al divino uccello di Zeus, gracchiate parole vuote.
Sfido l’intelligenza artificiale a produrre una metodologia dell’insegnamento del greco e del latino quale quella che ho messo insieme e che presenterò tra due settimane nella biblioteca Ginzburg.
Bonadea continua a pensare e svaluta le teoria di Diotima dissociata dalla pratica. Chi parla o scrive di amore senza averne esperienza può solo lamentarsi.
Sull’amore si impara più da Ovidio che da Leopardi, del resto niente si impara davvero se non lo si fa.
Diotima aveva a disposizione quattro uomini ma a lei non permetteva nulla e così la gabbava con la teoria dissociata dalla pratica.
Bonadea pensava a uomini famosi spesso repressivi. Intanto era assai poco vestita nel letto di Ulrich e si riempiva di collera meschina e miserevole. I due avevano fornicato probabilmente , ma è certo che Ulrich non la amava. Eppure lei era a letto con lui.
Ulrich a sua volta pensava che l’ambizione era la molla dei contrasti nella vita di Bonadea più che la sensualità. Ma non glielo diceva per evitarne i rimproveri. La sua ambizione si manifestava in mania erotica. Tuttavia dopo avere conosciuto Diotima ripudiava quella forma di espressione sebbene con rammarico. 862
Ulrich lo capiva ma pensava pure che la pedantesca innaturalità di Diotima doveva avere un’attrazione paradisiaca per Bonadea che aveva cavalcato il diavolo sempre senza sella. Le osservava il corpo con ironia e non senza ripugnanza e si chiedeva come aveva potuto trovarla seducente poco prima.
Dunque non solo la donna è mobile.
L’uomo pensò che comunque quella sua amante era cambiata in meglio nell’insieme. Il suo viso aveva avuto anche certi giochi espressivi come il sole e le onde.
Poi però si era immusonita e Ulrich pensò che solo una persona seria può essere cattiva mentre la gente allegra è immune da cattiveria.
Nell’amore i seduttori malinconici appaiono più distruttivi di quelli frivoli, si disse.
Vero è che lo scontento lo è soprattutto di se stesso e cerca di trascinare il malcapitato che incontra nella propria scontentezza. (Ndr.)
Ulrich era deluso perché l’ora d’amore incominciata con lievità finiva in tetraggine, ma era pure inaspettatamente eccitato.
Una mia considerazione
So per esperienza che i sentimenti amorosi sono variegati, instabili accidentati e il giuramento di amore eterno è uno spergiuro.
Me lo ha insegnato l’esperienza e confermato la lezione del magister Naso: "Iuppiter ex alto periuria ridet amantum/et iubet Aeolios inrita ferre Notos" (Ovidio, Ars Amatoria, I, 631-634), Giove dall'alto sorride agli spergiuri degli amanti e ordina che i venti di Eolo li portino via senza effetto.
Personalmente non ho mai giurato né spergiurato.
Ho seguito il mio istinto e pure il consiglio di Dante: “Non prendan li mortali il voto a ciancia (Paradiso, V, 64)
Rimuginando Ulrich dimenticò Bonadea e si ricordò che una volta era sceso da un treno prima di essere arrivato alla meta perché il limpido giorno “misterioso prosseneta” gli svelava il paese e lo aveva attirato fuori per una lunga passeggiata. La sera si trovò abbandonato dalla luce in un luogo remotissimo e senza bagaglio.
Un altro mio intervento
Ricordo che la prima avvisaglia dell’impossibilità di un lungo rapporto con Päivi, nonostante la pregnanza di lei combinata da entrambi, me la diede il sole di luglio: lei lo soffriva mentre io ne godevo.
In ottobre mi ritrovai senza sole caldo e senza la donna in un luogo remotissimo rispetto a quello dove ci eravamo amati.
La grande letteratura racconta la vita di tutti quanti vivono avventurosamente e senza pregiudizi. Di quanti non sono normali, cioè usuali.
Ulrich pensò che l’adulto il quale si spinge verso ogni lontananza per trasformarla in vicinanza è il proseguimento dell’arcano desiderio del bambino che tocca tutto quello che vede e magari cerca di metterlo in bocca.
Credo che sia la curiosità odissiaca che ci spinge a cercare tanti amori ad annoiarci presto di questo o di quello.
Ha detto bene anche Pavese: “Piccola Mèlita, tu sei del tempio. E non sapete che nel tempio-nel vostro- l'uomo sale per essere dio almeno un giorno, almeno un'ora, per giacere con voi come foste la dea? Sempre l'uomo pretende di giacere con lei-poi s'accorge che aveva a che fare con carne mortale, con la povera donna che voi siete e che son tutte. E allora infuria-cerca altrove di essere dio"[3].
Vero è che Pavese si uccise nel 1950. Molti giovani della mia generazione l’hanno amato.
A Ulrich “parve sommamente puerile giacere insieme in un letto” p. 863. “Gli vennero in mente gli animali imbottiti e variopinti che da bambino aveva amato molto più teneramente che non oggi l’amica”
Noto che tanti uomini amano la partita di calcio o il gioco delle carte o il vino molto più fervidamente della moglie.
Personalmente non ho amato nessuna delle mie ex più stabilmente del sole, della bicicletta, della letteratura e della scuola. In definitiva di me stesso. La mia coerenza è stata non vincolarmi mai a nessuna. Morirò solo ma l’ho voluto e l’ho sempre saputo.
Bonadea si stanca di osservare la schiena di Ulrich ed esclama: “E’ stata colpa tua”.
Ulrich le risponde che presto inizierà a convivere con la propria sorella “per sempre”.
In effetti è più facile fidarsi delle consanguinee amiche che delle amanti estranee
Credo che nessuna delle mie mi abbia voluto bene tanto stabilmente quanto le zie Rina, Giulia e Giorgia, la nonna Margherita e la mamma Luisa sia pure in modo burrascoso. Nessuna amante mi ha aiutato tanto. Mia sorella Margherita si è sposata e noi due ci siamo voluti bene con intermittenza. Abbiamo avuto anche altro da fare.
E’ stata comunque la mia prima allieva, non l’unica ma la prima. Né sono stato il solo maestro per lei.
Così tanto e continuamente quanto le consanguinee maggior mie solo un’amica mi ha voluto bene: Antonia, la mia prima vicepreside, ora un’amica celeste che mi manza
Bonadea pensa al proprio interesse e domanda retoricamente e polemicamente se una sorella convivente non può togliere che il fratello abbia un’amante
“E’ proprio quello che intendo dire”, ribatté Ulrich.
Bonadea lo rimprovera di non lasciarla parlare
“Il mio carattere è una specie di macchina per deprezzare continuamente la vita! –replicò Ulich- Voglio diventare diverso!
Bonadea si ricordò protervamente che amava Ulrich e disse:
“Ti sei messo a far l’amore con lei!”
Urlich smentì tale amore nel passato ma non nel futuro.
E Bonadea: “Dunque sei un pervertito! E saltò giù dal letto per tornare da Diotima, alla sua scuola di saggezza amorosa, le cui porte restavano spalancate alla penitente rifocillata” p. 864
Bologna 13 gennaio 2025 ore 18, 53
p. s.
mi piace questa gente perché è romita e strana non meno di me.
Statistiche del blog
Sempre1661721
Oggi303
Ieri405
Questo mese4753
Il mese scorso10218
[1] T. Mann, Doctor Faustus, p. 731.
[2] Simonide e Bacchilide, secondo gli scoliasti
[3]Dialoghi con Leucò, Gli Argonauti .
Nessun commento:
Posta un commento