Già docente di latino e greco nei Licei Rambaldi di Imola, Minghetti e Galvani di Bologna, docente a contratto nelle università di Bologna, Bolzano-Bressanone e Urbino. Collaboratore di vari quotidiani tra cui "la Repubblica" e "il Fatto quotidiano", autore di traduzioni e commenti di classici (Edipo re, Antigone di Sofocle; Medea, Baccanti di Euripide; Omero, Storiografi greci, Satyricon) per diversi editori (Loffredo, Cappelli, Canova)
NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica
Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica
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mercoledì 9 maggio 2012
Chi sono i moderati - di Giovanni Ghiselli
I moderati sono i conformisti. I moderati sono i poveracci che ricavano una identità gregaria e fasulla dal denaro che possono spendere. I moderati sono quelli che vivono secondo i luoghi comuni, secondo il “così si fa”, così si dice”. I moderati sono gli immaturi incapaci di diventare quello che davvero sono. I moderati sono quelli non educati a pensare, anzi condizionati a non pensare da tutte le pubblicità e le propagande che avvelenano l’aria.
I moderati sono la maggioranza degli Italiani nelle previsioni dei politici astuti che mirano a usarli. Astuti ma non intelligenti: infatti non si rendono conto che questo adagiarsi nel luogo comune e nell’ inerzia del non pensiero sussiste nei più solo finché la maggioranza non è tormentata o minacciata dalla fame, dal dormire senza un tetto sopra la testa, dal non avere più i mezzi per curarsi, o per mandare i figli a scuola. Le persone affamate acquistano il coraggio di ribellarsi allo stato delle cose che li affama. Quelli che contano sul moderatismo inerte, politici come Napolitano e Casini tanto per essere chiari, danno sempre ragione al più forte. Partiamo dal fautore di moderatismo dal corso più lungo: il vetusto presidente di questa Repubblica democratica esautorata e vilipesa. Costui vide e approvò i “boom” dei carri armati sovietici che invasero l’Ungheria nell’autunno del 1956 e fecero migliaia di morti; quindi ha sanzionato tutte le prepotenze e i soprusi perpetrati dai più forti sui più deboli. Dalla repubblica popolare Magiara, alla Libia di Gheddafi con tanti boom che lui ha rimosso e non ricorda.
Ora lo smemorato è pure accecato e non vede il boom di Grillo che ha sotto gli occhi, in quanto spera ancora di vedere demonizzato e represso il politico genovese, come capitò ai patriotti ungheresi Nagy e a Maleter che vennero impiccati dai suoi compagni dell’epoca. Come è successo a Gheddafi e ai tanti civili sterminati dalle bombe che lui ha benedetto con boccuccia arcuata, sempre pronta a baciare i vincitori. Quanto ai suicidi italiani, il presidente li ignora: ha avuto la spudoratezza di affermare che in Italia non c’è esasperazione.
Ma veniamo all’astuto Casini, altra consumata volpe. Il già pupillo di Forlani e di Berlusconi ha fiutato che molte cose stanno cambiando in politica e si appresta a scendere dal carro dove si trova, per saltare sul prossimo, qualunque esso sia, purché funzionale al suo pragmatismo privo di carità, non solo cristiana ma anche umana. Si atteggia a Catone austero e morale mentre insegue l’utile, il proprio utile con una tenacia da tenia, da parassita pronto a trarre profitto da qualsiasi situazione possa prestarsi al suo tornaconto. I moderati cui certa gente fa appello stanno cominciando a capire. Rieducati dalle dure difficoltà nelle quali questa genia di politici li ha gettati come in una discarica, iniziano ad aprire gli occhi della mente e capiscono quante menzogne spacciano queste maschere grottesche che recitano la parte dei buoni pastori mentre di fatto sono lupi rapaci e voraci.
Giovanni ghiselli g.ghiselli@tin.it
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