“Giornate lunghe!” esclamò una studentessa il 4 febbraio del 1965 intorno alle cinque del pomeriggio. Passavo in piazza Verdi. Ero una matricola universitaria pieno di insicurezze. Non avevo ancora il posto nel collegio Morgagni e vivevo da una megera di affittacamere. All’Università non avevo trovato un maestro né un amico. Ero desolato. Eppure quel grido che annunciava la fine dell’inverno buio mi confortò.
Anche oggi sono passato di lì alle 17, 20 andando a tenere una lezione alla Primo Levi dopo lo studio della mattina e la bicicletta del primo pomeriggio soleggiato, non freddo. Mi sono compiaciuto di me stesso. Da allora sono passate sessanta primavere aggiunte l’una all’altra quali perle di una collana. Non ho sciupato il mio tempo, anzi l’ho vissuto e impiegato umanamente cioè in favore dell’umanità: la mia e quella di quanti mi hanno ascoltato o letto.
Saluto tutti con gratitudine e affetto.
Vostro
gianni
p. s.
Statistiche del blog
Sempre1670757
Oggi274
Ieri326
Questo mese1244
Il mese scorso12545
Nessun commento:
Posta un commento